11. Fidati di me

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"Salterai."

I miei occhi si allargarono e il mio respiro accelerò. "C-cosa?"

Mi guardò freddamente. "Devi allenarti a superare te stessa e a vedere opportunità ovunque".

Deglutii. "Ma, sono-" Guardai in basso e pensai: è fuori di testa? Morirò se salto.

Dentro di me ero in preda al panico. Oltre i trenta metri. Giù.

"Sei pazzo? Morirò di sicuro se lo faccio!"

La sua espressione fu impassibile come sempre. Guardai di nuovo in basso. Molti rami, molti alberi vicini. Molte foglie. Qualunque cosa, posso fare solo- "Ehi." Improvvisamente sentii una mano sulla mia spalla e sussultai, i miei occhi guardarono nei suoi, il loro colore grigio-azzurro si mescolava al tono giallo del tramonto come se mi stessero intensamente chiedendo qualcosa.

"Fidati di me."

Rimasi ferma e sentii il mio cuore battere. La sua mano calda era ancora sulla mia spalla. Il mio sguardo vagò verso l'abisso. "Va bene."

Si allontanò e io feci un respiro profondo. Mi allontanai dall'estremità del grosso ramo su cui stavamo e-

calma

-corsi in aria dal legno duro, dove non c'era niente sotto i miei piedi. Con la stretta che teneva saldamente le lame nella mia mano, non sentii la gravità per un minuscolo momento. Fino a quando non ricominciai a sentire tutto.

E caddi.

I miei occhi vagarono velocemente per trovare un buon ramo da qualche parte tra gli alberi, ma la caduta fu troppo veloce. In qualche modo, provai a sparare i ganci nell'albero stesso, mentre stringevo i denti. Era una missione suicida. Stavo per morire e non avevo fatto così tante cose nella vita. Non avevo mai bevuto alcolici o baciato qualcuno. E non avevo mai visto i luoghi dei racconti di mio padre. Chiusi gli occhi.

É finita.

Pensai.

Fino a quando non sentii una forte energia intorno alla mia vita, che mi sollevava. Il gancio aveva raggiunto l'albero! "Ugh!", persi il fiato, quando fui tirata su bruscamente.

Accelerai e la mia mano fu quasi arrivata a un ramo a cui aggrapparsi, quando il gancio cedette e io caddi di nuovo. Questa volta per davvero. "AAHHH!"

Improvvisamente fui rapidamente afferrata a mezz'aria e tirata su. Quando alzai lo sguardo, potei vedere l'espressione seria del viso di Levi e i suoi capelli scuri sballottati in ogni direzione dal vento. Lo fissai in soggezione.

Atterrammo a terra sani e salvi e lui mi lasciò andare. Per un momento mi accasciai a terra con uno sguardo vuoto. Con cautela mi chinai in avanti e abbracciai il suolo. "Mai più.", sussurrai.

"Lunatica.", Levi disse indifferente, guardandomi dall'alto.

Mi alzai rapidamente. Io arrabbiata: "Beh, non sei tu quello che è caduto per quasi 30 metri, pensando che sarebbe morto."

"Tch."

"Tch.", lo imitai e lo seguii, quando vidi che stava camminando via. "Hey aspetta."

Lo raggiunsi. "Per favore, non dirmi che lo faremo di nuovo.", dissi dopo un po'.

Levi: "No. Non sei pronta".

La tua bugia (Levi x Reader)Where stories live. Discover now