«Vuoi provare, perdente?»

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Astrid's Pov
Io ed Elena continuiamo a parlare per un po', ma poi lei e il suo ragazzo decidono di andare a ballare in mezzo alla sala della villa da capogiro di Daniel, e io e Charles rimaniamo da soli.
Si avvicina e mi si mette di fianco, mentre siamo seduti in disparte, agli sgabelli di un bancone.
Dietro di esso, un ragazzo e una ragazza ingaggiati da Daniel per la serata preparano cocktail e bibite varie.
«Ti stai divertendo?» mi chiede Charles
«Ehm..si, è figo questo posto» dico distogliendo lo sguardo da lui e portandolo sulle persone che ballano.
Ma Charles non mi crede, infatti mi afferra il mento dolcemente con due dita e riporta il mio sguardo nei suoi occhi, osservandomi per un po'.
«Non sei convinta» dice sorridendo leggermente e lasciandomi il mente per mettere una mia mano nelle sue.
«Potrei stare anche nel posto più brutto al mondo. L'importante è che ci sia tu, il resto non importa.» dico sorridendo e sporgendomi per lasciargli un bacio.
Parliamo un po', prendendoci in giro e scherzando, ma poi veniamo interrotti da Lance e la sua ragazza, Sara.
«Hey Astrid» dice abbracciandomi.
«Sara, che bello vederti» dico ricambiando l'abbraccio.
«Anche per me è un piacere. Vieni, andiamo a ballare!» dice tirandomi per un braccio.
«Possiamo lasciarvi da soli o fate danni?» chiede Sara ai due maschi.
«Dovremmo sopravvivere» dice Lance ridendo.
«Stando alla regola» interviene poi Charles strappando una risata a tutti.
«Perfetto, allora noi andiamo» dice Sara trascinandomi in mezzo al caos.
Mi volto a guardare Charles, e lui guarda me, fin quando non sparisce dalla mia visuale, occupata da altre figure rispetto a lui per nulla rivelanti.
Inizio a ballare con Sara, ma ovviamente mi sento molto a disagio.
Poi con tutto il caos perdo Sara, e vorrei tornare da Charles.
E proprio quando sto per farlo, un figura di piazza davanti ai miei occhi.
«Hey» mi dice un Max Verstappen abbastanza brillo.
«Ciao» rispondo a voce bassa.
«Sai piccola dovresti parlare più ad alta voce, con tutta questa musica non si sente niente. E poi hai una bellissima voce, sarebbe un peccato non sentirla.» dice avvicinandosi, mentre io indietreggio, urtando qualche ballerino improvvisato.
«Ho saputo di te e Leclerc. Nonostante ti avessi detto che avrei rispettato la tua decisione, non ce la faccio a vederti insieme a quel pallone gonfiato. Tu devi stare con me. Siamo fatti per stare insieme.» dice poi continuando ad avvicinarsi.
«Stai delirando.» dico allontanandomi da lui.
Charles, dove sei? Mi chiedo tra me e me.
«No, sto dicendo solo la verità» controbatte lui.
«Max, allontanati» dico quasi implorandolo.
«Altrimenti cosa succederebbe?» chiede lui.
«Fidati, non vorresti saperlo» dice una voce che non è la mia, ma quella di Charles.

Mi volto e lo trovo alle mie spalle, con la mascella serrata, i pugni chiusi e gli occhi fissi su Max
Gli metto una mano sul torace e una dietro la schiena, cercando di calmarlo, ma sembra tutto inutile.
È troppo arrabbiato.

«Ah si? Vogliamo provare? Vuoi arrivare di al secondo posto, come quando eravamo piccoli?» dice con tono provocatorio.
«Smettetela» mi intrometto io.
«Non mi sfidare Verstappen. Lasciala stare» dice Charles.
«Non penso che lo farò. Ripeto la mia domanda, vuoi provare, perdente?»

E qui, Charles esplode.

Nemmeno il tempo di urlare ai due "basta", che un pugno di Charles si assesta sulla guancia di Max.
L'olandese non se l'aspettava, e dopo questo, il pilota della RedBull, perde completamente la testa.

