Capitolo 17

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Marinette era ancora nascosta aspettando il ritorno di Chat Noir o un modo per togliersi da quella scomoda situazione, quando Tikki decise di essere abbastanza al sicuro per uscire dalla borsetta della sua padrona.

«Marinette cosa hai intenzione di fare?» Le chiese gentilmente con la sua delicata ma acuta vocina.
«Non ne ho idea Tikki. Se mi trasformassi adesso, cosa penserebbe Chat? Si preoccuperebbe ancora di più, si sconcentrerebbe, perderebbe tempo a cercarmi e potrebbe addirittura scoprire chi sono!» Le spiegò preoccupata la ragazza.

«Per l'ultima tua preoccupazione, non ne sarei troppo convinta...» Sussurrò Tikki pensando a tutte quelle volte in cui entrambi erano stati a solo un passo dallo scoprire la verità per poi fallire miseramente. Beh, forse da un lato era meglio così.

«Quindi pensi di restare qui? Capisco le tue motivazioni e le condivido, ma ricorda che sei Ladybug, con o senza costume. Te l'ho detto anche altre volte e non hai mai fallito, perciò dovresti riprovarci. So che è pericoloso, ma non hai scelta. Chat Noir ha bisogno di te come tu hai bisogno di lui e hai avuto modo di comprenderlo soprattutto in questo periodo.» Le consigliò seria Tikki.

Marinette non rispose e abbassò il capo. Come avrebbe fatto ad aiutare il suo partner senza i poteri, la magia e la forza di Ladybug? Doveva pensare ed escogitare un piano.

Prima di tutto era necessario trovare l'oggetto dove l'akuma si era nascosta, poi sarebbe bastato il cataclisma di Chat Noir. Quella akumizzata non sembrava troppo potente, almeno non tanto quanto quelle che aveva affrontato sola senza Chat. Avevano una possibilità di farcela e l'avrebbero colta.

Tikki si nascose nuovamente nella borsetta, Marinette continuò a pensare ad una soluzione.

***

Chat raggiunse il vicoletto buio dove aveva lasciato Marinette e con grande sollievo la trovò ancora lì. Non sapeva come fare per proteggerla e sconfiggere contemporaneamente l'akuma, per questo aveva bisogno che Ladybug si facesse viva.
«Chat Noir!» La ragazza lo riscosse dai suoi pensieri.

«Chat, ho un piano. Per quanto banale sia può davvero permetterci di battere l'akuma di Papillon.» Il ragazzo rabbrividì non appena sentì pronunciare quel nome, ma cercò di mantenersi concentrato.
«Attira Le Tisserand e tienila impegnata mentre io cerco di capire dove si è nascosta l'akuma, d'accordo?»
«Devi essere impazzita se pensi che ti lascerò correre un rischio simile, davvero.»
«Chat sinceramente non mi interessa quello che pensi tu in questo momento. Vuoi davvero lasciare che l'akuma ti sconfigga? Non ce la puoi fare da solo, cerca di ficcartelo in testa! Apprezzo il fatto che ti preoccupi per me, davvero, ma devi pensare anche ai Parigini adesso.»

«Ladybug arriverà presto, non sarò da solo.»
«Non ne puoi essere sicuro. Non credi si sarebbe già fatta vedere a questo punto?»
Chat Noir restò in silenzio per qualche secondo, riflettendo su quello che gli aveva detto Marinette, poi sospirò: «Va bene, ma devi promettermi che resterai nascosta. Non parlare, non farti vedere, non attirare la sua attenzione, osserva e basta... chiaro?»

La corvina annuì, anche se sapeva che se Chat si fosse trovato in pericolo lei sarebbe intervenuta, non le importava come.
«Dove siete? Forza, uscite fuori! Non ditemi che siete solo due codardi...» Le Tisserand era arrivata, li stava cercando.

Chat guardò negli occhi Marinette e alla ragazza sembrò che lui la stesse supplicando di fare come le aveva detto e di non mettersi in pericolo. Lei distolse lo sguardo e quando tornò a guardare davanti a lei, il ragazzo non c'era più. Senza darsi per vinta si alzò e si sporse cauta dal vicoletto dove era stata portata, poi iniziò immediatamente a cercare l'akuma.

Le Tisserand si trovava sopra un tetto vicino e continuava a guardarsi intorno per cercare, probabilmente, Chat Noir.

Il supereroe spuntò fuori pochi minuti dopo e non impiegò molto ad attirare l'attenzione dell'akumizzata. La donnetta sorrise perfidamente: «E così il micetto ha deciso di farsi vedere...»
Chat non si scompose e appoggiandosi al bastone incominciò a provocarla: «Beh sai, non posso resistere al mio istinto felino. Quando vedo un gomitolo di lana non posso far altro che iniziare la caccia!»
«Con l'unica pecca che sarò io a cacciare te questa volta!» Le Tisserand lanciò i suoi nastri contro il ragazzo, il quale però li schivò senza troppe difficoltà. Si era abituato in fretta ai movimenti della akumizzata, non sarebbe stato difficile per lui distrarla e permettere a Marinette di individuare l'oggetto dove Papillon poteva aver inserito la sua akuma.

Io e te contro il mondo💘 // miraculousWhere stories live. Discover now