02||LA VERITÀ È CHE MI PIACI

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L'allenamento era finito, ero rimasto turbato dalla conversazione con Matteo e da quello che avevo visto dopo ma vederla sorridermi e lanciarmi una bottiglietta d'acqua mi fece stare meglio.

                                                    ~ Beatrice's pov ~

Lo vidi avanzare verso di me, doveva essere stanco allora gli tirai una bottiglietta d'acqua, lui  l'afferrò al volo ma non l'aprì, forse aspettava di sedersi, si avvicinava con le braccia spalancate come se volesse abbracciarmi ma non lo fece , mi avvolse il volto con le sue mani e mi diede un bacio in fronte, mi inclinò la faccia da entrambi i lati per baciare anche le rispettive guance, lasciò il mio viso e allora dissi << Questo è quello che fanno i calciatori per una semplice bottiglietta d'acqua >>. Ridemmo entrambi, mi accomodai nel posto in cui ero seduta prima e lui si sedette nel posto accanto bevendo l'acqua che gli avevo lanciato precedentemente, chiuse la bottiglia e la posò a terra, iniziò a massaggiarsi i muscoli delle gambe, << Sei stanco ? >> gli chiesi. << Un po' >> era stato sincero, lo era sempre stato con me, non aveva voluto fare il duro che non è mai stanco. Appoggiai la mia testa sulla sua spalla, si girò verso di me e mi sorrise, alzò il braccio e con esso mi cinse le spalle, sentii di nuovo il suo odore penetrare nelle mie narici, restammo così per qualche minuto, in silenzio, poi lui lasciò le mie spalle e mi disse << Ti va se ci andiamo a bere qualcosa? >>. Per tutto quel tempo non avevo mai alzato la testa per guardarlo, questa volta lo feci, lo guardi dritto negli occhi, in quei suoi occhi castani che mi fecero scappare un sorriso, mi limitai ad annuire in assenso alla sua proposta. Liberai la sua spalla e lui si alzò, mi disse di aspettarlo lì, che si sarebbe cambiato e sarebbe tornato.
Ero rimasta solo io lì, ormai tutti avevano lasciato il campo, non lo stavo aspettando da molto ma a me sembrò così, mi alzai ed iniziai ad andare su e giù, poi ad un tratto qualcosa mi fermò, era lui, aveva appoggiato le sue mani sulle mie spalle per mettere fine a quel mio via vai, mi girai e lo spinsi leggermente all'indietro << Ci metti più di una donna tu >>. Ed io ne sapevo qualcosa, quella stessa mattina avevo fatto aspettare mio padre per un lungo lasso di tempo sotto casa mia. Mi spinse a sua volta e mi invitò ad andare.
Non parlammo molto mentre ci avviamo alla macchina, ci sorridevamo e a volte ci prendevamo in giro, le nostre mani si sfiorarono molte volte e alla fine si strinsero l'una all'altra. Quando ci prendemmo per mano il tempo sembrò fermarsi, lo guardai e gli passai la mano libera tra i suoi ricci, l'altra sembrava non volersi più staccare dalla sua, poi prese a correre verso la macchina trascinandomi a lui. Arrivammo davanti all'automobile in men che non si dica, solo allora lasciò la mia mano per aprirmi la portiera, mi accomodai nel posto riservato al passeggero , lui fece il giro ed entrò in macchina, si girò verso di me e poi accese il motore , si partiva. La macchina aveva il suo stesso odore, mi guardai intorno per trovare qualcosa che appartenesse a lui, non c'era nulla di particolare oltre ad un portafortuna che mi ha detto gli aveva regalato il padre quando la sua carriera da calciatore era iniziata, era un piccolo pallone da calcio.                                 
Lo guardai per tutto il viaggio sempre con quel sorriso da ebete sul volto, lui era concentrato sulla strada e sembrava non prestare attenzione ai miei sguardi. Era bellissimo, il vento che entrava dai finestrini aperti gli scompigliava i capelli e ciò lo rendeva più affascinante.                       
La mia mano era vicino alla leva del cambio e la sua involontariamente si appoggiò nello stesso luogo, questa volta mi guardò e mi sorrise, non la mosse, la sua mano rimase sulla mia fin quando non arrivammo e se la doveva usare per guidare poi tornava sempre lì.                                   
L'auto si fermò, eravamo arrivati, non sapevo dove mi aveva portato e durante il tragitto non me l'ero minimamente domandato, scese dalla macchina, mi aprì la porteria e mi offrì la sua mano per uscire, la afferrai senza pensarci, non la lasciai, camminammo di nuovo mano nella mano. Mi aveva portato in un semplice bar, lui ordinò una birra, io una semplice coca cola, non mi era mai piaciuto molto bere. Parlammo, ridemmo, scherzammo, sempre una mano sull'altra, per diverse ore, ormai si era fatto tardi e Manuel se ne accorse, mi disse che era meglio se entrambi rientravamo, aveva ragione anche se sarei voluto stare un altro po' con lui , ci alzammo entrambi, mi avvolse le spalle con un braccio e io invece lo abbracciai, nascondendo la mia testa nel suo petto, mi diede un bacio sulla fronte e allora mi staccai.                                                           
Non ci tenemmo per mano nè mentre ci avviammo verso la macchina nè dentro di essa, dove mi concentrai sul paesaggio e parlammo prevalentemente dell'allenamento, dei suoi compagni di squadra, dell'impressione che mi avevano fatto, eravamo arrivati, la nostra bella serata finiva lì.
Scesi da sola dalla macchina, non aspettai che mi aprisse la portiera. Gli diedi un bacio sulla guancia << Bene, io vado >>. << Aspetta >> mi afferrò il polso e io mi girai verso di lui, una parte di me voleva che mi fermasse << Domani ci vediamo? Vieni agli allenamenti domani? >> continuò, deglutì, era imbarazzato. << Si, penso di venire >> gli risposi cercando il suo sguardo, adesso era più calmo << Va bene, allora ci vediamo domani >>, gli sorrisi e mi avviai verso la porta di casa mia ma la sua voce mi fermò, non era ancora salito in macchina << Nemmeno un saluto >> disse ridendo, corsi nelle sue braccia e gli sussurrai nell'orecchio << Ciao Manuel >>. Mi sollevò da terra per pochi secondi e poi mi poggiò delicatamente di nuovo a terra, ci staccammo e lui fece il giro e aprì la portiera dell'auto, questa volta stavo aspettando io che lui se ne andasse, prima di entrare mi salutò con la mano e mi disse << Allora a domani >> entrò in macchina, << A domani >> sussurrai mentre lo vedevo allontanarsi. Entrai in casa, posai le chiavi sul tavolo, mi ritirai subito in camera mia, mi stesi sul letto sorridendo, mi passarono davanti gli occhi tutte le immagini di quella serata, l'unica faccia che vedevo però era la sua, non mi piaceva soltanto , mi ero veramente innamorata di lui ma non volevo correre, era la prima volta che mi succedeva, non avevo mai dato il primo bacio, non mi ero mai innamorata di qualcuno. Non riuscii a dormire molto quella notte.
     ~ Manuel's pov ~

