45|Guerra al Campo

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«Non posso farlo» ammise Mr. Slave volgendo la testa dall'altra parte.

In una mano aveva il siero che aveva promesso di dare a sua figlia, nell'altra aveva il polso di Shirley che lo guardava terrorizzata.

Quando il mezzosangue l'aveva riportata nel suo laboratorio, di fronte a lui, era scoppiata in lacrime e aveva gridato degli insulti al padre.
Slave sapeva di meritarsi ogni cattiveria che gli era stata detta, aveva commesso troppi errori che non si sarebbe mai perdonato.

Aveva provato a rassicurare la figlia ma tutto ciò che ne aveva ricavato erano stati un pugno dritto in un occhio e altri insulti.

Dopodiché il Mezzosangue lo aveva obbligato a rispettare il loro patto, ma Slave non aveva più il coraggio di continuare a condurre una vita da cattivo padre.
Non voleva perdere Shirley, non ora che l'aveva ritrovata.

«Abbiamo un patto, Slave» gli ricordò freddamente Madrigale con Lidia al suo fianco che sembrava non poco preoccupata per la sua allieva.
«Lo so ma... non ci riesco. Non voglio farle del male» Slave si asciugò una lacrima prima che potesse essere vista da chiunque e si voltò verso il suo capo. «L'accordo salta. Non posso farlo e non voglio»

Il Mezzosangue sospirò. «Temevo che l'avresti fatto. Sei sempre stato un debole» Schioccò le dita e la fialetta che aveva in mano l'uomo apparve nella sua. «Ma ciò non significa che io debba rinunciare all'arma che mi hai promesso»
Slave si mise davanti alla sedia dove c'era Shirley, cercando di proteggerla. «Non le farai nulla. Non finché ci sarò io a proteggerla»

Madrigale ridacchiò maliziosamente. «Nessuno può battermi, men che meno un Normale codardo come te. Ma avevo già previsto questa eventualità e siccome hai annullato il nostro patto ho ben pensato di sospendere i fondi delle tue ricerche e denunciarti alle autorità che presto saranno qui» Sorrise mentre immetteva il liquido nero in una siringa. «Non dovresti mai giocare con le entità più grandi di te»

«Ma io ti servo! Le mie ricerche, le mie abilità...» La fronte di Slave era imperlata dal sudore, gli occhi spalancati dalla paura e il corpo che tentava in tutti i modi di schermare quello di Shirley.

«Ho trovato qualcuno migliore di te. Non volermene male, con i soldi che ho racimolato mi sono comprato una bella compagnia di scienziati che non vede l'ora di sottostare ai miei ordini, a differenza tua. E ora levati»

Con un gesto della mano il corpo di Mr. Slave venne sbalzato via, liberando quello di Shirley che tentò di liberarsi ma le catene con cui l'avevano legata erano magiche e per giunta ideate per contenere belve paurose.

Rivolse uno sguardo al padre che giaceva a terra, con del sangue sulla tempia, ma non provò nulla. Nessuna pietà, nessuna emozione contrastante. Era felice che quell'uomo avesse finalmente avuto ciò che si meritava per aver fatto del male a lei, alla sua famiglia e a tutti quei ragazzi innocenti che aveva rapito, oltre che alle Creature della Notte su cui faceva esperimenti.

Per quanto lui volesse cambiare non avrebbe mai potuto cancellare il suo passato e le atrocità che aveva fatto. Sarebbe rimasto nella memoria collettiva come un uomo spregevole e senza cuore che avrebbe scontato le sue colpe in cella per un lungo periodo di tempo. E lei non sarebbe stata altro che felice di tutto ciò, perché lui si meritava ogni crudeltà di quel mondo.

«Sentirai solo un piccolo pizzicore» la avvertì il Mezzosangue con un finto sorriso benevolo.
«Perché lo fai?» chiese Shirley con una freddezza tale che lo impressionò.
«Fare cosa?»
«Rendermi più forte. So cos'è quel siero, so anche chi sei e cosa sei in grado di fare. So che sei il Mezzosangue, l'essere più potente del Mondo Nascosto e del Mondo dei Normali, ma allora perché hai scelto me che sono solo una strega alle prime armi?»

I Grandi 7Where stories live. Discover now