9|Pallottola nel petto o nella fronte?

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Shirley era stranamente silenziosa.
Non mi aveva rivolto neanche la minima parola o occhiataccia da quando era entrata in classe.
Niente ghigni, niente minacce, niente "ti ucciderò" o "avrò la mia vendetta".

Era schiava dei suoi pensieri e dei frammenti riemersi dei suoi ricordi. Sentivo l'odio e la rabbia ribollirle dentro. Ne stava accumulando una quantità allarmante, quando sarebbe scoppiata avrebbe distrutto ogni cosa.

Lei non riusciva a gestire la sua rabbia, non ci era mai riuscita. L'unico in grado di aiutarla era Drake, lo stesso ragazzo che lei aveva ucciso e che io avevo riportato in vita con una foglia, ma questo non poteva saperlo.
Non avendo nessuno in grado di fermarla, era a tutti gli effetti una bomba ad orologeria.

«Non l'ho detto a nessuno» sussurrai, rompendo il silenzio che c'era tra noi due.

«Lo spero per te»

Guardai il posto vuoto di Eleonora. Mi aveva detto che la notte aveva sudato troppo a causa di un incubo terribile e che le era venuta la febbre. Povera Ele, ma almeno era al sicuro a casa sua.

«Vuoi... parlarne?» le proposi.

«No»

«Oh... va bene»

«Non ho bisogno della tua compassione. Tutto ciò che ho vissuto è affar mio. A portarne il peso devo essere io, com'è giusto che sia. Tu continua pure a vivere nel tuo mondo perfetto con genitori perfetti e amici perfetti»

Misi il broncio. «Non è così perfetto, credimi» "Perché il mio destino è sacrificarmi".

La mia testa assunse il peso di una palla da bowling e lottai per tenerla su.
Stava diventando perfino difficile respirare, poi mi accorsi che avevo una narice tappata dal sangue. Iniziò a scendermi bagnandomi le labbra, poi il mento e infine gocciolò sul quaderno.

Shirley accennò un sorriso nel vedermi soffrire, poi mi porse un fazzoletto con noncuranza.
Lo presi, anche se con riluttanza, poi venni notata dal professore.

Mi mandò in bagno e indovinate chi fu la mia accompagnatrice? Ma certo: Shirley.

Arrivammo in bagno e lei appoggiò la schiena al muro pieno di scritte, incrociando le braccia. Non aveva intenzione di aiutarmi, ovviamente.
Iniziai a sciacquarmi senza mai abbassare la guardia o chiudere gli occhi.
Aveva detto che mi avrebbe colpita quando meno me lo sarei aspettata e quello poteva essere il momento perfetto. Io, vulnerabile, e lei, affamata di vendetta.

«Ti capita spesso?»

Il sangue aveva smesso di colare. «No, è una novità»

Shirley sorrise. «Be' è bizzarro, sai? Anche a me sanguina a volte. Ha iniziato qualche giorno fa»

Finsi di non essere stupita. «E allora? È solo una coincidenza»

«Oppure no. Oppure c'è qualcosa di losco che mi stai nascondendo» Sorrise ilare. «Proprio come all'Accademia, ti ostini a mantenere dei segreti. Se devi farlo almeno sii più brava. Vedo che mentire o nascondere le cose non è il tuo forte»

«Hai ragione, non rientra nelle mie abilità, è una cosa tua mentire e manipolare»

«Disse quella che manipolò Mr. Slave e gli Élite»

Mi tappai le narici con due pezzi di fazzoletto e la fissai storta. Sembravo un tricheco, motivo per cui Shirley scoppiò a ridere.
Quindi era quella la sua vera risata. La detestavo. Era fastidiosa.

«Dico solo che le cose potrebbero essere collegate» continuò Shirley. «Ad entrambe sta succedendo qualcosa. Ma io sto recuperando dei ricordi perduti, tu invece...»

I Grandi 7Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz