28|| E SIAMO DI NUOVO QUI

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<< Ehi >> si avvicinò pericolosamente verso di me sorridente Federico << Non qui >> lo fermai poggiando la mia mano sul suo petto e allontanandolo << Va bene >> gli afferrai la mano e lo portai in camera sua in modo da non poter incontrare Manuel o Matteo, chiusi la porta e mi voltai verso di lui << Prima che tu dica qualsiasi cosa riguardo ieri sera ho bisogno di questo >> mi avvicinai a lui e lo baciai cercando di eliminare tutte le sensazioni che mi provocava ancora Manuel che sembravo invece non provocare più io a lui, era stupido e meschino quello che stavo facendo ma mi pareva l'unica via d'uscita.

<< Ecco, era questo che non doveva succedere >> mi sussurrò staccandosi Federico poggiando la sua fronte sulla mia per poi allontanarsi << Ieri sera abbiamo sbagliato e lo stiamo facendo anche adesso, non puoi venire qui e baciarmi come se tutto quello che sia successo prima tu lo abbia già cancellato perché non è così e questo non è il modo giusto per farlo>> si fermò un attimo osservandomi << Sei ancora innamorata di Manuel, l'ho accettato io, è ora che lo accetti anche tu Bea >> scossi la testa << No, io e Manuel ci siamo lasciati ed io non posso essere innamorata di lui >> continuai a scuotere la testa << Ma lo sei >> cercò nuovamente di convincermi << Ho soltanto bisogno di tempo >> presi la sua mano e la posai sul mio petto in corrispondenza del cuore << E di te >> continuai guardandolo negli occhi << Io per te ci sarò sempre Beatrice e lo sai ma non come vorresti tu veramente >> staccò la sua mano dalla mia lasciandola cadere lungo il corpo << Sono ancora innamorato di te Beatrice così come tu lo sei ancora di Manuel e l'unica cosa di cui entrambi abbiamo bisogno è stare lontani in modo da non combinare troppi casini >>.

Mi sdraiai sul letto osservando il soffitto, quello che per me e Manuel era un cielo pieno di stelle che ci piaceva tanto di notte guardare stesi a terra uno accanto all'altro e ridevamo così tanto da poi sentirci male. Le nostre risate e le nostre parole risuonavano nella mia testa accompagnate dall'immagine di lui, dell'uomo che mi faceva ancora battere il cuore che in realtà non aveva mai smesso di farlo alla sua vista, al suo tocco, alla sua presenza. Federico si stese accanto a me << Siamo davvero due disastri >> mi disse ridendo << Eh già >> lo abbracciai, era comunque una figura importante per me, era un mio amico << Adesso è meglio se vai all'allenamento >> ripresi parola dopo un lungo periodo di piacevole silenzio << Hai ragione >> disse alzandosi << Vado >> mi porse le mani per farmi alzare << E tu vieni con me >> mi prese di peso vedendo che io non avevo la minima idea di lasciare il letto.

<< Non mi va Fede >> mi lamentai mentre lui mi trascinava verso il campo << Cosa? >> mi domandò << Non è una della mie migliori giornate, porterei soltanto malumore >> cercai di sviare << Il modo corretto per affrontare qualsiasi tipo di problema non è scappare da esso ma al contrario corrergli incontro, adesso tu cerchi qualcosa che in questo momento potrebbe farti sorridere, qualsiasi, e tiri fuori il tuo splendido sorriso, ok? >> annuii alle sue parole, pensai a mio padre, mio padre al mare, io e mio padre al mare, mio padre che mi insegnava a nuotare cingendomi con le sue possenti braccia e tenendomi con le sue grandi mani << Ecco brava, adesso non smettere di sorridere, un solo allenamento e poi Manuel e tutti i tuoi problemi svaniranno, dopo che partiamo pensa all'esame e rilassati un po', chiama le tue amiche, esci, svagati, è importante che tu ti liberi un po' >> arrivammo al campo e subito mio padre si avvicinò.

<< Tutto ok tesoro? >> si rivolse con una faccia abbastanza preoccupata << Potrebbe andare peggio se non ci fossi tu papà >> mi abbracciò e poi tornò dai suoi giocatori. Mi sedetti lasciando che un sospiro lasciasse la mia bocca, non mossi gli occhi dal prato per tutto l'allenamento osservando i fili d'erba del campo oscillare al passo svelto dei giocatori che lo popolavano e che lo animavano, poi tutto si fermò segno che la corsa dei "miei compagni di squadra" si era arrestata.

Alzai lo sguardo cercando Matteo che vidi prontamente avvicinarsi verso di me << Era da tutto l'allenamento che volevo parlarti >> mi disse raggiungendomi e sedendosi al mio fianco << Come stai? >> mi domandò preoccupato, scrollai le spalle, non ero più padrona dei miei sentimenti, non riuscivo più a sentirli sulla mia pelle << Perché ieri non sei venuta da me? Potevamo parlarne >> non esplicitò l'argomento non volendomi provocare ulteriore malumore ma io sapevo bene cos'era successo << Lo stiamo facendo adesso, no? >> scosse la testa << Io sto parlando, tu a quanto pare preferisci baciare qualcun altro e dimenticarti del tuo migliore amico. No perché è una cosa normale, non preoccuparti di me e dei miei stupidi problemi >> sbottò innervosito alzandosi, lo guardai negli occhi e capii che era pentito di aver detto tutto quello << Scusami, non è il momento di litigare >> si ricompose immediatamente << Non preoccuparti >> gli dissi comprendendo le sue ragioni e il suo improvviso cambio d'umore. Si risedette e io voltai la testa verso di lui << Sai cos'è che mi fa più male? >> domandai retoricamente, lui rivolse la sua attenzione verso me << Che ci sono voluti quattro mesi per capire a fondo i nostri sentimenti, settimane per convincerci a fare il primo passo ma un giorno solo uno per rovinare tutto. Ed hai ragione quando dici che non penso mai ai tuoi di problemi >> cercò di fermarmi << Non ti ho mai chiesto niente, non so se sei fidanzato, sei ha delle sorelle o dei fratelli, non so sei hai altre passioni oltre al calcio, non so cosa fai nel tuo tempo libero eppure tu ti sei sempre preoccupato di me e per me, mi hai dato consigli, mi hai abbracciato, hai sempre dimostrato il tuo affetto nei miei confronti. E io? Io che ho fatto per te? >> proseguii << Mi hai fatto così tante domande. Cosa vuoi sapere prima? >> riuscì a strapparmi un sorriso come sempre.

M.L. Finalmente tuWhere stories live. Discover now