46. Reminiscenza

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..."Papà...?"...

"Pshh.", la sua voce sommessa ti zittì, prendendo la tua mano dolcemente.

L'unica cosa che eri capace di fare era fissarlo.
Il suo sguardo nascosto sotto il cappello si spostò nella direzione in cui Levi ed Erwin erano scomparsi e ti tirò verso l'uscita.
Eri pietrificata, non riuscivi a reagire in nessun modo, ti lasciavi guidare da qualcuno che sembrava essere una persona che conoscevi.

Velocemente, vi aveva guidato entrambi in un angolo dietro il negozio.
Eri completamente muta.

Quando vi siete fermati entrambi, i suoi occhi familiari luccicarono calorosamente nei tuoi e sorrise dolcemente.
"(T/N)...", sussurrò.
Nessuna reazione da parte tua.

Esitò.
Sapeva che eri sotto shock, dopo aver pensato che fosse morto per metà della tua vita.
La sua espressione si mescolava al rimpianto e al dolore, mentre sussurrava di nuovo il tuo nome.
"(T/N)... mi dispiace così tanto..."

La tua espressione formata dall'incredulità indicava la quantità di domande che si nascondevano dentro di te in quel preciso momento.
Ti sei data rapidamente un pizzicotto, assicurandoti che fosse reale.
Perché non poteva essere reale. Come potrebbe, come può essere possibile?
Era morto. Dovrebbe essere morto, l'hai visto in piedi, mentre la barca su cui eri seduta con tua madre si allontanava da Shiganshina.
Come?

Pochi istanti dopo, che ti sembrarono secoli, hai iniziato a renderti conto. Un'enorme ondata di confusione si è riversata su di te come una quantità d'acqua fresca, ma immensamente pesante.
Ti ha annegata, facendoti quasi soffocare per la mancanza d'aria.
Questo non era un sogno.

Lentamente tuo padre iniziò a parlare:
"Ascoltami. So che non starai capendo niente, ma per favore cerca di concentrarti. Tutti questi anni, in cui sono stato lontano da te e da tua madre... ho fatto il mio meglio per cercare di farti credere che ero morto. E so che non posso tornare indietro nel tempo, quindi...", si fece più silenzioso alla fine.
"...sappi che l'ho fatto per proteggerti."

I tuoi occhi si allargarono in qualcosa di profondo.

Era rabbia. Pura.

All'improvviso hai tirato via rudemente la mano.
"Tu...", gracchiasti.
La confusione ti riempiva, mentre il calore si raccoglieva nei tuoi occhi.
"Ci hai... lasciato... intenzionalmente?"

Il suo volto era rattristato.
"L'ho fatto.", ammise con aria assente.

"Come.. come hai potuto...?!", hai stretto i denti con rabbia.

"(T/N)...", il calore che diffondeva ti era così noto, così vicino, era la voce di cui ti fidavi di più in questo mondo.
Il suono così travolgente, che ha fatto apparire e scomparire tutti i ricordi, che si sono rivelati bugie, nella tua testa.
La sua mano ruvida sfiorò la tua guancia rossa.
"Non ho mai voluto lasciarti."

"Allora perché lo hai-!", ti sei interrotta, con lo sguardo rivolto a terra sconcertata.
Come ha potuto lasciarti sola? La sua bambina, sua figlia?
"Pensavo che fossi..."
Ti aveva fatto credere che se ne fosse andato per sempre. Ti sei ricordata di come il tuo cuore si fosse lacerato alla comparsa di ogni singolo oggetto che avesse mai toccato. Tutti gli incubi che, dopo i quali ti eri svegliata, si prosciugavano in perle di sudore.
Il dolore.

"Lavoro per qualcuno che agisce al di fuori di ciò che la maggior parte delle persone conosce. Un'organizzazione oscura, fondata da umani con un obiettivo specifico.", ha detto chiaramente, come se tutto ora fosse chiaro all'improvviso.
"Era pericoloso, dovevo andarmene, svanire per il meglio di te e tua madre. Se ti avessi coinvolta-"

La tua bugia (Levi x Reader)Where stories live. Discover now