Capitolo 5

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Marinette aveva riflettuto molto durante la notte riguardo a quello che Chat le aveva detto ed era davvero tentata di ascoltare il suo consiglio.
La ragazza era infatti stufa di essere evitata dai suoi migliori amici e di vedere quella serpe di Lila che se la rideva all'insaputa di tutti.
Inoltre, trovava che stare da sola per tutto il giorno tutti i giorni fosse veramente orribile, soprattutto considerando il fatto che doveva vedere i suoi compagni di classe che chiacchieravano felici davanti a lei senza degnarla di un solo sguardo come se si fosse improvvisamente trasformata in un fantasma.

Proprio per questa serie di motivi decise che il mattino seguente, a scuola, avrebbe parlato con Alya e Nino. Poi, quando e se avesse trovato Adrien da solo senza quell'oca di Lila a girargli intorno, gli avrebbe spiegato ogni cosa e avrebbe chiarito anche con lui. Questo era il piano e si sentiva davvero sicura di sé per la prima volta dopo giorni e giorni passati a piangersi addosso.
D'altra parte, Chat aveva ragione: era passato tanto tempo e anche se un tradimento simile (sebbene non fosse mai avvenuto) poteva essere una cosa difficile da dimenticare, probabilmente Nino, Adrien, gli altri suoi compagni di classe ma soprattutto Alya, sarebbero riusciti ad ascoltarla e crederle una volta per tutte.

La mattina dopo, al suono della sveglia, Marinette si alzò subito senza esitazioni e si preparò.
Si sentiva carica, perché le piaceva credere che quello sarebbe finalmente stato il giorno in cui tutto sarebbe tornato alla normalità.
Appena arrivò in classe si sedette come al solito da sola all'ultimo banco e ovviamente nessuno la considerò, ma questa volta non ci fece caso. Era troppo speranzosa e allegra per farsi abbattere.
Lavorò tranquillamente per tutta la durata delle lezioni e quando suonò l'ultima campanella Marinette si affrettò a fare la cartella per raggiungere i suoi amici.
Alya e Nino erano più avanti e stavano per varcare il cancello dell'istituto per tornare a casa, ma lei li chiamò da lontano per fare in modo che si fermassero ad aspettarla per vedere cosa voleva da loro.

Come previsto, i due ragazzi smisero di camminare e si girarono a osservare la ragazza che correva verso di loro.
Quando lei li ebbe raggiunti i due si guardarono sconcertati.
La prima a chiedere spiegazioni fu Alya: «Marinette... che cosa vuoi?»
Lei non esitò a rispondere: «Volevo raccontarvi come sono andate davvero le cose e vorrei che voi mi ascoltaste fino in fondo senza interrompermi, per favore.»
Alya e Nino non sembravano convinti, ma decisero comunque di sentire cosa aveva da dire e acconsentirono.
«Io non c'entro niente in tutto quello che è successo finora e dovete credermi quando vi dico che non ho detto tutte quelle cose orribili su di voi. Mi dispiace se ci siete rimasti male, davvero, ma non ho fatto nulla. Tutto è cominciato qualche mese fa, quando Lila-» Marinette però venne fermata da Alya, che aveva appena mancato alla promessa di ascoltarla fino in fondo senza interromperla.

«Eh no, Marinette, non puoi scaricare la colpa sugli altri. Sei ingiusta! Sappiamo tutti bene quanto tu odi Lila solo perché a lei piace la stessa persona che piace a te. Ce lo hai fatto capire benissimo che non provi una gran simpatia nei suoi confronti: l'hai spiata, le dai della bugiarda di continuo e ora vuoi farci credere che ha creato tutta questa scenetta dell'audio e del video per farti un dispetto? Mi dispiace, ma non ci casco.» Si interruppe per poi riprendere poco dopo, questa volta con tono ferito.
«Eri la mia migliore amica, Marinette. Mi hai salvato da una akuma, mi hai difesa più volte... che cosa ti ho fatto? Che cosa ti è successo? Ci fidavamo tutti di te, ma ora non possiamo più.» Detto questo se ne andò.
«Mi dispiace» Disse Nino, che seguì subito la sua ragazza fuori dal cancello.

Marinette invece rimase lì, imbambolata e offesa.
Non si fidavano più di lei.
Preferivano credere a Lila.
Alya non la considerava più la sua migliore amica e glielo aveva detto chiaramente in faccia. Ma la cosa peggiore, era che non solo era arrabbiata, ma anche delusa da lei. Se n'era andata triste senza nemmeno salutarla.
Come avrebbe fatto a farsi credere?
Si rannicchiò per terra, non curante del giudizio degli ultimi studenti che uscivano dalla scuola.
Voleva piangere, ma le lacrime si rifiutavano di uscire, forse a causa del suo orgoglio...
In quel momento pensò subito a Chat Noir e al modo in cui le aveva creduto facilmente pur non conoscendola poi tanto bene.
Quel gatto era incredibile e ora Marinette avrebbe dato qualsiasi cosa pur di potergli parlare e raccontare tutto quanto.
Aveva bisogno di farsi tirare su di morale e sapeva che Chat ne sarebbe stato capace.

Io e te contro il mondo💘 // miraculousUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum