Capitolo 55

155 11 0
                                    

STAN

"Cosa gli hai fatto?" Mi domandò Palum sottovoce.

"Niente che ti interessi" risposi.

"Invece si che mi interessa Stan, hai coinvolto anche me in questa merda" mi accusò.

"Scusa? Guarda che io non ti ho costretto a fare proprio nulla, potevi anche rifiutare" dissi arrabbiato.

"Cos'hai intenzione di fare adesso?" Mi chiese cambiando discorso e mettendosi più comodo sul letto.

"Ho fatto sapere ad Harry che ho il suo Louis, lo chiamerò oggi" iniziai.
"Se lo vorrà indietro dovrà pagare tutti i suoi debiti. Se tutto va bene entro domani mattina torniamo in Inghilterra" continuai.

"Quanti soldi ti deve?" Chiese Palum interessato.

"50 mila" risposi.
Lo vidi annuire incerto.
So cosa stava pensando, probabilmente non mi avrebbe mai dato tutti quei soldi per riavere Louis.
Inizialmente avevo anche io questo dubbio, ma dopo aver sentito la sua voce così preoccupata ed arrabbiata a telefono ero sicuro che mi avrebbe dato fino all'ultimo centesimo per riavere il ragazzino.

Mi alzai dal letto, seguito da Palum che si avvicinò alla porta.
Presi Louis e lo sollevai per un braccio, iniziò a dimenarsi ma lo strattonai con più forza buttandolo sul letto, poi lo legai nuovamente al letto con le manette nonostante le sue lamentele. Non potevo lasciarlo libero mentre non c'ero.
Dopodiché andai verso il minifirgo ed estrassi una bottiglia di latte e presi i biscotti che Palum aveva portato questa mattina e li posizionai vicino al ragazzino.

"Mangia e fai il bravo, torno tra poco" l'avvisai, uscendo con Palum dalla camera e chiudendola a chiave.

-

Una volta fuori l'Hotel presi il cellulare e composi il numero di Harry.
Non dovetti aspettare molto che la voce rabbiosa del riccio giunse alle mie orecchie.

Allontanai leggermente il cellulare dal mio viso sussurrando un "uhh" ironico che fece ridere Palum.

"La smetti di urlare e mi ascolti?" Chiesi al ragazzo al telefono, cercando di sovrastare la sua voce.

"Grandissimo figlio di puttana! Ti darò tutti i soldi che vuoi ma lascia stare Louis!" Urlò.

"Vedo che finalmente ragioniamo Harold" iniziai, estraendo una sigaretta dalla tasca dei pantaloni.
"Ci incontriamo oggi, alle quattro. Ti scrivo il nome della via" continuai.

"Quanto vuoi?" Lo sentii chiedere.

"Quello che mi devi, sono 50 mila" conclusi, chiudendo la chiamata.

Mi girai verso Palum e lo informai che oggi sarebbe venuto anche lui con me per incontrare Harry.

HARRY

Guardavo l'orologio impaziente, stavo iniziando a contare anche i secondi che rimanevano prima di rivedere Louis.
Andavo avanti e indietro per la camera sperando che il tempo passasse più velocemente.
In casa eravamo solo io e Gemma, siccome Niall era a lavoro e Greta si era trasferita con la bambina nel periodo in cui noi eravamo in vacanza, aveva detto che sarebbe tornata a farci visita qualche giorno per passare una giornata tutti insieme.
Avvisai Gemma dell'incontro che avevo fissato con Stan, e lei provò a farmi distrarre per tutto quel tempo, ma nulla sembrava funzionare. Con la mente ero altrove.

Verso le due del pomeriggio Niall fece il suo rientro in casa e pranzò assieme a Gemma, io ero talmente agitato che mi si era chiuso lo stomaco.

"Andiamo?" Chiesi ai ragazzi quando l'orologio segnava le tre.

"Ma è ancora presto" rispose Gemma.

"Non riesco a resistere più" ammisi, scuotendo leggermente la testa.

"D'accordo, andiamo" disse Niall, alzandosi dal divano e rivolgendomi un sorriso rassicurante.
Gemma seguì i suoi movimenti e dopo aver preso le chiavi della macchina e quelle di casa uscimmo.

LOUIS

"Tra un ora rivedrai Harry" mi disse Stan, per iniziare un discorso dato che non avevo risposto né alle sue domande né a tutto il resto delle cose che mi ha detto.
Dentro di me stavo facendo i salto di gioia, non vedevo l'ora di essere con il riccio, ma non risposi comunque.

"Ma quanto sei noioso" mi rimproverò sbuffando e spegnendo la televisione che fino a quel momento era stata l'unica cosa a interrompere il silenzio assordante che si era creato tra di noi.
In quel momento dalla porta della camera entrò Palum, mi salutò col capo e si mise le mani in tasca guardando Stan.

"Allora?" Gli chiese.

"Manca un'ora, unisciti a noi..scendiamo tra poco, non c'è nessuna fretta" ridacchiò Stan, picchiettando con una mano una parte del letto.
Volevo tanto alzarmi ed andare a sedermi sulla poltroncina vicino al letto ma ero ancora legato.
Mi feci più piccolo possibile per non sfiorare nessuno dei due ragazzi che iniziarono a chiacchierare tra loro.

-

"Ok, possiamo andare adesso" annunciò Stan dopo un po', alzandosi dal letto e avvicinandosi all'armadio per estrarre una giacca.
Poi si alzò anche Palum e venne a liberarmi dalle manette, poi Stan mi afferrò per un braccio e mi fece mettere in piedi.
Uscimmo dalla stanza, io ero tra Palum e Stan, che mi teneva ancora per un braccio per non farmi scappare.

Una volta usciti dall'Hotel facemmo un bel po' di strada a piedi, quando a Stan arrivò una chiamata. Mi lasciò il braccio e dopo aver visto il nome sul display rispose.

Lo sentì dire "Si?"
"D'accordo,vediamoci in un posto più appartato"
"A tra poco".
Ripose il cellulare in tasca ed arrivammo in una via.

"Non dovevamo vederci qui?" Chiese Palum, al mio fianco quando vide che Stan non si fermò.

"Si, ma è meglio andare in un posto più appartato" lo informò il ragazzo al mio fianco indicando con l'indice un vicolo situato tra dei negozi.
Aumentammo il passo ed entrammo nel vicolo, e dopo aver girato a destra vidi finalmente Harry.

Angel ☼ Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora