24|Torneo

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Non avevo mai avuto un mal di schiena così forte come quello.
Mi ero allenata parecchio facendo esercizi piuttosto pesanti consigliati da Athariel, ma la cosa peggiore era stata la brillante idea di chiudere due minuti gli occhi sulla riva ciottolata del lago perché erano diventati otto ore.

Athariel non si era nemmeno preoccupato per me. Mi aveva lasciata lì senza il minimo rimorso, come se volesse punirmi.

Ma ciò non basto mica a scoraggiarmi. Andai con fierezza al tavolo delle iscrizioni fuori dall'arena, sperando che nessuno iniziasse a sparlarmi alle spalle ma inevitabilmente accadde.

Be', cosa dovevano dire che io non sapessi già?
Ero bassa? Sì. Ero debole? Forse. Ero stupida? Decisamente. Avrei perso? Ovvio, mi allenavo solo da qualche mese invece i partecipanti erano lì da anni o comunque avevano una padronanza delle armi fuori dal comune.

«Nome e cognome» disse con tono scocciato il ragazzo delle iscrizioni.
«Giulia» risposi.
«Giulia e...? Cognome»
«Sono solo... Giulia»

Lo vidi sbuffare ma poiché non aveva voglia di perdere tempo mi iscrisse e mi diede un pass per gli spogliatoi dell'arena che avrei dovuto restituire a fine torneo.

Dietro di me c'era una lunga fila di ragazzi che volevano ottenere un biglietto. Costava solo una moneta di osso di drago, la valuta del Mondo Nascosto, se si aveva dai sedici anni in su, più sotto non si pagava, e i soldi guadagnati si usavano per la mensa o per comprare i metalli per i fabbri.

Mi guardai intorno in cerca di Federico Flores. Speravo almeno che mi augurasse buona fortuna ma non si era fatto vivo.
Strano, avevo dato per scontato che partecipasse anche lui al torneo di cui mi aveva parlato con tanta passione nella voce.

Mi venne data un'armatura di cuoio piuttosto pesante di una taglia più grande. A quanto pare non c'erano armature per "bambini". Odiavo essere di statura piccola, specialmente per motivi come quelli.

Un fabbro dai capelli corvini e dagli occhi a mandorla del medesimo colore si avvicinò a me, mi studiò un pochino e infine mi rifilò una spada di legno sorridendo raggiante e dicendo: «Sono sicuro che anche con questa riuscirai a vincere»

Ma la cosa migliore è che mentre stava parlando uno dei candidati aveva fatto schioccare una spada-frusta di metallo terrorizzandomi.

E io dovevo lottare con quello stuzzicadenti? Sul serio? Oh, se ci fosse stato Athariel avrebbe riso come un matto. Anzi, iniziavo a pensare che fosse tutto un suo diabolico piano per mettermi ancora di più in difficoltà.

Mi fecero entrare in uno spogliatoio femminile insieme alle combattenti mentre i ragazzi vennero portati in quello accanto.

Mentre noi restavamo in silenzio fissandoci a vicenda chi un po' intimidita -palesemente io- e chi con fierezza e arroganza nello sguardo.

Non c'era nessuna che conoscessi ma loro sembravano sapere benissimo chi ero e non vedevano l'ora di battermi.

Se da noi c'era tutto quel silenzio, nello spogliatoio dei maschi era totalmente diverso.
Noi ragazze ci guardammo confuse mentre si sentiva della lieve musica di Taylor Swift trapelare dalla parete e le voci dei ragazzi dire "shake it off! shake it of! oh oh".

Non avevo mai sentito qualcosa di più esilarante. Senza rendermene conto ero scoppiata a ridere e dopo poco si erano aggiunte le altre.

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