9. Carota

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...lo guardai accigliata e seguii Jean...

Dopo due settimane tornò tutto normale. Comunque era solo una discussione infantile.

Ci sedemmo sul tavolo e cominciammo a fare colazione, mentre parlavamo.

"scommetto che non puoi nemmeno sollevare una cassa senza l'aiuto di Mikasa-", sentii da dietro di me e alzai gli occhi al cielo.

Questa era diventata la normalità nelle ultime due settimane. Era come se fossero dipendenti l'uno dall'altro e si limitassero a litigare, solamente perché erano in grado di farlo.

Mi alzai velocemente, salutai e corsi fuori per raggiungere Levi. A quest'ora era sempre con i cavalli.

Dal lato della porta, mi chinai in avanti con cautela, in modo che non potesse vedermi. Si mise di fronte a uno stallone nero e lo nutrì con qualcosa.

Una carota?

I miei occhi tornarono su di lui. Sembrava così tranquillo quando era con gli animali. Mi chiedevo, perché questa fosse l'unica volta in cui era così diverso.

"Smettila di fissare.", disse improvvisamente e alzai le spalle scioccata.

Io, balbettando: "Scusa, non volevo- non stavo fissando, mi stavo solo chiedendo quando avremmo iniziato con l'allenamento..."

Mi guardò infastidito. "Tch."

Dietro di lui, camminai a distanza di sicurezza con le guance rosse.

Ero così stupida? L'ideale ora sarebbe, se fossi chiamata da qualcuno e potessi sparire, stando il più lontano possibile da Levi.

Quando arrivammo ​​al prato, seguì il solito processo. Ma questa volta mi mostrò nuove tecniche. A volte, quando lo guardavo, lui si voltava verso di me. Poi immediatamente spostavo gli occhi da qualche altra parte. I suoi occhi erano così freddi.

"Dove hai imparato a combattere?", chiese improvvisamente.

Lo guardai e vidi la sua espressione interessata. Ricordai tutto il tempo passato con mio padre: "Mio padre mi ha mostrato tutto quando ero ancora piccola.". Non disse niente e continuammo.

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Dopo l'allenamento, cadetti nel letto come se stessi per morire.

toc toc

Certamente qualcuno doveva entrare proprio ora. Sospirai ed emisi uno strano grugnito.

"Entra!"

Mi alzai e vidi Eren entrare silenziosamente. Solo noi due eravamo nella stanza.

"Oh, scusa (T/N), posso andare, se vuoi dormire."

"No, va bene.", e feci due colpi sul letto accanto a me, mostrandogli che poteva a sedersi. Si avvicinò e io mi appoggiai all'indietro, osservandolo. Il suo sguardo era concentrato sul pavimento.

"Ehi, vuoi parlare?", gli chiesi velocemente.

Lo vidi stringere i denti e guardare ancora in basso. Poi mi avvicinai a lui e chiesi preoccupata: "Eren...?"

Per un momento si voltò verso di me. Eren, con un'espressione forzata: "No, va bene, comunque non era importante." Si alzò rapidamente con l'intenzione di andarsene, ma io gli afferrai il polso e lo guardai negli occhi

Eren: "..."

Io, con un'espressione dolce: "Parliamo"

È così che Eren ed io passiamo quasi tutta la notte insieme, parlando di diverse cose. Be 'quasi. Fino all'arrivo di Christa e Ymir, naturalmente. Scoprii che Eren poteva trasformarsi in un gigante, il che mi sorprese molto. Voglio dire, questo genere di cose esistevano? Normalmente mi sarei chiesta se ci saremmo potuti fidare di lui, ma io mi fidavo già di Eren. Avevano anche fatto molte prove e avevano provato a controllare il suo potere. Soprattutto Hange.

Dopo che ci salutammo, mi sdraiai finalmente sul letto e mi addormenai subito.

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"Ehi, svegliati..." sussurrò qualcuno scuotendomi. Stancamente aprii gli occhi.

La tua bugia (Levi x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora