CAPITOLO 33

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Forse, tutto quello che mi stava succedendo, non aveva bisogno di essere commentato ancora.

Avevo perso tempo, parole, momenti importanti della mia vita a cercare di capire come le cose potessero funzionare bene tra di loro, incastrando tutti i pezzi tra di loro, senza concludere nemmeno un niente, rimpiangendo il fatto che mai più potesse essermi restituito.
Tutto ciò mi fu completamente vivo quando iniziai a sentire l'acqua inondare il mio intero corpo, bagnare ogni singolo pezzo, sentire il freddo da ogni angolo senza potermi riparare da nessuna parte.

Mi sentivo perso, ma stranamente bene.

Iniziavo a chiedermi se davvero ci si sentiva così quando l'anima abbandonava completamente il corpo, quando finalmente tutto poteva essere messo a fine, quando tutto poteva essere concluso con un punto.
Non avevo intenzione di aprire gli occhi, per, forse, la paura di vedere ancora delle onde sovrastarmi, di vedere visi inumiditi dalle lacrime senza poter reagire e calmare.
Ma, avrei potuto farlo comunque ad ogni mio rischio e pericolo e, dopotutto, cos'altro avrei dovuto rischiare se ormai non sentivo più niente?

Ci provai e aprii lentamente gli occhi, provando ad aggrapparmi a qualcosa, avevo semplicemente paura di vagare nel vuoto, e in effetti le mie mani toccavano un pezzetto di suolo.

Un pezzetto di suolo granuloso. Della sabbia.

I miei occhi finalmente riuscirono ad inquadrare il mio scenario preferito in quel momento. La lunga distesa di mare che avevo visto nel mio sogno, che avevo visto poco prima di questo tragico finale.
Era la mia perfetta immagine, l'unica che poteva appartenere sempre a me e sarebbe stato anche l'ultimo ricordo che avessi avuto in tutta la mia vita.

Come tutto ebbe inizio, parallelamente era finito e non ci fu altro pensiero più magico di questo.

Mi alzai, guardandomi come prima cosa, ed ero io con gli stessi abiti leggeri di quella notte, portai le mani lentamente fra i miei capelli ed erano acconciati come quella notte, feci un piccolo sorriso e potei notare come normalmente tirava la mia guancia verso l'insú.

Sentivo tutto, sembravo vivo.

Feci dei piccoli passi verso il mare e mi sedetti sul bagnasciuga, aspettando che qualcosa potesse effettivamente cambiare, ma a quanto pare tutto rimase immobile.
Perciò iniziai a guadare attentamente l'orizzonte, perdendomi in quel tramonto da favola che a poco a poco lasciava spazio alla notturna fascia oraria prevista in quello strano lasso di eternità.

Mi beai di quelle piccole e gracili onde innescarsi contro la sabbia, innocue e gentili, mentre nelle mie orecchie sembravano essere la melodia perfetta.
Alzando gli occhi al cielo, e morendomi con i denti il labbro inferiore, iniziai a pensare anche al mio Dream, a Yoongi.

Scossi la testa sorridendo amaramente appena il suo viso si fece largo fra i miei pensieri, scacciando via tutto prepotentemente. Lui era l'unico motivo del mio benessere, del mio malessere, era la prima e unica persona ad aver vissuto al mio fianco in un buon modo, era la fonte di ogni mio piccolo passo.

Dovevo tutto a lui.

Vita e morte.

"Sir Dream"//Yoonmin (completata) Où les histoires vivent. Découvrez maintenant