28|Supercattiva

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Ricordate quando da piccoli sentivate storie sull'eterno conflitto tra bene e male? Tra luce e buio? Tra eroi... e mostri?

Vi rivelerò un segreto: quei conflitti sono reali e accadono sotto ai vostri occhi ogni giorno. Come un serpente il male striscia indisturbato nell'oscurità e avvolge le anime di coloro che non riescono a resistergli.

Un suo tentacolo aveva toccato Shirley, l'aveva soffocata e soggiogata, ma finalmente, dopo tanti tentativi, era riuscita ad allentare la presa e a scacciarlo grazie al ricordo della sua famiglia.

Tuttavia, una volta assaggiato il potere del male, è difficile liberarsene. E anche se ormai credeva di stare camminando nella luce insieme a suo fratello, presto essa sarebbe ritornata e l'avrebbe divorata.

«Preferisci le pennette al sugo o gli gnocchi al ragù?» le chiese la madre mostrandole due sacchetti blu con dentro uno la pasta e l'altro gli gnocchi.

Shirley ponderò bene sulla risposta. Guardò Eddy inumidirsi le labbra mentre guardava ammaliato gli gnocchi e capì cosa doveva rispondere. «Gnocchi»

Eddy esultò in silenzio e tornò in soggiorno a vedersi la tv, rimbalzando sul divano come adorava fare.

La ragazza rimase con la madre, aiutandola a preparare da mangiare. Imparò così a cucinare. Nella villa, essendo sempre servita, o anche all'Accademia non aveva mai avuto la necessità di farlo, ma ora voleva rendersi utile e impararlo.

Un giorno, quando sarebbe andata a vivere in un'altra casa, avrebbe dovuto farlo, quindi prima imparava e meglio era.

Rimase a fissare la pentola scaldarsi, in attesa che bollisse, con la stessa concentrazione che aveva un gatto prima di scattare improvvisamente per afferrare la sua preda. Era pronta a metterci del sale.

Sua madre rise spensierata. «Non si guarda la pentola che bolle»
«No?»
«No. Altrimenti il tempo sembra non passare mai»

Le accarezzò la guancia e le stampò un bacio sulla fronte prima di prendere il telefono e scrivere a qualcuno. A giudicare da come sorrideva sembrava essere una persona molto importante per lei.

Shirley provò a sbirciare ma proprio in quel momento il coperchio della pentola iniziò a traballare.

Era ora.

Entrò in azione e con la stessa cura che riservava per le missioni di suo padre, tolse il coperchio e mise un cucchiaino di sale dentro, infine ci versò gli gnocchi.

Si voltò verso la madre, in posizione d'attenti com'era abituata. Si accorse dell'atteggiamento sbagliato che aveva assunto dall'espressione confusa e preoccupata della donna, che poco dopo si alzò e andò a girare gli gnocchi con un cucchiaio di legno.

Accarezzò la figlia e le sorrise fiera. «È difficile all'inizio, ma con la pratica imparerai a fare cose anche più complicate»
«Quindi... sono andata bene?» le chiese dondolandosi sui talloni.
«Sei stata bravissima. Ora stai con tuo fratello, se si emoziona troppo per un cartone rischia di far cadere il telecomando e di romperlo» Sbuffò pensierosa. «Com'è già successo, purtroppo»

La mente egoista di Shirley pensò per un attimo che se si fosse rotto avrebbero potuto ricomprarne tranquillamente uno nuovo, uno migliore. Ma poi si ricordò delle condizioni economiche della madre. Nella dispensa c'era cibo a malapena per due persone, figurarsi tre. Cercava di far durare tutto il più a lungo possibile e quando una cosa finiva si rassegnarla a doverla ricomprare.

Purtroppo è questa la vita di chi va avanti a fatica. Si conosce la modestia, forse un po' troppo, si fanno dei sacrifici, ma nonostante tutto si prova sempre a far avere ogni cosa ai propri figli. Eddy aveva tutto quel che un bambino poteva desiderare e questo perché sua madre lo amava a tal punto da fare dei sacrifici per lui. Era una brava madre e Shirley avrebbe voluto aiutarla, ma cosa avrebbe potuto fare una tredicenne?

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