16. Usignolo

560 24 1
                                    

word count: 1304

-

...Levi mi aveva messo qui?...

Al mattino dormii fino a quando il sole non era più sopportabile e cominciai a sentire un sapore sgradevole in bocca. Controvoglia, sollevai il mio corpo stanco e misi i piedi a lato del letto.

Per fortuna oggi e nei prossimi due giorni non avremmo avuto alcun allenamento e finalmente avremmo avuto una pausa da tutta la follia che stava succedendo.

Quando guardai di nuovo nel mio letto, mi ricordai la scorsa notte con Levi. Avevamo spazzolato e pulito in silenzio e cominciai a ridacchiare al pensiero. Sembrava così divertente con quella maschera e quei guanti. Come potevo prenderlo sul serio, quando indossava una roba del genere? Di solito è serio e un super-umano intoccabile, ma ieri sembrava una fata delle pulizie in pensione e senza hobby con una strana ossessione.

Cominciai a ridere e scesi in mensa. Mentre passai felicemente davanti ai tavoli, percepii dei bisbigli costanti e quando ho vidi il nostro, sapevo esattamente il perché. Christa, o Historia, era la nostra vera regina e questo era il pettegolezzo più grande del momento. Ma cosa ci faceva qui allora?

"Ehi.", salutai tutti e mi sedetti dopo aver preso del cibo.

"Oggi non è il mio ultimo giorno qui.", annunciò improvvisamente Historia. Alzai lo sguardo. Continuerà con l'allenamento?

"Rimarrò un po' più a lungo, finché ogni membro dell'ex consiglio non sarà cacciato e poi compirò il mio dovere", concluse.

Continuai a mangiare il mio porridge. Non potevo perdonarla, per quello che aveva fatto. Sarebbe stata pronta a uccidere Eren per ottenere il suo potere e le sue abilità. Come avrebbe potuto essere in grado di fare una cosa del genere?

Armin preoccupato: "(T/N), stai bene?"

Improvvisamente riaccesi il cervello e notai che avevo stretto forte il cucchiaio e che la mia mano era rossa. Aprii velocemente il pugno e la mia espressione si addolcì, guardando Armin. "Sì, mi dispiace."

Historia mi guardò con occhi tristi e preoccupati. Poi tutti continuarono.

Durante questa colazione, mi concentrai su Eren e sulla sua reazione. Era sorprendentemente silenzioso e non parlava molto con nessuno. Era concentrato solo sul suo pasto.

Io pensando: "Probabilmente è confuso. Cosa dovrebbe anche solo provare?"

Dopo aver mangiato salii in camera e mi sdraiai sul letto. Poi la porta si aprì con cautela e si rivelò una testa bionda. "(T/N)? Possiamo parlare?"

Il mio sguardo si allontanò da Historia e risposi chiaramente di sì.

Si sedette sul suo letto e all'inizio non furono pronunciate parole. Dopo un minuto:

Historia: "Mi dispiace, (T/N). So che è difficile da capire, ma pensavo di stare per fare la cosa giusta e so che non puoi capire, ma-i-io pensavo di avevo perso mio padre e poi-"

Si fermò per un po' e riordinò i suoi pensieri. "Pensavo che fosse morto e poi l'ho rivisto. L'unico membro della mia famiglia rimasto. La mia famiglia. Volevo solo stare con lui. Non mi importa nient'altro. Non mi sono ascoltata e l'ho seguito ciecamente, ma in realtà, ho dovuto lasciarlo andare. E... non è stato facile."

Historia continuò: "E anche se sapevo che non era giusto uccidere Eren, ci credevo! Avrebbe potuto cambiare il mondo. Credevo che... avrei potuto essere io quel cambiamento."

La tua bugia (Levi x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora