7 • La macchia •

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Esco dalla camera, tenendo la borsetta nera e argento in una mano e il coprispalle blu e argento in un'altra.

"Come sto?"

Federica sorride a trentadue denti, mentre mi prende di mano gli accessori.

"Sei favolosa, Cami. Farai girare la testa a tre quarti di sala. O forse a quattro quarti."

Prendo gli orecchini e il bracciale che avevo preparato e rido mentre la osservo dallo specchio.

"Non esagerare, sei troppo clemente con me."

"Non esagero, credimi. Poi se vuoi attirare l'attenzione di una persona soltanto allora è un altro discorso."

Alzo gli occhi al cielo, capendo dove vuole andare a finire, mentre nel frattempo vado in bagno per cercare il profumo.

"Sentiamo, chi?" faccio finta di niente.

"Beh un ragazzo, quasi nostro coetaneo. Carino, gentile, altruista. Forse a volte un po' schivo o timido. È un pilota italiano e penso che l'unica nota negativa siano i capelli. Dobbiamo lavorarci su quel cespuglio, tesoro."

Si atteggia ridendo, fingendo di fare la snob. Poggio la boccetta di profumo nello scaffale e ritorno in camera per prendere le scarpe.

"Io credo che gli stiano bene."

"Certo che lo credi, sei cotta di lui. Ogni cosa del tuo caro Giovi ti piace."

"Smettila, dai..." cerco di trattenere un sorriso, mentre le mie guance vanno a fuoco.

Non dovrei reagire in questo modo. Mi schiarisco la voce, alzandomi per guardarmi un'ultima volta allo specchio e controllare se ho preso tutto.

"Sei perfetta. Anche se lo sarai ancora di più quando scenderai dalla mia splendida Ferrari."

"Grazie ancora che mi fai da taxi, Loretta ha una Smart come auto quindi capisci che non potevo andare con lei per motivi di spazio."

Rido ripensando alla macchina della mia referente. Sempre che possa essere definita tale una scatoletta del genere.

"Tranquilla, me lo hai già detto. Forza, adesso ti faccio una bella foto e poi andiamo."

•••

Il luogo stabilito per la serata di beneficenza è un edificio in vecchio stile, quasi barocco. Certo le luci non mancano, e io inizio a sentire la pressione che si alza.

Non siamo qui per goderci la serata, in fondo. È pur sempre un'occasione utile per parlare con persone che contano, farsi conoscere da altri giornali o riviste, sondare il terreno dei vari giornalisti e articoli del momento.

•Due giorni prima•

"Ti noteranno di sicuro, vestita così."
Loretta sorride mentre osserva come il vestito a sirena mi aderisce al corpo.

"Io spero che non sia esagerato per l'evento."

"Esagerato? Tu lo chiami esagerato? Lo scollo è alto, le gambe sono coperte, non c'è alcuna trasparenza sensuale. Hai un fisico adatto a questo modello, non hai grandi forme, ma giuste. Non è esagerato, è adatto e soprattutto elegante e professionale."

"Lo spero davvero." Sospiro mentre torno a cambiarmi nel camerino.

"Camilla. Sei una giornalista brillante, per come sei ancora alle prime armi. Sei nata per questo, e se te lo dico io che ti conosco da poche settimane, allora ti assicuro che è vero. Su queste cose non mi sbaglio mai."

Sorrido per i complimenti, uscendo con il vestito in mano. Loretta prende il suo vestito rosso di velluto appeso alla stampella e se lo appoggia sul braccio.

Soulmates || Antonio GiovinazziOnde histórias criam vida. Descubra agora