Le anime se ne fregano e vanno agli appuntamenti con o senza il nostro consenso.
Fanno l'amore prima dei corpi,
ecco perché poi i corpi s'incontrano.
Massimo BisottiGWENDALINE
Faccio passare le mani tra le ciocche dei capelli, spostandole da un lato all'altro per capire quale sia il posto migliore per ammassarle. Anche se finisco a puntare nuovamente sulla riga centrale.
Faccio ripartire da capo la canzone, nonostante sia ancora a metà della traccia. Osservo il vestito, ancora sulla stampella, poggiato sul copriletto di camera mia e mordicchio il labbro nervosamente.
Accarezzo la stoffa nera con i polpastrelli, rimuginando sulla mia scelta, soprattutto per la profonda scollatura. Rimpiango decisamente i tempi in cui sfoggiavo i pigiami di Doraemon senza tentennare minimamente, o preoccuparmi di cosa avessi indosso. Perché, tra parentesi, quel pigiama mi piace molto di più rispetto ad almeno il quaranta percento del mio guardaroba.
Così lascio scivolare il vestito leggero, che avevo precedentemente provato, lungo le mie gambe, mentre sento il rumore secco del tessuto a contatto con il pavimento. Afferro la stoffa scura, infilandola lentamente dall'alto. Mi tocca prendere qualche respiro profondo prima di alzare la zip. Tutta colpa di quei stupidi pancake che Harry prepara a colazione, poi le torte, le crepes e la sua voglia maniacale di cucinare qualsiasi cosa che sia così pieno di zuccheri da farci venire un immediato diabete. Il reale problema è che, però, di tutte le cose che inforna, non mangia nulla, riuscendo a mantenere la sua alimentazione nettamente più sana.
Sospiro, osservando il tessuto scendere lungo il mio corpo, fungendo da seconda pelle per come si uniforma alle mie curve. Arriccio il naso nel momento in cui mi passa per mente l'idea di dover indossare qualcosa di differente dalle mie amate infradito — calzatura, se così può essere definita, a cui sono legata per la profonda devozione verso l'eccellente comodità che un paio di pantofole di Decathlon può donarmi.
Accartoccio immediatamente l'idea di indossare un paio di scarpe col tacco che, solitamente, infilerei perché - eccetto il dolore - mi piacciono particolarmente. Non nascondo che ci avevo pur fatto l'abitudine, ma dopo due mesi di inutilizzo, utilizzando i piedi solo per tratto frigo-piumone, mi sento inevitabilmente fuori allenamento.
Afferro un paio di anfibi, indossandoli velocemente e controllando nuovamente i capelli, non prima di controllare che l'eyeliner sia messo bene, anche se sono sicura che Harry non sia in grado, in alcun modo, di apprezzare la mia arte nel saperlo stendere perfettamente sulla palpebra. Passo poi il lucido sulle labbra, accertandomi che non sia troppo appiccicoso, o lucente, proprio come quello di Sidney — che, detto francamente, spero non rompa i coglioni questa sera.
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Stuck
FanfictionLa vita di Gwendaline Jones si è fermata in un giorno qualsiasi di marzo, in un appartamento impossibile da condividere con Harry Styles, una scimmia-uomo che non lava i suoi capelli da quello che sembra un secolo. E, come se non potesse andare pegg...