«Questo bastardo Motorsport»

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🗓 Sabato 31 - Domenica 1 Settembre 2019
📍Circuit de Spa-Francorchamps, Belgio

Per qualche mese ho lasciato il Paddock. L'università mi ha riempito di impegni e ho lasciato perdere l'idea di viaggiare per il mondo quasi ogni weekend.
E purtroppo, ho deciso di ritornare proprio nel weekend più brutto. In quello che non sarebbe mai dovuto arrivare.

In momenti come questi non è facile trovare le parole.
Sul sito ufficiale della Federazione Internazionale è appena uscito il comunicato, che informa team, appassionati, meccanici, ingegneri e piloti della morte di Anthoine Hubert, pilota di F2 coinvolto in un incidente con Juan Manuel Correa, che ha riportato la frattura di entrambe le gambe e una vertebra incrinata.

Nel box Ferrari, da dove io, Charles, Seb e Grace stavamo guardando la F2, cala il silenzio.
Ci si chiede perché il Motorsport sia così bastardo.
Perché prima dà tutto e poi all'improvviso, in un attimo, toglie.
Charles cerca di nascondere le lacrime che gli solcano il viso, cosa che facciamo anche io e Grace, che Anthoine lo conoscevamo bene.
Pierre cammina per il paddock piangendo, ma lui non nasconde la sua tristezza e le sue emozioni. Lui si sfoga.
Mi posiziono vicino a Hamilton, il re della Formula 1, che attualmente è scioccato.
Poi mi mette un braccio dietro il collo e mi avvicina a sè, sposta le sue labbra vicino al mio orecchio e mi sussurra:
-"Potrai avere dietro tutti i titoli mondiali di questo mondo, potrai essere in Formula 1 da decenni, ma non ti abituerai mai a tutto questo." appoggiando la testa sulla mia spalla subito dopo e lasciandomi andare.
Io non proferisco parola, non riesco a farlo.
Lascio che le mie lacrime parlino per me.
Mi dirigo verso il box Prema, di F2, dove trovo Mick Schumacher con gli occhi lucidi, e che appena mi vede mi abbraccia mettendomi una mano nei capelli.
-"Poteva esserci chiunque lì" mi sussurra mentre lo sento tremare leggermente.
-"Lo so" rispondo io "ma sinceramente, avrei preferito che non ci fosse stato nessuno" dico per poi scoppiare a piangere tra le sue braccia.

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È domenica mattina e nel box Ferrari continua a scorrere veloce ed ininterrotto il silenzio di ieri sera. Sulle macchine sono stati incollati degli adesivi che recitano:
Race for Anthoine (correre per Anthoine).

Mentre mi recavo al box ho incontrato Pierre. Lui è il più scosso. Anthoine era un suo grande amico.
Charles, un po' più "abituato" a questo dolore dopo la perdita di Jules e di suo padre, esprime il suo dolore diversamente.
Ma in fondo, come ha detto Lewis, non ci si abitua mai, e ogni volta fa sempre più male.

Jules.
Da quando è stata data la notizia della morte di Anthoine questo nome mi rimbomba nella testa.
Jules Bianchi era uno dei miei migliori amici. Nonostante la differenza di età, quando avevo bisogno, lui c'era sempre.
Ero cosi piccola che non ricordo precisamente nemmeno dove l'ho conosciuto per la prima volta. Ma benedico quel giorno.
Ringrazio Dio per avermelo fatto conoscere.
Con lui il mio cuore si è riempito di tutti i valori che mi ha insegnato.
Perderlo è stato un brutto colpo, ma ora porterò avanti i suoi insegnamenti.
E lo farò per sempre.
Te lo prometto Jules.

Si spengono i semafori, prende il via il gran premio del Belgio.

Dopo una gara intensa e piena di colpi di scena,Charles chiude con 1'42"519, mentre Lewis è scavalcato da Sebastian , per il secondo posto.

La prima vittoria di Charles in Formula 1.
Oggi su quella macchina erano in due.
Charles e Anthoine,e forse anche l'animo gentile e sapiente di Jules.

Come si legge in giro:
"Se esiste un Dio del Motorsport, oggi ha fatto la scelta giusta".

In The Name Of Love - Charles LeclercWhere stories live. Discover now