28 • Pioggia •

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"Non mi arrendo, lo sai come sono fatto."

"Stavolta devi farlo. Lo faccio per tutti e due. Ti prego, non complicarmi tutto, è già difficile per me..."

Non so come sto trattenendo le lacrime. Non riesco a dire se Antonio è arrabbiato o amareggiato.

"Se è complicato significa che qualcosa c'è ancora, no? Possiamo risolvere tutto insieme, perché troncare tutto così?!"

Alza la voce, mentre poggia con poca delicatezza le mani sul volante. Sobbalzo, mi scende la prima lacrima.

"Perchè non si può risolvere. Per favore, rispetta la mia decisione. Non voglio dire altro, ho detto abbastanza."

Mi asciugo la lacrima, mi trema la voce. Mi guarda, ha gli occhi lucidi. Sussurra il mio nome, mi accarezza una guancia e si avvicina per baciarmi. Mi allontano, non riesco più a trattenermi.

"Scusa. Ti auguro tutto il bene." Apro la portiera, scendo dalla macchina e vado sul marciapiede opposto, per fortuna arriva un taxi in quel momento.

Salgo in lacrime, riesco a vedere la macchina di Antonio ancora parcheggiata lì e non prova nemmeno a seguirmi.

•••

"Pronto?"

"Sono quattro ore che ti chiamo. Mi stai facendo preoccupare."

"Fede ho lasciato l'uomo che amo. Come devo stare..."

"Vuoi che vengo a Monaco? Posso prendere un permesso-"

"Mi ha appena inviato un messaggio Raf. Vuole venire lui."

Silenzio. Mi guardo allo specchio, sono orribile. Mi sono concentrata sull'intervista di Daniel per non pensare al resto e già ho finito l'edit e tutto il resto. Poi mi sono dovuta confrontare con ciò che è accaduto. Non è stato bello, affatto.

Ho bloccato Antonio dovunque, così non potrà più contattarmi. Potrà vivere la sua vita in pace, senza me che lo metto in difficoltà. Mi sciacquo la faccia con l'acqua fredda, gelida. Devo iniziare a prepararmi psicologicamente all'intervista con i coniugi Notaro, in fondo sono qui per questo.

"Cami..." Raffaele entra, quasi in punta di piedi, viene ad abbracciarmi. 

Non mi chiede come sto, lo sa e si vede che sto da schifo. Mi accarezza la testa, mi lascio coccolare da lui come facevamo da piccoli, quando uno dei due era nei guai e l'alto correva subito in aiuto. La maggior parte delle volte ero io a consolare lui, il combina guai di turno. Come cambiano i tempi, eh?

"Mi dispiace che tu abbia scelto di fare così. Ma come sempre rispetto le tue decisioni."

"Grazie Raf. Davvero, grazie tanto..." Trattengo le lacrime, mentre si stacca e sorride lievemente.

"Sai com'è... L'ultima volta che avevi bisogno di me non c'ero, ero in comunità. Non sai quanto mi dispiace ancora adesso."

Mi stacco leggermente, gli prendo le mani e mi sforzo di sorridere.

"Non importa. Adesso sei qui sano come un pesce. Questo è ciò che conta, che ci siamo l'uno per l'altra. Grazie..."

"Vogliamo andare a prendere qualcosa da mangiare? Un succo di frutta?"

Annuisco, mentre prendo gli occhiali da sole e il cappello, cercando di nascondere il mio stato pietoso. Prima di chiudere la porta indugio sulla soglia, come se mi mancasse qualcosa. Scaccio via questo pensiero e seguo mio fratello giù per le scale. 

•••

"Si accomodi, vado a chiamare mio marito. Si sieda sulla poltroncina grigia."

La signora Notaro mi accoglie con la dolcezza di una mamma. Sembra così delicata e gentile, in ogni movimento o cosa che fa. Il tono di voce tranquillo e pacato è la ciliegina sulla torta.

Soulmates || Antonio GiovinazziWhere stories live. Discover now