19. Lasciarti vincere

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GWENDALINE

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GWENDALINE

Appena varchiamo la soglia della porta, Harry si dirige in camera sua, dicendo di dover fare una videochiamata con la madre, mentre io mi siedo sullo sgabello vicino al bancone in granito.

«Com'è stata la limonata?» Zayn si avvicina ed io infilo le mani all'interno delle tasche del giubbotto.

«No, ho bevuto Coca Cola prima.» Scrollo le spalle, giocando la carta della finta tonta, mentre apro il frigo in cerca una bottiglia d'acqua.

«Solo perché guardo i cartoni animati, non significa che sono stupido.» Posa le mani sui fianchi, facendomi accigliare.

«Non ho mai detto che sei stupido.» Richiudo l'anta, versando un po' di Lete nel bicchiere.

«Da quanto va avanti questa storia?» si siede sul posto di fronte al mio ed io sospiro, portando il bordo di plastica alle labbra.

«Ieri.» Allungo le labbra in una linea sottile e lui stringe le palpebre in due fessure. «Ieri, mentre dormivi, l'ho baciato, alla vostra festa tra cugini.»

Lui boccheggia, posando i gomiti sulla superficie in granito. «Poi non so cosa sia successo, onestamente, perché ogniqualvolta che non c'eri oggi succedeva e-» Mi interrompo di scatto, non sapendo cosa dire.

Inclinando il capo, mi esorta a continuare. Faccio schioccare la lingua sul palato, posando il bicchiere nel lavello e la bottiglia all'interno del frigorifero, solo per fingere di essere indaffarata — nel tentativo di recuperare tempo.

«Non so, Zayn, mi fa strano parlarne.» Scuoto il capo. «Soprattutto con te.»

Lui sbuffa, grattandosi un punto vicino alla tempia. «Puoi almeno dirmi voi due cosa siete?» Batte troppo velocemente le ciglia e stringe i denti.

Genuinamente, l'unica cosa che mi trovo a fare, è scrollare le spalle. «Gwendaline e Harry.»

«Non ho chiesto chi, ma cosa.» obbietta, con un pizzico di risentimento.

«Zayn, non farmi domande di cui non conosco risposta.» Mi siedo di nuovo al suo fianco, consapevole di non avere scampo.

«E va bene, Gwen.» Annuisce, alzando le mani in aria in segno di difesa. «Però una domanda devi concedermela.»

Annuisco, allungando le labbra in una linea sottile, aspettando che vada avanti.

«A te, lui, piace?»

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