Capitolo 6

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Molti degli studenti si sedettero infondo al bus, come Kim, Alix, Max, Nino e Alya.
Chloe si mise nel penultimo posto insieme a Sabrina e Juleka e Rose si sistemarono poco più avanti.
Milene e Ivan si sedettero vicini ai primi posti, in quanto la ragazza soffriva terribilmente tutti i mezzi.
Lila fortunatamente era rimasta a casa sua e non era venuta, perché aveva detto che il pomeriggio avrebbe avuto un incontro importante con il principe Alì.

Per quanto riguarda la nostra Marinette, lei decise di mettersi in mezzo, né troppo avanti né troppo indietro. Era sicura che se si fosse avvicinata agli altri, quelli l'avrebbero cacciata. La ragazza poggiò lo zaino davanti a lei e prese il suo quadernino dei bozzetti preparandosi a un lungo viaggio in completa solitudine.
Non andò come lei aveva previsto però: qualcuno si sedette accanto a lei e le toccò la spalla per farla accorgere della sua presenza.

«Marinette, posso sedermi qui?» Adrien era proprio lì e le sorrideva gentilmente.
«Cosa? Cioè volevo dire... sì certo! Vieni pure!» doveva ammettere che era sorpresa. Sebbene avessero fatto pace il giorno prima, la ragazza non si aspettava che Adrien rendesse subito pubblica la cosa davanti a tutti gli altri perché così avrebbe solo finito per ottenere il loro disprezzo.

Effettivamente fu proprio così: i loro compagni di classe iniziarono a osservare i due e non sembravano contenti. Soprattutto Nino, che guardò deluso il suo amico per poi voltarsi immediatamente verso il finestrino.
Chloe fu l'unica a cui la cosa non fece né caldo né freddo. A lei infatti le cose che aveva sentito dalla registrazione di Lila non importavano minimamente e, anzi, aveva detto alla stessa Marinette che la perdonava: "Dupain-Cheng, so che non pensi davvero quelle cose. D'altra parte la gelosia è una brutta bestia, ma che ci vuoi fare, nessuno può essere come me!"- le aveva detto.
Sabrina aveva fatto più fatica questa volta a seguire il suo pensiero, ma alla fine anche lei aveva "perdonato" Marinette.

Il tono della ragazza si fece cupo: «Sei sicuro di volerti mettere accanto a me? Così tutti ti odieranno...»
«Beh, non mi importa. Tu non hai fatto niente e come io ti ho creduta dovrebbero fare lo stesso anche gli altri. Devono avere fiducia sia in me che in te e scusa se io all'inizio non l'ho fatto.» Le rispose Adrien convinto.
«Grazie, sono contenta di non essere sola.»

Il ragazzo le sorrise: «Finché non si sistemeranno le cose con tutti gli altri, non ti mollerò un secondo. Vedi di abituarti alla mia presenza!» Marinette arrossì e si voltò verso il finestrino ridendo sperando che il biondo non avesse notato il rossore sulle sue guance.
Anche Adrien poco dopo si rese conto di quello che le aveva appena detto... le sarebbe davvero stato vicino tutto il tempo, ma non avrebbe dovuto dirglielo in quel modo: tanto per cominciare aveva mostrato troppo il suo "lato Chat Noir" e non poteva rischiare, inoltre era stata una cosa davvero imbarazzante da dire.
Doveva stare attento se non voleva che venisse qualche sospetto alla ragazza, soprattutto ora che il suo alter ego e lei avevano iniziato ad avvicinarsi sempre di più.

***

Erano passati pochi minuti dalla partenza.

Non mancava molto prima che l'autobus varcasse i confini della città di Parigi, quando il mezzo si fermò di colpo.
Adrien e Marinette non fecero in tempo a capire quello che stava succedendo che l'autista abbandonò il posto di guida fiondandosi verso l'uscita. L'uomo però non fece molta strada, infatti rimase immobilizzato dopo pochi passi.
La professoressa, che l'aveva inseguito per fermarlo, ebbe la stessa sorte.

Non distante da lui c'era una donna sospesa in aria con un arco tra le mani che indossava un costume rosso e un mantello lungo e nero a strisce dorate.
Il volto era coperto da una maschera rossa e oro elaborata, simile ad una veneziana e decorata con piume.
Solo dopo i ragazzi si resero conto che quelle piume non erano semplici decorazioni: la donna ne staccò una che, dopo essere stata subito sostituita da un'altra, si trasformò in freccia non appena sfiorò l'arco.
Era muta, non parlava e l'unica cosa che faceva era tirare contro persone innocenti quelle frecce che appena venivano a contatto con la pelle della vittima la immobilizzavano. Dopo pochi secondi queste si disintegravano in una polvere viola senza lasciare alcuna traccia.

Io e te contro il mondo💘 // miraculousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora