10|Un lontano passato felice

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L'operazione andò a buon fine.

Shirley aprì gli occhi dopo una giornata intera passata a dormire e la prima persona che vide fu Nicholas.

Sorrise lievemente, poi notò Lidia poco più lontana da lui.

Ricordava che la strega l'aveva portata in braccio al sicuro, dove poi le avevano estratto il proiettile e ricucito la ferita.
Ora stava meglio, clinicamente, ma fisicamente non era così. Sentiva tutto il corpo intorpidito e i muscoli faticavano ad obbedire ai suoi comandi.

Strizzò gli occhi e provò a sorridere a Nicholas, fallendo.

Il ragazzo le accarezzò i capelli neri scompigliati e le diede un bacio sulla fronte. «Sono felice che tu sia viva. Mi hai spaventato, non farlo mai più» Poi si voltò verso Lidia. «Tu sai chi è stato?»

La strega appoggiò la schiena al muro, tenendo le braccia incrociate. «Sì, lo so, e lo sa anche Shirley. Ma se le tue intenzioni sono la vendetta allora non ti rivelerò mai chi è stato. Questa è una cosa che deve risolvere Shirley, nessuno dovrà ostacolarla, ci siamo capiti?»

Nicholas digrignò i denti, infastidito dall'impossibilità di vendicarsi. «Sì, capito...»

Shirley gemette quando provò ad alzarsi.

«Ehi, tu, ferma dove sei» le disse Nicholas. «Devi riposarti o finirai per peggiorare le cose»

«No. Non posso riposarmi. Io devo... distruggerla...»

«Piano con la vendetta» Disse quello che fino a un attimo prima voleva vendicarsi. «Qui si tratta di te, della mia Shirley. La tua gamba è guarita ma tu ancora no. Devi dormire, vedrai che poi ti sentirai meglio»

Lei scosse la testa. «No, impossibile. Starò meglio quando lei sarà morta»

Lidia sbuffò, attirando l'attenzione dei due. «Vendetta, vendetta, vendetta, basta. È solo una stupida ragazzina. Volete seriamente darle tutto questo peso?»

Shirley strinse i pugni. «Lei mi ha portato via ogni cosa» Poi guardò il suo ragazzo. «E ha fatto lo stesso con Nicholas e mio padre. Ha rovinato le vite di tutti col suo modo egoistico di fare, e la pagherà cara»

«Ti ha già battuto molte volte» le fece notare Lidia. «Cosa ti fa credere che andare adesso, che sei perfino più debole, ti farà vincere? Riposati, recupera le forze perdute e solo allora potrai parlare di vendetta, sempre che sia necessaria»

Shirley si guardò intorno. Suo padre non era venuto a vegliare su di lei. Anzi, non era venuto affatto nonostante sapesse cosa le era successo.
Doveva averlo deluso profondamente.

Lidia ricevette un messaggio sul suo telefono. «È tuo padre» la informò. «Dice che ha elaborato un piano. Vuole parlarmene fra poco»

«Un piano per cosa?» chiese Nicholas.

«Suppongo che abbia a che fare con la ragazza che ha sparato a Shirley»

Nicholas sbiancò. «Un momento. Quindi è stata Giulia?!»

«Alla buon'ora!» disse Lidia. «Certo che ce ne metti un po' per capire le cose. Ad ogni modo, credo che Mr. Slave la voglia viva» Lanciò una rapida occhiata a Shirley. «Mi dispiace»

«Ovviamente» ringhiò Shirley. «Ogni volta che mio padre si mette in mezzo, rovina sempre tutto. Se deciderà che sia il caso di torturarla, io mi propongo per farlo»

«Shir...» disse Nicholas, sorpreso.

«Non guardarmi così! Se lo meriterebbe!»

Lui si arrese. «Hai ragione, per come ti ha ridotta è giusto così. Ora però devi riposarti»

«Ho ancora la rabbia in circolo»

«Allora calmati e poi riposati. Ci vediamo domani mattina a colazione»

Shirley sbuffò mentre guardava Lidia scomparire in un vortice di fumo Viola e Nicholas camminare normalmente verso la porta.

Decise di prendere un grosso respiro per calmarsi e poi di chiudere gli occhi.
Più energie accumulava, più sarebbe stata abbastanza potente da farla pagare alla sua nemica.

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

Una manina piccola e paffutella le si posò sul braccio, tirandole gentilmente la manica della maglietta.

Era seduta su un tappeto, con in mano un pupazzo a forma di piccolo squalo, e lo stava muovendo, facendo delle vocine buffe.

Stava giocando e si sentiva felice.

Il bambino vicino a lei sorrise, mostrandole un sorriso tenero.

"Shasha" la chiamò. Non sapeva dire molte parole e non era in grado di pronunciare la r del suo nome, così la chiamava Shasha, un soprannome che lei adorava.

Lo fece sedere vicino a lei e lo coccolò mentre il piccolino si appropriava del suo pupazzo e iniziava a ridere, muovendolo su e giù.

L'aria sapeva di torta alle mele appena sfornata.
Sua madre doveva averne fatta una per festeggiare il compleanno di suo padre.

Sentì il tintinnio delle chiavi di casa, poi il tonfo di una cartella piena di fogli e documenti, e in quel momento seppe che suo padre era tornato.

Prese in braccio il bambino e camminò velocemente verso l'entrata.

«Papà!» La sua voce era piccola e innocente, come lei.

Sua madre prese il bambino in braccio, liberando Shirley, e lei corse ad abbracciare suo padre, riempiendolo di bacini sulla guancia.

«Mamma ha fatto la torta per te!» ridacchiò.

«Davvero?»

L'uomo guardò sua moglie e le stampò un bacio sulle labbra.

«Bleah» commentò Shirley.

«Ble» ripeté il piccolino.

Il padre si inginocchiò di fronte alla figlia e mise una mano in tasca.
Quando la tirò fuori, Shirley vide un piccolo portachiavi a forma di gattino.

«È bellissimo!» Lo prese e lo ammirò attentamente, con gli occhi che le brillavano dall'emozione. Saltellò un paio di volte, poi corse nella sua stanza. «Vado a metterlo sullo zaino! Lo farò vedere ai miei compagni!»

E scomparve dietro la porta. Ma da lì riusciva comunque a sentire le voci dei suoi genitori.

«Dove l'hai trovato?» le chiese la moglie con sospetto.

«L'ho comprato. Hai presente quel progetto di cui ti parlavo? Ne ho preso parte. Faremo una montagna di soldi, non dovremo più preoccuparci di niente. E forse riusciremo anche a trasferirci in una casa più bella»

«Jon...»

«Tranquilla, vedrai che andrà tutto bene. Confido in questo progetto e nelle persone che mi hanno aiutato a svilupparlo. Salveremo il mondo, e intanto ci faremo un bel gruzzoletto»

Shirley tornò nella stanza con un largo sorriso.

«Ne parliamo dopo» concluse la moglie, poi gli sorrise. «Tanti auguri, amore»

Slave sorrise e nel vederlo, Shirley non poteva essere più felice di così.

I Grandi 7Where stories live. Discover now