10||RITORNO A COVERCIANO

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Il giorno dopo la partita era sempre uno dei peggiori, chi aveva giocato era sfinito e facevano un particolare percorso per riprendersi, non sapevo se funzionasse realmente, per la magia dovevamo aspettare il giorno dopo, di sicuro sarebbero stati meglio e menomale perché non riuscivo più ad ascoltare i lamenti di Matteo che erano cominciati sin da quando si era svegliato e che avevano svegliato anche me. Lo avevo aiutato ad alzarsi, a vestirsi, a fare colazione e anche ad arrivare lì per iniziare la sua ripresa, in tutto questo non avevo prestato la minima attenzione a Manuel, adesso capivo, Matteo si comportava così apposta, non stava veramente così male, voleva che non pensassi più a quello e ci era riuscito, da un lato ero arrabbiata, mi aveva comunque fatto faticare per tutta la mattina, ma dall'altro ero sorpresa e contenta di avere un migliore amico come lui. Però ora che mi aveva lasciata da sola avevo tutto il tempo di pensarci e forse ne avevo bisogno, dovevo iniziare ad accettare questa situazione e provare ad andare avanti ma quando lo vidi in costume entrare in acqua per fare uno strano percorso tutti i miei pensieri si eliminarono e mi imbambolai lì a guardarlo << Ehilà, Bea ci sei? Tutto bene? >> annuì ancora fissando Manuel, Matteo si mise davanti a me e cercò di capire cosa stavo guardando << Va bene, adesso sì che capisco, almeno cerca di non fissarlo troppo, se ne accorgerà, non voglio di nuovo far finta di stare male >> lo spinsi con la spalla << Ehi, qui mi fa male veramente >> aprii le braccia e lo strinsi a me passando la mano dall'alto al basso della sua schiena << Scusa, non volevo proprio >> mi staccai e gli accarezzai la guancia << Poverino il mio bambino >> lui mi guardò male << Perché sento un tono di ironia nella tua voce? Mi fa davvero male >> feci spallucce ridendo e me ne andai, era meglio allontanarmi da tutto questo o sarei stata più confusa di quanto già fossi. Nel corridoio mi scontrai con qualcuno, non feci attenzione a chi << Bea, va tutto bene? >> era Federico, lo capii dalla voce, non risposi ed entrai in camera. Mi buttai sul letto, sentii la porta aprirsi << Da qualche giorno sei strana, mi vuoi spiegare che ti succede? >> era rimasto sulla soglia della porta << Entra >> girai la testa nella sua direzione << Non mi hai risposto >> disse chiudendo la porta << Non dovresti avere qualcosa da fare? Sono già tutti di là >> non potevo dirglielo, avrebbe capito che avevo origliato e che sapevo che gli piacevo, volevo evitargli questo imbarazzo e volevo toglierlo anche a me << Se tu non mi fai perdere tempo ci andrò prima, basta rispondere alla mia domanda >> mi misi seduta per guardarlo in faccia, lui si avvicinò al letto e si abbassò per incontrare il mio sguardo << Allora? Che intenzioni hai? Voglio che tu sappia che non me ne andrò finché non avrò una risposta >> sorrisi << Sei proprio un osso duro, eh? >> non potevo dirgli semplicemente che stessi bene perché in effetti quello che stava dicendo era vero, mi ero comportata in un modo strano in quei giorni << Non gli piaccio >> sputai il rospo << Che? Chi te lo ha detto? >> lui scattò in piedi << L'ho sentito, mi vede solo come un'amica >>si sedette di fronte a me << Gli amici non si guardano in questo modo >> non capivo cosa intendesse, eppure lo aveva detto proprio a lui << Che vuoi dire? >> ero confusa << Voglio dire che voi non siete solo amici e non lo sarete mai che ne dica lui, tra voi due c'è un rapporto speciale >> guardava a terra, non riusciva a guardarmi negli occhi, alzò lo sguardo << Dici? >> mi sorrise, io feci lo stesso, si stava per alzare quando qualcuno aprì la porta, era Manuel << Bea, hai visto Fe >> si fermò, aveva notato la presenza di Federico << Non mi aspettavo di trovarti qua, è meglio che tu vada ad allenarti, abbiamo già iniziato >> Manuel si scansò per farlo uscire << Che ci facevate qui? >> mi disse mentre uscivamo << Nulla, stavamo solo parlando >> mi girai verso di lui << Stavate parlando >> ripetè, si schiarì la voce << Senti, visto che siamo amici, no? >> annuii << Volevo chiederti >> fece un respiro profondo << Si Manuel? >> lo invitai a parlare << se ti piaceva Federico >> disse tutto d'un fiato, proprio in quel momento arrivammo in palestra, Federico si girò verso di noi, gli sorrisi, mi girai verso Manuel << No, siamo ottimi amici >> andai da lui lasciandomi Loca alle spalle anche se non riuscii a non guardarlo durante tutto l'allenamento.

                    ~ Manuel's pov ~

Finito l'allenamento eravamo rimasti solo io e lei, ognuno aspettava l'altro, mi avvicinai a lei che sembrò non accorgersene visto che sussultò quando iniziai a parlare << Stai aspettando qualcuno? >> si girò verso di me << In effetti si >> mi disse sorridendo << Se posso sapere, chi è questo stupido che ti sta facendo aspettare ? >> dissi avvicinandomi a lei << Dovresti conoscerlo, è abbastanza alto, è riccio, ha la barba, dei begli occhi >> si fermò, sorrisi << è la maggior parte del tempo insopportabile ma è anche molto dolce quando vuole, ma solo quando vuole >> continuò << No, non lo conosco >> dissi scuotendo la testa << Magari mi aiuteresti dicendomi il nome >> si mise una mano in testa, in segno che stesse pensando << Vediamo, credo che inizi con una M, vediamo, come si chiamava? >> mi piaceva scherzare con lei << Marco? >> provai ad indovinare << No, no non era Marco, sono sicura che non si chiamasse così >> disse ancora pensando << Manuele? >> continuai a reggerle il gioco << Si si, si chiama così credo no no non così, Manuel, si chiama Manuel >> mi sorrise << Stavo aspettando te >> mi avvicinai << Davvero pensi che ho dei begli occhi? >> passò un po' prima che riuscì a parlare << Penso tutto quello che ho detto, anche che tu sia insopportabile, perché lo sei >> il sorriso non riusciva a lasciare il mio volto << Ma sono anche dolce >> mi avvicinai ancora di più << Ma sei anche dolce >> mi fece eco, eravamo sempre più vicini << Senti, dovrei dirti una cosa Bea >> ero pronto a fare quel passo << Va bene Manuel, ti ascolto >> guardai a terra e pensai il più veloce possibile a ciò che dovevo dirle << Meriti di sapere la verità >> proprio in quel momento qualcuno la chiamò << Bea, mi avevi promesso un'uscita >> Bea si girò di scatto << Arrivo Fede >> guardò di nuovo nella mia direzione << Non ti dispiace se vado, vero? Parliamo quando torno, ok? >> Annuii, la stavo vedendo piano piano allontanarsi da me e sapevo che fosse tutta colpa mia, solo amici, eh? Perché hai detto quello Manuel?
Tornai nella mia camera e mi buttai sul letto, se non volevo che i miei pensieri rovinassero l'intera giornata avrei dovuto dormire.

M.L. Finalmente tuWhere stories live. Discover now