19 • Casa Giovinazzi •

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Entro nell'appartamento di Antonio quasi in punta di piedi per la troppa tensione e imbarazzo.

Non abbiamo parlato un granché durante il tragitto stazione-casa, non che mi aspettassi qualcos'altro.

"Questa è la camera degli ospiti." Antonio apre la porta di una camera arredata tutta sui toni del grigio e bianco, con dettagli neri.

Molto elegante e rilassante, praticamente il contrario di quello che sono io.

"Grazie mille Antonio. Sei gentilissimo, come sempre."

Lui sorride, poi mi stringe dalle spalle e mi bacia velocemente la guancia, osservando la mia espressione sorpresa e le mie guance che diventano rosse pian piano.

"Non devo farlo?" Domanda subito, mentre io scuoto la testa e replico il suo gesto, lasciandolo spiazzato.

"No anzi, potresti farlo più spesso." Ridacchio, alleggerisco la tensione.

Lui si finge sorpreso, come se non ha capito ciò che ho detto.

"Come scusa? Non ho sentito bene."

Mi segue a ruota mentre torno a prendere la valigia lasciata sul ciglio della porta, lo ignoro intenzionalmente e lo scruto a fondo.

"Dai, potresti ripetere?" Ride lui, bloccandomi la via di uscita dalla mia stanza.

"Non ti arrendi facilmente eh?" Lo sorpasso passandogli sotto le braccia.

"No, combatto sempre per le cose a cui tengo molto. Se mi fossi arreso tu non saresti qui e non staremo parlando di questo, non credi?"

Alzo le spalle, cercando di nascondere il sorriso che si è formato sulle mie labbra.

"Dopotutto sei un pilota, chi più di te ha questa qualità?"

"Nessuno, a parte altri piloti."

Nascondo leggermente il viso, arricciando leggermente il naso in una smorfia buffa.

"Antonio io vado a mettere a posto la valigia così non faccio disastri con i vestiti."

"Certo, fai come se fossi a casa tua. Per pranzo vogliamo ordinare qualcosa tipo sushi o andiamo a un ristorantino qui sotto?"

Mi affaccio dalla camera, con un sopracciglio alzato. Come se mi avesse capito al volo, ride e annuisce.

"Capito. Vada per il ristorantino qui sotto."

•••

Alzo leggermente gli occhiali da sole per osservare meglio il lungomare, con la brezza che mi smuove piacevolmente i capelli all'indietro.

Potrei abituarmi a questo clima di pace e serenità. Soprattutto se davanti a me c'è un Antonio Giovinazzi che mi osserva come se fossi un lingotto d'oro.

Poggio gli occhiali sulla fronte e vedendo che Antonio mi guarda ancora, arrossisco e distolgo lo sguardo.

"Però non fissarmi così, mi imbarazzi. Dì qualcosa..." Mi metto una mano sul viso, per cercare di coprirmi.

"Cosa dovrei dire? Sei bellissima. Il sole di Monaco ti dona, ti rende più brillante del solito."

"Oh andiamo..." alzo gli occhi al cielo, sorridendo come una scema.

Mangiamo un pranzo squisito, coccolati dal rumore delle onde di sottofondo e le numerose auto sportive che passano sulla strada accanto a noi.

Ovviamente Antonio gira la testa curioso a ogni macchina che passi di lì e le osserva finché non svoltano l'angolo.

Soulmates || Antonio GiovinazziKde žijí příběhy. Začni objevovat