23|Federico Flores

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Perdere qualcuno non è mai stato facile.

Per quanto si potesse piangere e pregare non sarebbe mai tornato indietro e sperarci è troppo doloroso. Ci si affeziona a una persona, com'è giusto che sia, e se viene a mancare scompare una parte di noi, la parte solare e gioiosa che ci teneva legati al defunto, allo scomparso, al rapito...

Ma a volte le cose devono andare così. Il destino deve fare il suo corso, seppur crudele e insensibile alle sofferenze degli umani e di chiunque abbia una mente pensante che gli faccia provare delle emozioni.

Penserete che sia crudele ad avervi raccontato una cosa così straziante come la separazione di due migliori amiche che avrebbero dovuto passare insieme ancora tanto tempo.
Mi dispiace, sul serio, ma non posso cambiare il corso degli eventi che ho vissuto, non ho questo potere e fidatevi se vi dico che avrei tanto voluto che non fosse successo.

Tuttavia posso solo rassicurarvi dicendovi che dopo qualche mese superai il lutto, anche se non era uno vero e proprio ma non potevo sapere se l'avrei mai rivista prima di morire.
Potrei saltare al giorno d'estate in cui imparai ad accettare la realtà grazie a una persona importante come la prescelta di Uriele, ma per ora è meglio rimanere concentrati su gennaio e sull'avventura che stavo vivendo.

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

Affondai la testa nel cuscino, inumidendolo con le mie lacrime.
Ero stata tutto il tempo con Athariel, Gregorio e gli altri anziani che cercavano goffamente di consolarmi e avevo dovuto trattenere la mia tristezza fino a quel momento. Quando poi ero tornata nel tendone e mi ero seduta dove aveva dormito Eleonora ero scoppiata.

Non un verso usciva dalla mia bocca. Piangevo in silenzio lacrime amare, lacrime innocenti, lacrime tredicenni.

Su quel letto ora ero una ragazzina come tante, schiacciata dalla vita prima di poterne vedere la parte migliore.

Pensavo di aver perso tutto. Nessuno mi sarebbe più venuto a consolare nel modo speciale che faceva lei ma qualcuno venne lo stesso.

Un guardiano si sedette sul letto e mi mise timidamente una mano sulla schiena.
Il contatto mi fece sussultare, ma non mi girai. Non volevo che qualcuno mi vedesse in quello stato penoso.

«Ho visto cosa è successo» esordì con voce amareggiata. «Mi spiace davvero molto...»

Non risposi, ma non perché non ne avevo le forze ma perché non sapevo cosa dire. Cosa si risponde a un "mi dispiace"?

«Non ti conosco e tu non conosci me, ma volevo da tempo provare a parlarti... Non so se ho fatto la scelta giusta a venire in questo momento»

Ancora nessuna risposta da parte mia.

«Oh... forse vuoi stare da sola»
«No, non andare» La mia testa fece capolino dal cuscino per vedere meglio il ragazzo. I capelli erano corti ma riccioli, la pelle abbronzata come se fosse rimasto al mare per un mese intero e gli occhi erano di un nocciola intenso pieni di compassione e di sorpresa. «Resta qui, sembri gentile»

«D-davvero?» chiese incredulo. Aveva la stessa timidezza di chi stava parlando con una celebrità.
«Sì»

Mi sedetti accanto a lui e feci per asciugarmi le lacrime con le maniche ma lui mi porse generosamente un fazzoletto di carta.
Lo ringraziai e rimasi ad ascoltarlo.

I Grandi 7Where stories live. Discover now