46|| FACETIME

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<< Amore, va tutto bene? >> la mia fidanzata mi domandò notando che non la stessi ascoltando << Non è nulla, sono solo preoccupato per Manuel >> decisi di non girarci intorno capendo che fosse inutile mentirle, mi si leggeva in faccia che ci fosse qualcosa che non andava << Si comporta in modo strano, mi parla a malapena, sta sempre sulle sue, sorride raramente, non esce dalla nostra camera se non per l'allenamento e la mensa o per prendere una boccata d'aria quando ti chiamo, è sempre pensieroso e questo non è strano perché è sua abitudine rimuginare sui suoi pensieri ma di solito ne parla con me e anche se per poco riesco a tirarlo su di morale, non mi piace vederlo così>> spiegai liberamente come stessero le cose conoscendo perfettamente chi stava dall'altro capo dello schermo << È normale Matteo, non fartene un problema, lui di certo non desidera questo, quando avrà bisogno di parlarne verrà da te >> cercò di rassicurarmi ma non ottenendo il risultato sperato. Io conoscevo Manuel e sapevo che anche se ne avesse avvertito il bisogno non sarebbe venuto spontaneamente a parlarmene. << Lui continuerà a tenersi tutto dentro, non è una persona che parla apertamente dei suoi problemi, non è quel tipo di persona che ammette a se stesso di aver bisogno di qualcuno o di qualcosa >> scossi più volte il capo rassegnato << Cosa hai intenzione di fare a questo punto? So bene che non resisterai a lungo a questa situazione >> non ne avevo idea, non questa volta, non sapevo cosa fare e non andava per niente bene, non adesso che lui aveva così bisogno del mio sostegno o almeno così credevo.

E se stessi sbagliando tutto?

Se lui avesse semplicemente bisogno di stare da solo?

Se fossi io ad aver bisogno di lui, aver bisogno di immergermi nei suoi problemi fino al collo pur di non far annegare lui in quella distesa senza fine, aver bisogno di trovare un modo o almeno cercare di trovarlo per mettere una pezza, per ricucire una delle sue tante ferite pur di non sentirmi terribilmente in colpa per non essere io quello ferito, per non essere io quello che avesse bisogno di mettere una pezza sopra
a ciò che incupiva la sua esistenza?

Mi sentivo così, in colpa.

In colpa per una sua delusione.
' dovevo fermarlo prima, avrei dovuto accorgermene, almeno questa gliel'avrei evitata '

In colpa per un suo sorriso.
' avrei dovuto vedere solo quello sul suo viso '

In colpa per una sua lacrima.
' sei più forte di così Manuel e lo sappiamo entrambi '

In colpa per un suo abbraccio.
' dovresti avere qualcuno di migliore al tuo affianco, qualcuno che ti sappia salvare dalle sofferenze, io amico mio non ho più la forza per afferrare la tua mano '

In colpa per averlo buttato tra le braccia di
Beatrice.

Si, in fondo era colpa mia.
Era colpa dei miei stupidi consigli.
Era colpa del mio stupido ottimismo.
Era colpa del mio stupido romanticismo.
Stava male per colpa mia e questo era soltanto un disperato modo per espiare i miei stessi sbagli.

<< Non lo so >> sussurrai sdraiandomi sul letto << Sono stato io >> aggiunsi sospirando << Sei stato tu a far che, amore? >> mi chiese con dolcezza << Sono stato io a ridurlo in questo stato, l'ho avvicinato io a Beatrice >> il mio senso di colpa accresceva ad ogni parola << Ehi, non sei stato mica tu a farlo innamorare, l'amore è una cosa che non si può controllare perciò tu non hai nessuna colpa Teo >> misi su un finto sorriso << Quanto vorrei poter essere Beatrice in questo momento >> una piccola risatina lasciò la mia bocca << Non avrei lasciato Manuel per un altro ragazzo >> non mi sentivo con lei ormai da qualche giorno e mi mancava, mi mancava terribilmente. In fondo non eravamo poi così diversi io e Manuel, lui non riusciva ad ammettere di aver bisogno di qualcuno, io non riuscivo ad ammettere che mi mancasse qualcuno e non facevo altro che nascondermi dietro battutine e giudizi. << Matteo, è la tua migliore amica, non dovresti giudicarla, non ne avete nemmeno parlato, di sicuro una spiegazione ci sarà >> annuii trovandomi d'accordo sapendo perfettamente che scaricare la colpa su di lei non fosse la cosa giusta da fare, seppur la più semplice. Era lei che aveva bisogno di me, Manuel era forte abbastanza per superare tutto questo, dovevo chiamarla. << So perfettamente cosa fare, grazie amore. Ci sentiamo appena posso >> sorrisi sollevato mandandole un bacio << Ti amo così tanto Vian, quanto vorrei fossi qui, è bastato parlarne con te per farmi sentire immediatamente meglio >> confessai continuando a sorridere << Non sentirti in colpa se vedi i tuoi amici stare male, cerca di star loro vicino come meglio puoi, sono sicura che questo per loro conti di per sé molto. Ti amo Matteo, non dimenticarlo mai, io sono qui sempre, per te >> mi assicurò << Come potrei dimenticarlo, allora ci sentiamo, ciao ciao >> chiusi velocemente, pronto ad effettuare la prossima chiamata.

Ehi Matteo
Bea, dove sei?
Sono appena tornata a casa
Ti va di passare per Coverciano?
Non lo so Matte, perché?
Volevo passare del tempo con te ma capisco che è meglio se vengo io da te
Devo parlarti Teo
Lo immaginavo, informo tuo padre e Manuel che sto uscendo e arrivo
Va bene, ti aspetto qui
Ti voglio tanto bene Beatrice
Lo so, anche io Matteo, tanto
Vado, ci vediamo tra qualche minuto
Ciao.

M.L. Finalmente tuWhere stories live. Discover now