11|I poteri del guardiano dell'Albero Dorato

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"Nelle vene ti scorre sangue guerriero. Tu non sei fatto per la morte, tu... sei fatto per portare la vita"

"Tu... curerai il mondo"

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Quelle parole risuonavano in testa a Drake nonostante si stesse sforzando di pensare solo a quello che doveva dire.
Era nello studio di Gregorio, la porta era chiusa e lui era seduto accanto all'anziano mago. Gli stava raccontando ogni cosa, dalla sua esperienza all'Accademia, al recente mistero luminoso.

L'anziano ascoltava tutto con molta attenzione, passandosi una mano sopra la folta e ben curata barba d'argento.

«Che cosa mi sta succedendo, Gregorio? Io non capisco» gli chiese preoccupato.

Gregorio gli fece cenno di aspettare e se ne andò momentaneamente a frugare nella sua ampia libreria piena di volumi antichi rilegati in pelle.
L'odore di carta vecchia e ingiallita si fece sempre più intenso mentre si avvicinava al ragazzo e infine gli mise sopra le ginocchia un libro con l'immagine di una grossa quercia dorata.

«Qua dentro ci sono tutte le risposte che cerchi»

«In questo libro? Seriamente?»

Gregorio annuì. «Esatto, giovane guardiano. Tutte le risposte sono in questo libro. Ho capito ciò che sei, ma hai bisogno di scoprirlo da solo. Dirtelo non avrebbe lo stesso impatto»

Drake sbuffò. «Però sarebbe più semplice...»

«Nulla è semplice nella vita. Ci sono le cose difficili e le cose meno difficili. Il concetto di semplice è solo un'illusione soggettiva» Dopo questa perla di saggezza prese un diario di pelle nera dal suo scaffale. Era tozzo e piccolo. Lo accarezzò come se appartenesse a un vecchio amico, poi guardò di nuovo Drake. «Aprilo, su, poi dimmi cosa sei riuscito a capire»

Infine si lasciò andare sulla poltrona, prese i suoi occhiali e li sventolò sulla pagina aperta di quel diario, facendo comparire delle parole.
Se li posizionò con cura sopra la gobbetta del naso e iniziò a leggere pacificamente, sorridendo di tanto in tanto.

Drake osservò le scritte e si grattò la testa confuso. Non riusciva a capire nulla di quel linguaggio antico. Non era scritto in un alfabeto che appartenesse ad alcuna lingua del mondo Normale o perfino del Mondo Nascosto, motivo per cui non riusciva a tradurlo.

Il mago, notando le difficoltà del ragazzo, ridacchiò a bassa voce. Poi chiuse il diario con calma e lo appoggiò sulla sua scrivania.
Gli scompigliò affettuosamente i capelli e gli rivolse un sorriso.

«Questo è l'alfabeto degli antichi: l'Animus. È vivo tanto quanto te e me. Sceglie lui da chi farsi leggere in base al suo destino e ai suoi desideri»

«Allora non riuscirò mai a sapere cosa c'è scritto»

Gregorio sorrise. «E chi te lo dice? Concentrati, desideralo con tutto te stesso. Vuoi sapere la verità su ciò che sei, no?»

«Sì, lo voglio, però...»

«Nessun "però", giovane guardiano. Concentrati» Poi ritornò a sedersi e continuò la lettura di quel misterioso e piccolo libro.

Drake accarezzò la pagina incomprensibile. Le lettere erano grovigli incomprensibili d'inchiostro, spalmati sulla carta spessa e ingiallita dal tempo.

"Quindi devo desiderare di leggere... ma io odio leggere!" Sbuffò. "Dovrei iniziare a farlo, dicono tutti che è un passatempo interessante. Ma cosa ci possono trovare delle persone nel fissare delle lettere su una pagina? E per di più dovrei fidarmi di gente che mentre legge ha delle allucinazioni e immagina ogni cosa per poi innamorarsi di persone che non esistono? No, è fuori discussione"

I Grandi 7Where stories live. Discover now