Capitolo 9

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HARRY

Mi svegliai alle 7:30, e dopo aver dato un occhiata a Louis che ancora dormiva andai in bagno, feci una doccia e mi vestii.
Poi in cucina preparai due porzioni di cereali e riempii due bicchieri di latte per fare colazione.
Non volevo disturbare Louis, così decisi di iniziare a mangiare la mia colazione.
Dopo aver finito i cereali ed aver bevuto il latte, sentì un cellulare vibrare nella mia tasca.
Quello di Louis l'avevo lasciato nella mia camera, quindi ovviamente era il mio.
Lo presi e lessi il nome: Stan.

Dio, cosa vuole ancora? 

Alzai gli occhi al cielo ed accettai la chiamata.

"Pronto?" dissi con voce scocciata.

"Styles, dormivi?" domandò.

"No Stan, sennò ovviamente non ti avrei risposto. Cosa vuoi?" risposi in modo ironico, era così stupido.

"Che modi! Tutto ok amico?" chiese, anche lui in modo ironico.

"Ho da fare" risposi.

"Hai sempre da fare ultimamente! Comunque arrivando al punto, ti volevo avvisare che oggi verrò da te" disse.

"Che? Perché dovresti venire scusa?"domandai irritato.

Ma che cazzo un po' di preavviso no?

"Styles ci dobbiamo mettere d'accordo su alcuni conti rimasti per troppo tempo in sospeso" rispose.

"Quali conti Stan?"chiesi annoiato, poggiando la testa sul palmo aperto della mia mano.

"Mi devi dei soldi".

"Ti ho già dato tutto" stavo iniziando a perdere la pazienza.

"Io non credo proprio. Ho lasciato perdere per troppo tempo ma adesso ho bisogno di quei cazzo di soldi" disse arrabbiandosi anche lui.

"Stan, ti ho detto che te l'ho ripagata tutta! Fino all'ultimo centesimo, quindi smettila di dire cazzate"affermai deciso.

"Ne parliamo oggi" disse chiudendo la chiamata.

LOUIS

Non sapevo che ore fossero quando mi svegliai, passai un altro po' di tempo a letto, poi decisi di alzarmi. Arrivai alla porta ed notai che era aperta, quindi dedussi di avere il permesso di poter uscire dalla mia camera.
Andai dritto nel soggiorno dove trovai Harry seduto sul divano che si teneva la testa tra le mani.
Lanciai un occhiata al resto della stanza ma non notai nulla di diverso tranne la colazione pronta sul tavolo.

"Harry?" lo chiamai confuso, rimanendo fermo dov'ero.
Alzò la testa e mi guardò duro.

Che ho fatto mo?

"Lou, fai colazione ordinò.

Senza fare storie mi andai a sedere e mangiai i cereali che mi aveva preparato in silenzio.
Dopo aver bevuto anche il latte mi alzai.

"Ehm dove metto questi?" Chiesi indicando la ciotola vuota ed il bicchiere.

"Lasciali là" rispose sbrigativo alzandosi.

"Posso andare al bagno?" Domandai.

"Seguimi" disse facendomi strada fino al bagno, anche se non ce n'era bisogno, ormai sapevo dov'era.

"Metti quelli" ordinò indicando dei vestiti e delle scarpe poggiate sul lavandino.
"Quando hai fatto mi chiami" disse poi uscendo.

Ero abbastanza confuso dal suo comportamento ma feci come mi aveva detto.
Dopo aver fatto una rapida doccia, indossai i vestiti (che mi stavano leggermente grandi) e le scarpe, poi lavai i denti con lo spazzolino blu che c'era accanto a quello verde, e pettinai i capelli.
Poi chiamai Harry.

HARRY

Stan mi inviò un messaggio dicendomi che sarebbe venuto prima dell'ora del pranzo quindi non avevo molto tempo. Ma dovevo portare Louis lontano da lì.
Appena lo sentì chiamarmi lo trascinai fuori dal bagno, fino ad uscire da casa e poi verso la macchina con abbastanza fatica, non faceva altro che dimenarsi, ma non potevo assolutamente perdere tempo per spiegargli cosa stava succedendo.

