Capitolo 3

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A scuola Adrien non aveva scoperto molto e quando aveva cercato di parlare con Lila, lei non gli aveva rivelato nulla e, anzi, aveva fatto le sue solite scenate da vittima: "Oh, Adrien, non hai idea. Non sai quanto ho sofferto! Io volevo bene a Marinette, l'ho sempre rispettata. Non me l'aspettavo, capisci? Ci ha traditi tutti, non riesco ancora a smettere di pensarci!". Queste erano le sciocchezze che la rossa aveva raccontato prima di scoppiare in un pianto palesemente falso, il che era l'unica cosa che aveva davvero fatto insospettire Adrien.
Ogni tanto, durante la ricreazione in cortile, il suo sguardo si posava su Marinette che se ne stava sola rannicchiata contro una parete.
Non parlava, non si guardava intorno... stava semplicemente lì, a fissare il vuoto davanti a sé non sapendo cos'altro fare.

In realtà, il ragazzo era molto preoccupato per lei: anche se avesse effettivamente detto tutte quelle cose sui suoi amici, non aveva diritto di soffrire così (come nessun altro, d'altra parte).
In più se avesse continuato a stare da sola e se il suo umore non fosse migliorato, di certo alla fine Papillon si sarebbe accorto di lei e l'avrebbe akumizzata; non poteva proprio permetterlo, sia per il bene della stessa Marinette, sia per il bene di tutti i cittadini di Parigi.

Dato che a scuola non aveva ricavato pressoché alcuna informazione, decise che avrebbe indagato più a fondo la sera stessa come prestabilito sotto le vesti di Chat Noir.
Dopo aver cenato da solo come sempre, si rifugiò in camera e chiuse la porta a chiave per evitare che qualcuno entrasse in sua assenza.
«Hai intenzione di andare dalla ragazza che è solo un'amica?» Gli chiese Plagg mordicchiando -ma che dico, divorando!- una fetta di Camambert.

«Ma che cosa stai dicendo Plagg. Che razza di soprannome è?» Il piccolo kwami si limitò a fare spallucce con sguardo da finto innocente. A volte l'ottusità del suo padrone lo lasciava senza parole.
«Ookay... Plagg, trasformami!» Detto questo, Adrien si trasformò in Chat Noir e balzò fuori dalla finestra.
Saltando sui tetti della città, arrivò davanti all'abitazione di Marinette e attese qualche minuto per farsi coraggio.

La ragazza non era fuori quella sera.

Finalmente il supereroe decise di avvicinarsi al terrazzo e sbirciò alla finestrella della stanza: Marinette era proprio lì, seduta alla sua scrivania, e stava disegnando probabilmente dei bozzetti. Non era felice però; di solito Adrien la vedeva sorridere allegramente ogni qualvolta disegnava un nuovo abito sul suo quaderno, ma in quel momento, nel suo sguardo, non c'era passione.
La testa era poggiata sul braccio e sembrava che la matita vagasse senza meta sul foglio di carta.
Chat si fece coraggio e bussò più volte alla finestra.

Non appena si accorse della sua presenza, Marinette, confusa, si alzò e andò ad aprire la botola per accoglierlo. Non appena Chat fu entrato, la corvina chiese spiegazioni su quella visita inaspettata: «Chat Noir? Cosa ci fai qui?»

Ottenne subito una riposta da lui: «Sono venuto per scusarmi per ieri sera...» Non vedendo alcun segno di volerlo interrompere da parte della ragazza, continuò: «Non dovevo accusarti non conoscendo la situazione, per questo vorrei che tu me la spiegassi. Sempre se ti va, ovviamente.» A quel punto le si illuminarono gli occhi.
«Sei- sei stato il primo fino ad ora a chiedermi di parlare e di raccontare la mia versione», balbettò Marinette felice che qualcuno avesse finalmente deciso di ascoltarla. «Grazie, sarò felice di dirti tutto. È un po' uno sfogo per me.»

A quel punto Chat Noir sorrise, felice che l'amica avesse deciso di confidarsi.
Non appena la corvina si fu seduta nuovamente alla scrivania e dopo che questa ebbe offerto un posto al ragazzo, cominciò a raccontare: «È iniziato tutto la scorsa settimana.
Quando sono entrata in classe, tutti mi guardavano arrabbiati e feriti e io non capivo il perché. È stata Alya a dirmi tutto: qualcuno aveva sparso una voce... una voce secondo la quale io avessi detto moltissime cose spiacevoli sui miei compagni di classe e amici. Ieri ti ho già raccontato qualcosa... comunque, l'unica che non sembrava arrabbiata -ma al contrario era felice di vedermi così- era Lila. È una ragazza della mia classe.» La corvina si fermò un attimo sorpresa che Chat non l'avesse ancora interrotta. Eppure, lui la guardava e sembrava davvero attento alle sue parole. Quindi, riprese a parlare: «Lei mi odia e tutto ha avuto inizio qualche mese fa. Mentiva di continuo prendendo in giro tutti quanti e gli unici che l'avevano capito eravamo io e un mio...amico, Adrien. Poi ho avuto una discussione con lei. È stato lì che mi ha giurato che avrebbe portato via da me tutti i miei amici. Beh, come hai già avuto modo di scoprire, ora ce l'ha fatta.»
A quel punto il supereroe parlò: «Come fai a dire con certezza che è stata Lila ad architettare tutto?» Perché alla fine era questa la domanda che lo assillava.
«Chat, non sono stupida. O quella è sadica, cosa che comunque non escluderei, o non è normale ridermi praticamente in faccia quando sono da sola a piangermi addosso. L'ho capito, è chiaro. L'ho capito da come si comporta, dal suo sguardo. Ho unito tutti i pezzi, ogni cosa coincide. Era il suo piano fin dall'inizio, in fondo.» Fece una pausa e poi riprese un'ultima volta con un sussurro.
«Chat... tu- tu mi credi?»

Io e te contro il mondo💘 // miraculousWhere stories live. Discover now