9 • Incidente •

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Cammino a passo svelto.

Sono già in ritardo di cinque minuti, bene.

Dai Camilla, muovi le chiappe.

Mi rimprovero mentalmente mentre passo davanti alla vetrina dell'ultimo negozio prima del locale dell'incontro.

Mi guardo dall'alto in basso e sbuffo esasperata. Non mi piace come mi sono vestita per l'occasione.

Forse sono troppo semplice in questo maglioncino grigio e jeans neri. Anche se devo dire che gli stivali e il resto degli accessori rende il tutto più formale e lineare.

Ecco, forse adesso che ci penso meglio, fin troppo formale.

Entro nel bar, trovandolo seduto pazientemente a un tavolino. Sorrido e mi precipito da lui, mi siedo e tiro un sospiro di sollievo.

"Scusa il ritardo. Il mio taxi ha avuto un problema."

Mi tolgo il cappotto e lo metto sullo schienale della sedia, mentre lui ridacchia.

"Hai fatto cinque minuti di ritardo, non c'è nessun problema. Poteva andare peggio, voi donne a volte vi fate attendere ore."

"Per una giornalista la puntualità è una buona qualità. Ci sto ancora lavorando su questo. E poi anche voi uomini non scherzate eh."

Ordiniamo subito: io un cappuccino e un cornetto integrale e lui un semplice caffè.

"Non ho pranzato e ho una fame da lupi..." cerco di giustificarmi dato che siamo in pieno pomeriggio.

Sono rossa fino alle punte dei capelli, non riesco a reggere il confronto.

Non è la prima volta che me lo trovo davanti, ma in questa circostanza sembro una scolaretta di primo superiore di fronte a un ragazzo figo del quinto.

"Capito... Bella la collana."

Alzo lo sguardo, prendendo il ciondolo in mano e sorridendo.

"Grazie." Sussurro senza staccare lo sguardo dalle sue iridi chiare.
"Dovevi dirmi qualcosa in particolare o siamo qui giusto per passare il tempo?"

Poggio il mento sul dorso della mano, avvicinandomi di più a lui. Alza le spalle, giocherellando con i tovagliolini di carta nel dispenser al centro del tavolino. Non incrocia lo sguardo curioso e attento che gli rivolgo.

"Niente di speciale. Volevo solo passare del tempo con te, senza interviste o altri contorni sportivi intorno. Per quanto tutto questo sia la mia vita, ovviamente."

Antonio alza finalmente il volto, quando un cameriere interrompe il nostro gioco di sguardi portandoci l'ordine.

"Non deve esserci per forza un motivo per vedere una persona che ti fa stare bene. Secondo me..." continua lui, quasi sussurrando.

"E non hai paura del gossip? Delle foto che potrebbero farti con me e parlare senza sapere nulla?"

"La cosa non mi disturba. E a te?"

"Ho le mie conoscenze anche se sono ancora un esordiente, posso sempre corrompere i miei colleghi di stampa."

Ridacchio e bevo un sorso della mia bevanda calda, Antonio ha già finito il suo caffè e mi osserva.

"Non sapevo di queste sue risorse nascoste, signorina Fiori."

"Ci sono ancora tante cose di me che non sai, signor Giovinazzi."

Lo guardo continuando a bere e riesco a percepire un pizzico di malizia e curiosità.

"Muoio dalla voglia di sapere tutto ciò che non so di te, di conoscerti meglio..."

Soulmates || Antonio GiovinazziOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz