12|| MI STAI EVITANDO?

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Dopo quella sera non riuscivo più neanche a guardare negli occhi Manuel, era come se una parte di me lo avesse tradito, girato le spalle e l'altra parte ancora legata a lui ne fosse consapevole e se ne vergognasse talmente tanto da non riuscire più ad avere un contatto con lui. Avevo fatto un grosso sbaglio e adesso mi toccava evitarne un secondo, per questo dovevo stare più alla larga possibile da Federico e Loca. Con Manuel era molto più difficile, condividevamo la stanza e quel sentimento che mi legava fortemente a lui era ancora vivo, ardeva come un fuoco in estate, inutilmente, per due semplici motivi:
1. Mi vedeva soltanto come un'amica
2. Dopo quello che era successo, anche se lui non ne fosse a conoscenza, ogni speranza che avevo si stava lentamente bruciando nello stesso fuoco.
È incredibile come riesco a ferirmi da sola, prima o poi brucerò anch'io lì dentro, lo sto solo facendo meno velocemente.
Decisi di andare a casa, magari se mi fossi immersa nello studio non avrei più pensato a tutto questo, finita la colazione salutai Matteo e diedi uno sguardo veloce a Manu << Se vuoi posso accompagnarti io >> mi disse Federico, vidi che anche Manuel stava per dire qualcosa nello stesso momento, abbassò lo sguardo << Grazie ma non ce n'è bisogno, saluto mio padre e Gianluca e vado >> era proprio quello che non mi serviva in quel momento, uscii per recarmi nell'ufficio di mio padre << Aspetta Bea >> Manuel mi aveva raggiunto, mi girai << Posso accompagnarti io, so già dove si trova casa tua e so che ti piace stare in compagnia, soprattutto quando sei in auto e poi così potremmo parlare, non ne abbiamo più tanta occasione >> inclinò la testa per guardare la mia faccia << Perché a me piace molto parlare con te >> cercò di convincermi, perché stava insistendo? Alzai lo sguardo su di lui e non riuscii a non sorridere << E va bene ma andiamo con la mia macchina. Aspettami qui, sto arrivando >>.
Entrai nell'ufficio di mio padre con un sorriso stampato in faccia << Conquiste amorose? >> mi girai e vidi la figura di mio padre intenta a sorseggiare del caffè, lo guardai con aria confusa << Conosco bene quel sorriso. Caffè? >> mi porse una tazzina << No, grazie papà ma ho già fatto colazione. Ero venuta soltanto per dirti che stavo andando a casa, ho bisogno di stare un po' da sola e non pensare più >> gli spiegai << A Manuel? >> mio padre capiva sempre tutto, non riuscivo a nascondergli niente o forse non volevo, in un certo senso era come se io stessa glielo lasciassi intendere << Ho mille pensieri nella testa in questo momento, lo studio é la migliore terapia >> non diedi una risposta esplicita << E quel sorriso? >> si mise davanti a me << Vado con Manuel, si è offerto di accompagnarmi e non sono riuscita a dirgli di no >> mio padre mi sorrise e mi diede un bacio in fronte << Figlia mia io non sono a conoscenza di tutto quello che stia succedendo ma spero che alla fine di tutto sarai felice. Adesso vai, bisogna farsi aspettare ma non troppo >> annuii << Sai dov'è Vialli? >> scosse la testa << Meglio che vado >>. Aprii la porta e Manuel si scostò subito dal muro su cui si era precedentemente appoggiato << Allora, andiamo? >> gli porsi le chiavi della macchina.
<< Come mai stai andando a casa? Pensavo ti piacesse stare qui >> mi domandò mentre entrava in auto << Adoro questo posto, le persone che lo popolano, adoro assistere agli allenamenti e stare seduta in una tavolata circondata da un vero gruppo. È la mia seconda casa ma a volte é meglio allontanarsi dai problemi, dai pensieri e passare un po' di tempo da soli, no? >> forse avevo parlato troppo, avevo detto qualcosa che non dovevo dire << Bea, hai qualche problema con me? Sei strana in questi giorni, sono sempre io a rivolgerti la parola per primo o avvicinarmi. Mi stai evitando? È per Federico? Da quando c'è lui é cambiato tutto >> perché faceva così? Perché si comportava in questo modo? Perché trattare così una semplice amica? << Va tutto bene Manuel, non c'è nessun problema e non capisco perché se ci fosse dovesse essere per Federico >> ero nervosa e me la stavo prendendo con la persona sbagliata << Non gli ho dato la colpa di niente, cercavo solo di capire. Non dirmi che tutto va bene perché posso percepire che non é così. Se c'è un problema dimmelo >> si, Manuel un problema c'è, che io non posso essere l'amica che vuoi, che ho bruciato tutto prima che potesse iniziare e che così finirò per impazzire, era questo quello che volevo dirgli ma sentii come un nodo in gola che mi impedì di parlare << Scusa Bea, mi dispiace, sono soltanto molto agitato, sento tutto pesare il doppio su di me >> non potevo fargli pesare anche questo << No, hai ragione tu, il problema sono io >> la macchina si fermò e io con lei, eravamo arrivati, gli feci segno di scendere con me << Manuel, ti chiedo scusa e mi dispiace ancora di più che io non ti possa dire il motivo di tutto questo >> mi abbracciò di colpo << Va bene, non dire niente, abbiamo sbagliato entrambi, mi basta questo adesso. Quando avrai voglia di parlare ci sarò >> quasi sussurrò, lo strinsi ancora più forte, era proprio quello che mi serviva e lui era riuscito a capirlo, mi lasciai scappare delle lacrime  << Non so se ne avrò mai voglia, sono proprio una stupida >> forse aveva capito dalla voce che mi fossi lasciata andare perché mi lasciò andare e mi avvolse il viso con le sue mani << Ehi >> mi asciugò le lacrime, quella scena l'avevo già vissuta e non poteva finire come la prima volta o avrebbe complicato tutto << È meglio che vai, devi allenarti >> tolse subito le mani dal mio volto << Ti passo a prendere stasera visto che ho la tua macchina, fatti trovare pronta >> stava guardando me quindi rischiò di inciampare, risi, era riuscito anche in questo << Ah, quando sorridi sei più bella quindi continua a farlo, sei sempre bella ma é meglio un sorriso di una lacrima, soprattutto su un viso come il tuo>> mi disse prima di entrare in auto. Riusciva sempre a sorprendermi, forse era questo che più amavo di lui.

M.L. Finalmente tuWhere stories live. Discover now