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"No no no no! M-mark... perché mi f-ai tutto ciò... avevi detto che non mi avresti lasciato. No no non è p-ossibile" urlò il piccolo a squarciagola sentendo il suo stomaco chiudersi.

Appena i ragazzi sentirono le urla del piccolo, andarono subito da lui.
Guardavano il modo in cui le lacrime non riuscivano a fermarsi, guardavano il modo in cui la sua faccia era ridotta, i suoi capelli erano in disordine, dato che continuava a tirarli con una forza incredibile, guardavano così si buttava per terra, e come le sue vene sul collo continuavano a farsi visibili, molto visibili.

Jisung mentre fissava il ragazzo, involontariamente, fece scontare i suoi occhi con quelli di Haechan. In quel momento facevano paura... tutte le vene intorno la palpebra si erano gonfiate, gli occhi erano diventati rossi e sulla fronte mostrava una vena che si gonfiava ogni volta che tirava un urlo. Era diventato un mostro in così poco tempo.
Tutti lo guardavano, ma nessuno osava parlare.

Jeno si fece un po' di coraggio e si avvicinò un po', ma Haechan urlò ancora più forte. Era andato fuori di testa. Era panicato.
Non riusciva più a collegare, e a sentire nulla se non il desiderio di continuare a piangere.
Portava le sue mani tra i capelli e tirava e tirava, induriva le gambe facendogli contorcere tutti quei pochi muscoli che aveva.
Non riusciva più a stare sullo sguardo di tutti così corse nella sua stanza e iniziò a tirare via le lenzuola, tirava i cuscini e ancora, con quella poca voce che gli era rimasta, continuava a urlare disperatamente.
Non riusciva più a vedere per tutte quelle lacrime così decise di smettere di urlare.
Ovviamente dopo un po' si stancò di fare tutto quel caos pazzesco, così si mise sulla parte del letto del suo amato Mark e mise la sua testa sul materasso.
Dopo tutte quelle urla non stava sopportando il silenzio che si era creato nella stanza, era proprio diventato un silenzio assordante.
Chiuse gli occhi e lasciò che le lacrime continuassero a uscire.
La gola le stava dando un fastidio tremendo, non gli stava passando più la salvia, sentiva un pizzicare fastidio, ma fortunatamente aveva una bottiglia d'acqua nella sua stanza; non ci pensò due volte e andò a bere il più possibile, per poi buttarsi nel letto oramai spoglio.

Non si sarebbe mai aspettato che Mark l'avrebbe lasciato in così poco tempo, come se fosse stato uno schiocco di dita, come un fulmine tra una tempesta. Ma non era colpa sua, di questo ne era cosciente, ma ancora non realizzava.

D'un tratto, a interrompere i suoi pensieri viaggiatori, la porta bussò.

Hyuck rispose con un misero tono di voce. Nemmeno si sentiva per quanto era basso.

"Hyuck, ehm *si guarda attorno* va tutto bene?" gli chiese Jeno posandosi con calma vicino all'amico, ancora rosso in faccia.

"N-no..." disse Hyuck sull'orlo di piangere nuovamente, ma sta volta fermò le sue emozioni.

"Mi dispiace Hyuck"

"N-non è c-colpa tua" disse già con voce tremante, mordendo ripetutamente le sue unghie.

Il solo pensiero di non averlo più con lui lo faceva disperare, nel vero senso della parola.

"Vedo che non sai controllare la rabbia eh" disse ridendo un po' Jeno, riferendosi al caos fatto dal piccolo.

Hyuck non rispose, rimase solo a fissare il nulla cercando di eliminare ogni suo ricordo con Mark su quel letto... ma non era affatto facile.

"Vedrai, è finita scuola abbiamo tutta l'estate davanti" disse Jeno prendendo la mano Hyuck, stringendola.

"Io ci sono per te, come ho sempre fatto okay? Amici per sempre, giusto?" chiese Jeno mostrando il mignolo al biondino.

"Giusto" rispose unendo i due mignoli.

Jeno prese Hyuck per mano e lo portò dagli altri, così da fargli alzare un po' il morale.
Appena scese in salone tutti lo guardarono con faccia preoccupata, stupita.

"H-hyuck tutto apposto?" chiese Renjun avvicinandosi un po' al piccolo. Riuscì a vedere i suoi occhi gonfi e rossi, riuscì a vedere ancora residui di lacrime sul suo volto, ma la cosa di cui poteva naturalmente accorgersi, era il suo sguardo così sciapo, e triste. Non l'aveva mai visto così, e i due si conoscevano da tanto.
Haechan era il solito ragazzo solare, felice, che appena vedevi il suo sguardo sorridente, ti si rallegrava la giornata.
Invece quel giorno, il suo viso era tutto il contrario. Un mix tra tristezza e delusione, una cosa inaccettabile nel loro gruppo.

I ragazzi cercavano di intrattenere Donghyuck, facendogli fare qualche risata, guardarono alcuni film... ma lui non era proprio in vena.

"Ragazzi io vado a dormire, notte" disse quest'ultimo, prendendo di nascosto la lettera di Mark.
Corse come un fulmine nella sua stanza, che fu successivamente riordinata. Si posò sul letto e incominciò a rileggere e rileggere la lettera, stando attento a ogni parola scritta dal maggiore.
Hyuck, ovviamente, continuava a singhiozzare e a far scorrere quelle lacrime infinite, sul suo volto ormai morto.

Prese il telefono, dopo aver riletto minimo cento volte la lettera, per poi chiamare Mark.

[D-donghyuck...]

Si sentì Mark con una voce mai sentita prima dal minore.
Si sentiva che anche lui non stesse bene.

[T-ti amo a-nche io Mark]

Disse a tono basso piangendo il piccolo, per poi chiudere la chiamata.

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Scusate l'assenza :(

𝑅𝐸𝑀𝐸𝑀𝐵𝐸𝑅 𝑀𝐸~ᴍᴀʀᴋʜʏᴜᴄᴋWhere stories live. Discover now