Ero appena tornato, trovai Matteo sveglio che mi aspettava << Allora, dove sei stato? >> iniziava così il terzo grado, << Sono andato a bere una cosa con Beatrice >> gli risposi con tutta la calma possibile. << Da amici >> non capii se era una domanda o un'affermazione, << Da amici >> ripetei. << Perché é questo che siete >> questa volta ne ero sicuro, era un'affermazione, << Perché è questo che siamo >> gli feci eco. << E non c'è nulla fra voi >> qui cedetti << Ok, ok. Hai vinto, lo ammetto, Beatrice mi piace e anche molto ma non voglio correre, non voglio far soffrire lei e tantomeno non voglio soffrire io >> mi liberai << É già un passo avanti che lo hai ammesso, è stato più facile del previsto >> mi diede il cinque << Non mi dire che ti eri preparato altre domande >> gli dissi ridendo e spingendolo sul letto.
<< Ci siamo tenuti per mano e adesso non faccio altro che pensare a lei >> dissi all'improvviso, non sapendo che il mio amico non mi stesse ascoltando, come poterlo biasimare, nessuno avrebbe voluto ascoltare i discorsi disperati di un giovane innamorato alle prime armi.
Chissà se anche lei mi sta pensando, se ha provato le mie stesse sensazioni, mi addormentai tra questi pensieri e tra le immagini di quella giornata.

Entrambi hanno ammesso i propri sentimenti ma la strada è ancora lunga, cosa succederà adesso?

M.L. Finalmente tuWhere stories live. Discover now