31|Primo giorno da guardia del corpo

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Aprì un occhio, poi l'altro, e vide davanti a sé, accasciato sulla scrivania, il corpo ronfante di quello che doveva essere la sua guardia del corpo.
Non sapeva se ridere di lui o preoccuparsi che i genitori potessero vederlo.

La porta era chiusa a chiave ed era l'unica sveglia in casa.
Si tolse le coperte e scivolò di lato mettendosi le sue pantofole per poi alzarsi.
Un brivido le attraversò la schiena facendola trasalire. Fuori dalle coperte si gelava.
Resistette all'impulso di fiondarsi sopra il suo soffice letto e camminò lentamente verso Nicholas per non svegliarlo.

Il ragazzo russava. Le braccia erano svaccate sulla scrivania disordinata e il libro che stava leggendo era poco più a sinistra, col segnalibro ormai a metà.
Era stato sveglio tutta la notte e lo aveva fatto per lei. Forse non era proprio così, forse era solo stato minacciato da Zerafor, ma c'era qualcosa di tenero nel suo gesto che riuscì a smuovere anche solo di poco la coscienza della giovane vampira.

Sorrise mentre notava che i suoi capelli piastrati color biondo platino stavano cedendo alla loro vera forma: i riccioli.

Doveva essere molto scomodo in quella posizione, però decise di lasciarlo così come punizione per tutto quel che aveva fatto passare a lei e al suo vecchio gruppo.

Era chiaro che fosse cambiato, solo che non sapeva se in meglio o in peggio.

Lo avrebbe tenuto sotto esame per un po', ma come avrebbe fatto a nasconderlo ai suoi genitori? Non poteva chiudere sempre la stanza a chiave e di certo Nicholas avrebbe avuto bisogno sia di sangue per trattenere la sete che di cibo e acqua.
Poteva inventarsi che era uno studente venuto dall'estero, ma avendo lui un leggero accento veneto la sua bugia sarebbe stata scoperta.

Sospirò e si diresse verso l'armadio per prendere i vestiti che si era preparata la sera prima.
Il suo sguardo cadde su una coperta gialla e arancione che aveva usato quando aveva avuto la febbre e che era stata pulita e messa sulla sua sediolina circolare in attesa di essere riposto nella parte alta del suo armadio.

Guardò Nicholas, poi di nuovo la coperta. "Non dovrei essere così gentile con lui, però..." pensò afferrandola.

La aprì e la mise sulle spalle di Nicholas che mormorò qualcosa di incomprensibile e sorrise innocente. Era fin troppo tenero per i gusti di Isabelle.

Andò a cambiarsi in bagno, maledicendo la porta per aver scricchiolato troppo a lungo.
Si tolse il pigiama rosa e bianco e si mise la divisa della scuola.
Per fortuna non era quell'obbrobrio di tutina grigia dell'Accademia. Era composta da dei jeans a metà fra lo stretto e il largo, da una maglietta bianca di cotone col logo della scuola in un angolo e una felpa verde scuro.

Non amava molto il verde, di solito era il rosso il suo colore preferito, il blu si aggiudicava il secondo posto, però si era orbai abituata a indossarlo ogni giorno per evitare di prendersi un richiamo.

Era passata da una scuola rigida a una meno rigida.
Era una delle migliori della Svizzera italiana e, avendo passato il test d'ingresso a pieni voti, era stata accettata subito e le era stato dato uno sconto su libri e retta scolastica.

Era un'ottima cosa, specialmente per una che sapeva di avere grandi ambizioni per il futuro ma che non aveva ancora scelto in cosa specializzarsi. D'altronde era solo in prima superiore.
Ma mai avrebbe pensato da grande di fare la regina. No, non rientrava proprio nei suoi piani.

Di recente aveva iniziato a documentarsi un po' su tutto quel che riguardava le regine, sul galateo eccetera. Si sentiva stupida e imbarazzata, ma se fosse veramente diventata una regina allora doveva sapere come gestire il suo popolo al meglio.

Uscì dal bagno e vide Nicholas stropicciarsi gli occhi mentre si alzava lentamente dalla sedia, ancora avvolto dalla coperta.
«Buongiorno, dormiglione» bisbigliò Isabelle mentre si faceva una coda alta.

I Grandi 7Where stories live. Discover now