Iniziamo a picchiarsi, anche pesantemente, e con i loro pugni partono le urla delle ragazze vicine a me, che attirano l'attenzione di Daniel e degli  altri piloti.
Arrivano subito, e quando mi vedono mi spingono da parte, mentre cercano di placare la rissa.
Quando ci riescono trascinano Charles e Max in una stanza, dove entrano tutti i piloti.
Vorrei seguirli, ma sono inerme.
Fortunatamente, ci pensa Pierre a prendermi per un braccio e a trascinarmi in quella stanza con loro.
Daniel aspetta l'ingresso di tutti, piloti e fidanzate, e poi chiude la porta, mentre la festa fuori da essa può continuare.

La prima cosa che noto, è un tavolo chilometrico con un sacco di sedie attorno, come quello di una sala riunioni.
Fanno sedere Charles e Max molto lontani, mentre io mi siedo vicino al mio ragazzo, che mi guarda dispiaciuto.
Max, invece, arde ancora nella rabbia.
Hanno due caratteri diversi, e si vede lontano un miglio.

«Cosa cazzo è successo?» chiede Lando.
«Si, perché stavate facendo a botte?» chiede Lewis interessato è leggermente preoccupato, ma abbastanza calmo.

Qualcuno sta per parlare di nuovo, ma la porta si apre e Grace arriva con il suo tempismo perfetto, che mi provoca quasi una risata in quella situazione un po' di merda.

«Scusate, ero in bagno» dice andandosi a sedere vicino a Lewis.
«Tranquilla» dice Daniel
«Credo di sapere il motivo della vostra rissa» continua poi guardandomi, e io abbasso lo sguardo.

«È meglio che la Federazione non sappia di quello che è successo, altrimenti potrebbe farvi fuori entrambi. Per cui da questo momento in poi, ciò che è successo fuori da quella porta è come se non fosse mai esistito. Ne va la vostra carriera. Ora andate a casa. Entrambi. E che non accada più.»
Detto questo io e Charles ci alziamo e andiamo via.

Non avevo mai sentito parlare Daniel così seriamente, nonostante lo conosca da tantissimi anni.
Entriamo in macchina e torniamo a casa.

Dopo il discorso di Daniel non ci siamo più rivolti la parola.

Lui sta pensando, lo conosco. E io sto cercando di leggere i suoi pensieri.

Decido di lasciarlo un po' da solo e vado a cambiarmi in camera.
Dopo aver finito, scendo al piano di sotto e lo trovo seduto sul divano, con la testa bassa.
Mi avvicino lentamente e mi siedo accanto a lui.
Dopo averlo fissato per un po', lo costringo a girare il visto verso di me, mettendogli le mani sul viso.

Quando mi guarda noto che ha delle ferite sul labbro inferiore, sulle guance e sul sopracciglio destro.
«Vieni» gli dico prendendogli la mano e facendolo alzare, portandolo in bagno.

Lo faccio sedere ad uno sgabello e inizio a disinfettargli le ferite, con qualche suo gemito di dolore e qualche 'scusa' sussurrato da parte mia, e soprattutto, con i suoi occhi puntati addosso.

Quando ho finito faccio per spostarmi e mettere a posto ciò che avevo usato, ma lui mi afferra per un braccio e mi fa voltare verso di lui, che nel frattempo si è alzato in piedi.
Mi mette le mani sul collo, poi mi sposta qualche ciocca di capelli e mi bacia.

È un bacio che sa di "scusa, non volevo" e "perdonami, ti amo" ripetuti costantemente più e più volte.
Ma io non devo perdonargli niente.
Una volta finito il bacio ci guardiamo, con le fronti che quasi si sfiorano, e lui schiude le labbra per parlare.
«Ti amerò per sempre, Astrid.»

Spazio autrice:
uno dei capitoli più lunghi che abbia mai scritto (rimedio un po' a qualche lunga assenza).
Lasciate una stellina si vi è piaciuto e commentate il visto punto di vista.
al prossimo aggiornamento 📝

In The Name Of Love - Charles LeclercWhere stories live. Discover now