36|Sangue, vampiri e castelli

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Incubia lasciò Nicholas senza fiato.

Erano apparsi di fronte a una fortezza rossa nel mezzo di una distesa di soffice neve bianca.
Il bellissimo paesaggio era incorniciato dalle montagne innevate che proteggevano la città.

Il castello sorgeva in mezzo alle mura della fortezza ed era protetto da centinaia di soldati appostati nelle torri con i loro archi incantati, pronti a rimuovere qualsiasi intruso.

Dalla montagna scendeva giù, in un moto regolare, seguendo le sue stesse curve sinuose, un fiume che passava alla sinistra della fortezza e andava a sud, verso la città imperiale dove abitavano tutti i soldati con le loro famiglie.

I nobili abitavano nelle borghesie tutte intorno alla fortezza, alcune addirittura sulle montagne. Non c'erano campi da coltivare, tutto era ricoperto da almeno venti centimetri di neve.

Il cibo lo importavano dalle foreste del sud con la quale confinavano, mentre la principale fonte di nutrimento la ricavavano dal fiume che era fatto nientemeno che da sangue. Nessuno sapeva di quale essere fosse, ma era bevuto dai cittadini. I nobili invece facevano uso del sangue di cervo, creatura ben più raffinata e rara che si trovava spesso nei boschi sulle montagne o a valle.

Il respiro di Nicholas si condensò in una nuvoletta di vapore. Si era pentito di essersi tolto il cappotto prima di tentare invano di salvare Isabelle.
La vampira invece era appena stata coperta con un pesante cappotto rosso con i bordi di pelliccia nera e soffice.

Le guardie vennero ad accoglierli in fretta portandosi appresso un carro dove fecero salire Yliandar e Zerafor, Nicholas rimase a piedi insieme alle guardie che lo tenevano ben stretto in modo che non potesse liberarsi per alcun motivo.
Gli tenevano così strette le braccia che ormai non se le sentiva più, la circolazione si era fermata anche a causa del freddo.

Passato l'enorme cancello si ritrovarono in mezzo ad uno spiazzo dove si erano raggruppate decine di soldati con le loro armature coperte da folte pellicce. Tuttavia era impossibile che fossero fatte di ferro, con quel freddo si sarebbero ghiacciate e avrebbero impedito ogni movimento.

Come aveva studiato all'Accademia esistevano delle leghe di metalli che potevano resistere al gelo, come ad esempio il titanio, il nichel, il rame e alcune leghe dell'alluminio, tuttavia era facilmente intuibile che avessero usato il titanio per via del suo colore grigiastro e della sua alta resistenza agli urti.

Le pesanti porte del castello vennero aperte da due vampiri alti come minimo due metri, che con la loro forza avrebbero potuto facilmente sgretolare le ossa di Nicholas anche solo sfiorandole.

Il ragazzo deglutì a fatica mentre Yliandar scendeva dalla carrozza e faceva il suo ingresso trionfale nel castello, acclamata dalla servitù e dall'esercito.
Sorrideva mostrando i canini come se tutto ciò fosse normale, ma come poteva esserlo?

«Questo è il tuo mondo, d'ora in poi» disse Zerafor, appoggiando una mano sulla spalla della vampira. «Ti insegnerò ogni cosa prima dell'incoronazione ufficiale»

Nicholas tentò di liberarsi dalla presa delle guardie. «No! Isabelle! Torna in te... ti prego...»

Lei si voltò lentamente, guardandolo coi suoi occhi color rubino. «Isabelle è morta» Poi fece un cenno con la mano alle guardie. «Portatelo via dalla mia vista»

Zerafor si sporse in avanti aggiungendo: «Insieme agli altri prigionieri, mi raccomando. Ma non risparmiatevi dal dargli una lezione per essersi rivolto con così tanta confidenza alla futura regina di Incubia»

I Grandi 7Where stories live. Discover now