LOUIS

Che sta succedendo?
Continuavo a chiedermi nella mia testa, inizialmente pensavo che avesse deciso di riportarmi a casa ma non volevo sperarci troppo.
Arrivati alla macchina, Harry mi fece entrare non molto delicatamente sui sedili posteriori,
e lui andò al posto del guidatore, non badando ai miei lamenti.

"Dove mi stai portando?" chiesi spaventato guardando fuori dal finestrino, volevo delle risposte.

"Zitto" ordinò, stingendo il volante fino a far diventare le nocche delle mani bianche.

"Dove cazzo mi stai portando?!" urlai, sporgendomi leggermente verso di lui.

"Ho detto che devi stare zitto!" urlò a sua volta guardando la strada.

"No!".

HARRY

Appena mi fu possibile accostai la macchina e fulminai Louis con lo sguardo.
Scesi dalla macchina e mi diressi verso il cofano, tirando fuori un tubo di scotch nero.

Mi dispiace angelo ma non mi lasci altra scelta.

Chiusi il cofano con un tonfo ed aprì lo sportello dei sedili posteriori. Louis si allontanò di scatto, cercando di scendere dalla macchina dall'altro sportello ma prima che potesse riuscirci lo afferrai per i piedi tirandolo verso di me.

"Lasciami!" urlò dimenandosi.

Lo feci girare sulla pancia e legai le sue mani dietro la schiena con lo scotch, poi gli sollevai la testa e glielo misi anche sulla bocca. Poi chiusi lo sportello e tornai a guidare.
All'inizio si lamentò un pò ma dopo, per mia fortuna, rimase in silenzio. Avevo bisogno di silenzio per pensare ad un posto in cui portarlo.

LOUIS

Mi facevano male i polsi, erano troppo stretti. Dopo un po' sentì la macchina fermarsi, non so dove eravamo, ma adesso ero sicuro che non vi avrebbe riportato a casa, se si fosse pentito del fatto che mi avesse rapito non mi avrebbe trattato in questo modo!
Mi lasciai sfuggire una lacrima, non avevo idea di cosa volesse farmi.
Poi lo sentì uscire ed aprire lo sportello dei sedili posteriori. Cercai di guardarlo anche se in una posizione scomoda.

"Se ti tolgo lo scotch prometti di non urlare?" domandò sospirando.

Annuì e mi tolse lo scotch dalla bocca.

"Non piangere" disse dolcemente, asciugandomi la lacrima che era sfuggita da mio controllo.

"I-i p-polsi" balbettai, mi iniziavano a fare davvero male.
Mi tolse lo scotch anche dai polsi e lo buttò per terra poi lo sentì sussurrare un "mi dispiace" e mi baciò entrambi i polsi arrossati.
"Ora seguimi" disse e mi aiutò ad uscire dalla macchina, non mi diede molto tempo per guardarmi in giro e mi portò in quel che sembrava essere un garage.

"Perché mi hai portato qui?" domandai spaventato.

"Lou tranquillo non ti succederà niente.
Però adesso mi devi promettere che farai il bravo, io ti passerò a prendere prima di pranzo, va bene?" chiese prendendo il mio viso fra le mani, facendo in modo che lo guardassi negli occhi.

Annuì soltanto.
Harry mi lasciò un bacio sulla fronte, si allontanò, chiuse il cancello ed andò via.
Mi guardai intorno, le pareti erano rovinate, al centro si trovava una vecchia macchina rotta e sui muri varie mensole con attrezzi di vario tipo.
Camminai per un pò cercando di far passare il tempo, avevo tantissime domande che mi ronzavano in testa.
Fortunatamente non era buio, c'erano due finestre serrate, dalle quali passava qualche raggio di sole.
Continuai a camminare avanti ed indietro quando un tonfo mi immobilizò.

Angel ☼ Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora