18|Ti odio più di quanto odi me stessa

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«Non hai fame, figlia mia?»

Shirley scosse la testa senza incontrare lo sguardo di suo padre.
L'uomo era finalmente uscito dal suo studio dopo che aveva saputo dell'incidente dei due ragazzi.
Per quanto fosse un padre orribile era sempre un padre e si era spaventato a morte per la sua povera piccola Shirley.

Non voleva che la sua più grande creazione fosse danneggiata.
Ma sì, cosa andavate a pensare? Che le volesse genuinamente bene come un padre normale? Ma va!
Stiamo parlando di Mister Slave, di colui che ha rapito e imprigionato centinaia di ragazzini e ha trasformato sua figlia in un mostro.

«Mangia qualcosa, ti sentirai meglio»
«Non me la sento ora, mi spiace»

Dopo aver rivelato a Lidia cosa aveva visto nel suo sogno, la strega le aveva raccontato delle sostanze che suo padre le somministrava quotidianamente per impedirle di ricordare e così aveva deciso di digiunare finché non si sarebbe ricordata almeno l'indirizzo della sua vecchia casa.

Il piano era di riuscire a ricordarselo, scriversi tutto in una lettera che solo lei avrebbe potuto leggere e ritornare a fare il gioco di suo padre.

Appena ne avrebbe avuto l'occasione se ne sarebbe andata immediatamente da lì.
Iniziava ad essere soffocata dall'aria che respirava insieme a suo padre. In parole povere si era stancata di lui e dei suoi modi di fare e finalmente aveva intenzione di reagire.

Lidia e Nicholas non l'avrebbero ostacolata di certo. Entrambi avrebbero compreso i suoi motivi e le avrebbero lasciato fare quel che voleva ma suo padre... lui le avrebbe dato la caccia in tutti i modi possibili se se ne fosse andata.

Quello rimaneva infatti la più grande falla del suo piano di fuga ma avrebbe presto trovato una soluzione.

«Hai ancora dolori intercostali? Ti posso somministrare un antidolorifico se vuoi»
«No no, va bene così»
«Come preferisci»

Suo padre sprofondò nella sua sedia con un sonoro sbuffo rassegnato.
Da quando l'aveva punita lei non gli parlava più come un tempo.
E ci credo! Aveva tutti i diritti e i motivi per farlo!
Ma questo Mr. Slave non riusciva proprio a capirlo.

Shirley si alzò da tavola senza avere toccato nulla e se ne andò nella sua stanza sotto gli occhi stupiti di suo padre, Lidia e Nicholas.

Quest'ultimo decise di abbandonare la sua adorata gelatina alla fragola ormai a metà per andare a controllare che fosse tutto a posto.

Ma non lo era, non lo sarebbe mai stato finché la piccola strega sarebbe rimasta dentro le quattro mura di casa Slave.

«Posso entrare?» chiese Nicholas bussando alla porta con un dito.
«Fa' come vuoi» rispose la ragazza sistemandosi la camicia bianca allo specchio.

Fece spallucce ed entrò chiudendo la porta dietro di sé. Non era raro vedere di malumore la sua ragazza e ormai aveva imparato qualche trucchetto per rallegrarla almeno quanto bastava per farla uscire dalla sua stanza.

La cinse per la vita e appoggiò il mento sulla sua spalla sorridendo spigliato. «Cosa posso fare per lei, mia regina

La ragazza sussultò e si allontanò immediatamente da Nicholas.
Essere chiamata così le faceva riemergere il senso di colpa per aver ucciso Drake, l'unica persona che l'aveva amata per davvero senza secondi fini.

Era un amore giovane, quasi ridicolo, ma era pur sempre qualcosa e sapere che lei stessa lo aveva distrutto la faceva stare male.
Dopo tutto quel che lui aveva fatto per farla stare bene e sentire amata, per migliorarla, lei lo aveva tradito in quel modo e si sentiva uno schifo.

I Grandi 7Where stories live. Discover now