Capitolo 14

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Sento una strana sensazione di calore sul viso, così apro gli occhi ma i raggi del sole che filtrano dalla finestra mi accecano e mi costringono a richiuderli. Piano piano riapro le palpebre facendo abituare le pupille alla luce mattutina, sbagliando e stiracchiando le braccia verso il cielo inarcando leggermente la schiena. Mi siedo e guardandomi intorno, mi rendo conto di essere da sola. Afferro il telefono dal comodino: 8 AM. Molto lentamente mi alzo e vado in bagno per darmi una sistemata veloce. Apro Spotify e lascio la mia canzone preferita suonare nelle casse, iniziando a ballare e pettinare i miei capelli a ritmo di musica. Adoro mettere musica la mattina perché mi fa sentire di buono umore. Finita la canzone e il mio balletto improvvisato, mi lavo il volto con acqua tiepida, fisso allo specchio la mia figura e filo in salotto alla ricerca di Lando, nella speranza di trovarlo da qualche parte. Sbuffo e allora decido di andare nel mio posto preferito della suite: la vetrata enorme che dà la visione dell'autodromo e del parco al suo esterno. Mi siedo portando le gambe verso il petto e appoggio la testa su di esse. I miei occhi scrutano ogni centimetro della pista e intanto la mia testa proietta tutto quello che è successo ieri totalmente surreale. Mentre le immagini scorrono nella mia mente, la suoneria classica degli iPhone risuona nella stanza, così scaccio l'immagine che in quel momento mi stava facendo vedere l'incontro magico con Lando e rispondo senza leggere il destinatario della chiamata. <<Pronto?>> <<Ila buongiorno>> <<Alessia ciao. Com'è andata ieri sera con Carlos?>> <<Una meraviglia. E' carinissimo>> mi confessa con voce da ragazza innamorata <<Ti ha baciato?>> le chiedo entusiasta della notizia <<No, ma mi ha invitato al prossimo Grand Prix>> <<A Singapore? Cavolo che fortuna. Sono felice per te>> esclamo felice. Dopo alcuni secondi lei mi chiede come sta andando con Lando e le rispondo che abbiamo deciso di lasciare che le cose vadano come devono andare senza pressioni. Alessia, titubante, rivela di non essere pienamente d'accordo ma rispetta la scelta mia e di Lando e che mi sosterrà sempre. Dopo aver parlato di "cose da ragazze" ci salutiamo dandoci appuntamento alla stazione dei treni per tornare alla base. Sento un bip, che collego essere quello della porta. Mi giro e trovo Lando con il carrello per la colazione, pieno di ogni ben di Dio: una caraffa di spremuta d'arancia rossa, della macedonia di frutta fresca, svariati tipi di cereali e ciotole di yogurt bianco naturale. Tutta felice gli vado incontro ringraziandolo con un abbraccio e mi siedo cominciando a riempirmi il piatto. Lui fa lo stesso, sedendosi al mio fianco, in silenzio, gustandosi la sua colazione. Mentre assaporo l'acidulo dello yogurt con il dolce e croccante dei corn flakes, penso che è veramente una bella sensazione fare colazione godendosi il silenzio e la presenza di una persona speciale come Lando. Finita la mia colazione, decido di rompere per prima questo silenzio diventato tormentabile.<<Devo sbrigarmi altrimenti perdo il treno>> sbotto controllando l'ora nel cellulare. Spingo indietro la sedia alzandomi di scatto e andando verso il mio zaino colorato appoggiato su una poltrona per prendere i vestiti e cambiarmi. Mi sento palesemente a disagio perché ho paura di quello che potrebbe dire, visto l'avvicinarsi del fatidico momento della mia partenza. Silenziosamente mi segue e guarda ogni mio movimento diventato frenetico per la fretta. <<Non preoccuparti; non perderai il treno perché ti accompagno io>>. Lo guardo e sento una strana angoscia crescere dentro. <<No, è meglio se prendo un taxi>> pronuncio soffermandomi un secondo con voce roca.<< Odio gli addii>>. Lui si avvicina e mi sussurra: <<Perché lo reputi un addio?>> <<Dai Lando chi vogliamo prendere in giro>> esclamo allontanandomi <<Tu sei tu e io sono io. Cerca di capire e non rendere tutto più difficile>> <<Ok d'accordo. Non ho voglia di discutere con te. Comunque ti accompagno lo stesso, che tu lo voglia o no. Anche perché ho saputo da Carlos che accompagna Alessia e mi farebbe piacere salutarla>>. Mi giro sbuffando e maledicendo Lando in tutte le lingue possibili, tra me e me, mi rifugio in quella che era la mia meta iniziale. Non credo sarei riuscita a trattenere le emozioni che stavano crescendo dentro di me un secondo di più. Dopo essere entrambi pronti e aver sistemato la mia roba, usciamo dalla stanza e con una Mclaren parcheggiata dietro l'hotel, esclusivamente per Lando, parte e si imbuca nelle strade affollate di Monza. 

Il viaggio scorre apparentemente tranquillo con come sottofondo un cd di Ed Sheeran. Menomale perché io, in preda a un mix di emozioni contrastanti, non riesco a spicciare parola e a quanto pare neanche lui. Dopo svariati minuti, che sembrano un eternità, vedo la scritta della stazione e rilascio un sospiro di sollievo. Siamo arrivati. Parcheggia ed entriamo buttandoci in mezzo a vari gruppi affollati di persone. Inizio a cercare con lo sguardo Alessia, mentre Lando più razionale chiama Carlos per chiedere dove sono. <<Di qua. Vieni. Sono vicino al binario 4>> <<E' il mio binario. Benissimo>> esclamo inseguendolo. Avvicinandoci al binario, intravedo la folta capigliatura riccia di Alessia, così mi sbraccio e la chiamo ad alta voce per attirare la sua attenzione. Lei sentendosi chiamare, si volta e mi nota, salutandomi con un sorriso da un orecchio all'altro. Arrivati faccia a faccia io e Alessia ci abbracciamo e mentre Lando saluta Alessia, ne approfitto per dare un caloroso abbraccio a Carlos come saluto. Rivolgo lo sguardo a Alessia e le chiedo: <<A che ora hai il tuo treno?>> <<Alle 9:53,binario 4. Quello che va a Mestre. Il tuo?>> <<Non ci credo. Prendiamo lo stesso treno>> <<Si che bello>> esclama felice. Il suo sorriso mi distrae un attimo dal brutto pensiero che si sta formando nella mia testa: lasciare tutto questo e Lando. Vedo Alessia salutare Carlos ed io però non ho il coraggio di fare lo stesso con il ragazzino al mio fianco. Per fortuna decide di togliermi dall'imbarazzo, prendendomi per le spalle girandomi verso di lui e abbracciarmi così forte da togliermi quasi il respiro. Alzo lo sguardo e i miei occhi lucidi incontrano i suoi. Si avvicina lentamente baciandomi le palpebre quasi a consolarmi, quando ormai due lacrime mi rigano le guance. Sento le sue mani appoggiarsi sul mio volto e asciugarmi le guance con i pollici. <<Chiamami>>  sussurra per via della vicinanza dei vostri visi e sento la sua mano infilarmi qualcosa in tasca, facendo incontrare le nostre labbra lasciandoci un bacio delicato e dolce, come a sigillare una promessa. All'improvviso mi sento leggera, come sollevata e mi sembra di camminare a un metro da terra, mentre lascio la mano di Lando e salgo sul treno appena arrivato al binario. Le porte si chiudono e l'ultima cosa che vedo è il suo sorriso perfetto.

Amore a 300 Km all'Ora- Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora