22 • Silenzio •

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Mi allungo con il braccio per spegnere la sveglia del cellulare. Un lamento, da parte di Antonio mi fa ridacchiare di prima mattina.

"Cinque minuti. Anzi dieci. Per favore." Sospira lui, ancora ad occhi chiusi.

"Devo prepararmi per il blog con Lance..." Inizio a togliermi le coperte per alzarmi, ma Antonio mi prende subito il braccio e mi tira sul materasso.

Crollo subito stesa, data la mia scarsa forza. Protesto, ma non ce la faccio a oppormi completamente.

"Dai, ti prego. Stiamo ancora cinque minuti insieme, io e te..."

"E va bene... Ma solo perché non ho abbastanza forza per resistere."

Lui sorride, finalmente ad occhi aperti. Mi giro per guardarlo negli occhi, mi accoccolo come un koala.

Mi sta davvero mettendo in difficoltà, ma devo alzarmi prima o poi. Passano diversi minuti, di beatitudine e relax, prima che lui si sposti leggermente per potermi guardare meglio.

"Ti accompagno io alla casa di Lance." Dice dopo avermi dato un bacio sulla fronte.

"Sei sicuro che non vuoi riposare?"

Lui fa segno di no, poi si alza e mi toglie le coperte con uno scatto.

"Forza, si va a lavorare ora!"

•••

Quando esco da casa di Lance, vado a sedermi su una panchina lungo la strada, aspettando che arrivi Antonio a prendermi.

Ho un bel po' di materiale, sarà difficile fare dei tagli. Non capisco come alcune persone possano avercela tanto con questo ragazzo.

È disponibile, tranquillo, anche un po' timido. In tutte le volte che ho avuto modo di porgli qualche domanda, non è mai stato sgarbato e risponde sempre chiaro e conciso.

Magari deve ancora acquisire abilità e maturità nella guida, ma non si può certo negare il suo talento.

Non appena arriva Antonio salgo sulla macchina e lo saluto con un bacio sulla guancia, poi gli racconto a grandi linee com'è andata l'intervista.

Certo, non posso dire granché per professionalità, ma anche lui sa come funziona e non fa domande di troppo.

"Sono contento quando ti vedo tornare dalle interviste, ti brillano gli occhi. Si vede che ami il tuo lavoro."

Sorrido, quasi commossa dalle sue parole. Sono davvero felice che abbia capito come mi sento ogni volta che concludo le interviste e i vari blog.

Nessuno, forse nemmeno Federica, mi capisce come lui. Sono davvero fortunata ad averlo con me.

"Nel frattempo che monti l'intervista io faccio un giro al centro commerciale lì vicino e vedo se si può ordinare qualcosa di decente da mangiare. Che ne dici?"

"Sono d'accordo."

•••

Rientriamo in hotel e Antonio sbuffa seccato. Vedo che prende il caricabatterie e il telefono di fretta, poi va in camera e attacca il tutto alla spina.

"Ho il cellulare praticamente morto, faccio il più presto possibile a comprare il tutto."

"Ok cerco di non sclerare." Ridacchio a braccia incrociate io, mentre lui mi bacia la guancia e va verso la porta.

"Ah se ti servisse qualcosa o altro, ti dico la password di sblocco."

Dopo avergli detto che non serve, me lo dice comunque e vola via dalla stanza. Sospiro, poi vado sul letto e prendo computer, occhiali e la memory card dov'è registrata l'intervista. Prendo il taccuino e mi metto a lavoro.

•••

Sbuffo leggermente, mi manca poco per finire, ma ho bisogno di una pausa. Antonio ancora non è tornato e inizio ad avere un po' di preoccupazione, nonostante mi ha detto di fare il contrario.

È già da un po' che il telefono di Antonio squilla per i messaggi, l'ho ignorato finora, ma inizio a pensare che se qualcuno è così insistente, forse è qualcosa di importante.

Mi alzo, raggiungo il cellulare del mio fidanzato e rimango di sasso. Una certa Vittoria gli sta scrivendo da questa mattina, ma lui ha ignorato tutte le notifiche.

Rimango con il telefono in mano, ferma come uno stoccafisso, senza riuscire a fare niente. Non può essere, non può succedere di nuovo.

Apro la chat, con le dita tremanti, osservo i numerosi messaggi che lei gli invia su Instagram, senza risposta da parte di Antonio.

"Salve, sono un'ambasciatrice dello sponsor  che può vedere dalla mia pagina personale, le può interessare qualche offerta? 😊"

"Buongiorno, ci tenevo ad incontrarla per proporle alcune offerte e informazioni per essere uno dei suoi sponsor in Formula Uno. Mi faccia sapere. ☺"

"Mi scusi se insisto tanto, ma credo davvero che il nostro sponsor sia adatto per rappresentarla al meglio e offrirle grandi opportunità. Aspetto sue notizie per delle info, non se ne pentirà! 😉"

Altri messaggi simili continuano fino a poco fa.

Ma perché questa Vittoria è così insistente? Perché non contatta direttamente il manager di Antonio e scrive a lui? Perché non getta la spugna sapendo che lui non le ha risposto sin dall'inizio?

E poi se Antonio non aveva niente da nascondere, perché darmi il suo codice di sblocco e la possibilità di usare come volevo il cellulare?

Cosa sta succedendo?

"Cami, sono qui!" Lascio il cellulare dov'era, aspetto che Antonio si affacci sulla camera.

"Ho comprato qualcosa per fare dei panini, non c'era granché e non ho trovato dei ristoranti così tanto... Buoni, diciamo."

"Tranquillo, vanno benissimo anche i panini."

Lui si ferma, mi scruta a fondo e lascia la busta sullo scrittoio.

"Sei arrabbiata con me perché ho fatto tardi? Scusami, ma per vedere dei ristoranti ci ho messo più tempo del previsto e-" Domanda confuso.

"Davvero, Antonio. È tutto ok." Gli rispondo bloccandolo subito con un cenno della mano e fingendo un sorriso.

Non è vero, non è niente ok. Chi è quella Victoria? Mi spieghi cos'è questa storia? Dimmi che non è niente, solo una promoter più insistente del solito, niente di più.

Vorrei dirgli tutto questo, ma forse esagero. Forse perché non so davvero se credere a ciò che mi risponderà.

Oscar dopotutto, quando lo avevo quasi scoperto con un'altra, mi diceva che non era niente, non dovevo farmi paranoie. Poi qualche mese dopo è successo quello che è successo.

Non so se riuscirei a sopportare una cosa del genere, non di nuovo. Ma più lo guardo, più sento che non c'è bisogno di fare quelle domande.

Antonio non lo farebbe mai, no. Lui non è Oscar, come io non sono più la stessa di prima.

"Camilla, tutto ok? Che succede? Hai gli occhi lucidi..."

Lui si siede subito vicino a me, mi prende la mano e la accarezza, poi la bacia. Non riesco a parlare, non voglio.

Gli getto le braccia al collo, lo stringo e non dico nulla. Lui ricambia l'abbraccio, mi accarezza piano la testa e non domanda nient'altro.

Non so se ha davvero capito, ma per adesso, mi basta così. Un silenzio e un abbraccio, che valgono più di mille parole inutili.

Soulmates || Antonio GiovinazziUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum