36|| TEMPO

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Feci come il mister mi aveva detto, provai ad afferrare la mano che mi aveva porto per tornare a galla e respirare. La mia testa era un enorme buco nero dove ogni pensiero che emergeva pochi attimi dopo scompariva, pensare era l'ultima cosa che mi serviva. Non mi accorsi del tempo trascorso lì fuori, a cercare un riparo da me stesso, dai pensieri che affollavano la mia testa, dalle mie azioni che si annullavano tra di loro, da Beatrice che da quando era entrata nella mia vita me l'aveva soltanto incasinata, eppure quel casino mi piaceva, mi piaceva così tanto che non riuscivo ad allontanarmene. Cosa avrei dovuto fare?
Mi alzai lentamente e mi diressi verso camera mia. Esitai un attimo prima di afferrare la maniglia ed aprire la porta, non sapevo che situazione mi aspettasse dietro di essa. Respirai profondamente, recuperando il poco coraggio e la poca razionalità che mi erano rimasti da quando avevo iniziato a perdermi in quel labirinto di cui non riuscivo ancora a trovare l'uscita, ed entrai. Beatrice dormiva già, Matteo mi aveva aspettato sveglio << Ehi, tutto bene? >> mi chiese abbastanza preoccupato non appena mi vide varcare la soglia, annuii semplicemente in risposta, sdraiandomi sul mio letto e sorridendogli impercettibilmente << Ne vuoi parlare? >> si assicurò mettendosi seduto, scossi la testa sprofondando leggermente sotto le coperte << Sicuro? >> mi domandò imitando la mia posizione << Si >> riuscii a sussurrare prima di mettermi comodo nel letto girandomi su un lato, pronto a lasciarmi andare alla stanchezza. << Lascia che sia lei a fare un passo verso di te >> disse Matteo all'improvviso << Eh? >> mi girai dal lato opposto per guardarlo meglio per quanto la sola lampada, che illuminava l'intera stanza, me lo permettesse. << Prima di alzarti e uscire fuori mi avevi chiesto che dovessi fare, ti avevo detto di parlarne dopo, dovevo ancora pensarci su. Ti ho dati tanti di quei consigli in questi mesi ma non penso siano davvero serviti a qualcosa vista l'odierna situazione, non volevo più sbagliare, non stavolta almeno >> feci per prendere parola ma scosse la testa facendomi capire che non servisse che io dicessi qualcosa in quel momento, lo invitai a continuare con lo sguardo << Ho avuto il mio tempo per rifletterci, ho pensato a voi, a tutto quello che è successo e sono arrivato a una conclusione. Lascia che sia lei a fare un passo verso di te, tu ne hai fatti fin troppi, lascia che sia lei a dimostrarti che abbia bisogno di te, lascia che sia lei a decidere e se non dovesse funzionare semplicemente parlale. Adesso c'è anche Lorenzo e non so... >> Lorenzo? Sentii qualcosa stringermi il petto rendendo il mio respiro più pesante e faticoso << Di che stai parlando? >> lo interruppi << Il ragazzo che l'ha accompagnata qui oggi, a cui tu hai fatto una scenata di gelosia, si chiama Lorenzo >> mi confessò come se fosse scontato essere a conoscenza di questi dettagli << Io? Scenata di gelosia? L'ho soltanto chiamata visto che tu ti eri dimenticato di farlo. Il mister la stava aspettando >> vidi il mio amico accennare una risata << Per questa volta chiuderò un occhio e farò finta di crederti >> mi prese in giro facendomi l'occhiolino << Lo sai che tanto finisce sempre così >> gli risposi facendogli l'occhiolino a mia volta << Te ne ha parlato lei? >> domandai tornando serio, annuì semplicemente << È una storia più complicata di quanto possa sembrare ma non c'è da preoccuparsi, non è successo nulla tra i due e un loro così stretto avvicinamento è un'ipotesi davvero lontana. Ha soltanto bisogno di tempo>> cercò di rassicurarmi, quasi riuscendo a leggere i pensieri che pervadevano la mia mente. Era riuscita anche in questo, ad abbattere la mia sicurezza e decisione, rendendomi l'uomo più insicuro di cui io abbia mai fatto conoscenza. << Grazie Matte >> dissi sinceramente, sforzandomi di sorridere << Buonanotte >> aggiunsi voltandomi a pancia in su << Buonanotte Manuel, riposati che ne hai bisogno >> si raccomandò prima di spegnere l'unica lampada rimasta accesa. Osservai mano a mano il soffitto scomparire dietro le mie palpebre, nonostante il pensiero costante di Lorenzo e Beatrice la stanchezza prese il sopravvento.

M.L. Finalmente tuWhere stories live. Discover now