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È lunedì. Ho trascorso l'intero weekend a studiare, a fare le mie cose e a pensare a venerdì sera/sabato mattina. Ovviamente, non ci ho pensato tutto il giorno, ma anche quando la mia attenzione doveva essere completamente sui compiti, ci pensavo. Non sempre, a volte capitava.
Comunque sia, oggi è lunedì e sono felice perché Baji ha detto che a pranzo posso mangiare con loro. Chifuyu mi ha inviato un messaggio dicendo quanto fosse felice per il fatto che io mangio con loro a pranzo. Non è niente di che, ma è comunque qualcosa. Sono felice di aver legato con loro, sono le prime persone che ho incontrato in pratica e questo mi rende felice.
Mentre salivo le scale mi arriva un messaggio da Emma: "Ciao Alessia, so che è un po' tardi per chiedertelo, io e Hina volevamo chiederti come è andata a casa con Baji l'altra sera. Ti ha trattata bene? A presto, Emma."
Che carina, sono felice di essere andata alla riunione l'altra sera. Ho guadagnato ben tre amici. In un colpo solo. Voglio dire, se non è fortuna questa...
"Ciao Emma, grazie per la preoccupazione! È andato tutto bene, si è comportato in modo gentile e mi sono accorta di trovarmi bene con lui, credevo fosse totalmente diverso! Salutami Hina, con affetto, Alessia" È la mia risposta.
Salendo le scale mi viene ansia che Baji possa essersi dimenticato di questo weekend e di quello che mi ha promesso. Spero non si sia dimenticato del fatto che siamo amici.
Entro in classe, ma lui non c'è ancora. Mi siedo al banco e mi preparo. Magari oggi non viene. Arrivano tutti, lui entra giusto un secondo prima del suono della campanella.
Mi cerca con lo sguardo, mi sorride e mi saluta con la mano. Quindi siamo davvero amici, sono contenta!
Subito dopo, mi accordo che le tre sogghignano insieme. Cosa c'è da sogghignare? È l'ora di storia... nulla di emozionante. Poi, Sato Fumi si gira verso di me. "ALESSIA." mi dice con un sorriso a trentadue denti. Sono dubbiosa. Che abbia visto il modo in cui mi ha salutata Baji e si è insospettita? "HAI VISTO?" Mi chiede, con gli occhi illuminati.
"Che... cosa?" rispondo titubante. È così felice che mi fa impressione.
"BAJI! BAJI!"
Lo guardo. È normale, non è cambiato molto dalle altre volte.
"Ma noooo, mica parlo di quello!" dice lei. "Non hai visto che mi ha salutata? E con un sorriso poi!!!!" Urla tutta entusiasta.
Ora, chi glielo dice che in realtà stava salutando me? Certo che il fatto che lei sia seduta proprio davanti a me non aiuta per niente.
"Beh ecco..." stavo per dirle la verità, ma il professore ci ha interrotte perché disturbavamo la lezione.
Intanto pensavo se fosse una buona idea dirglielo. Ho paura di come possa reagire. Per fortuna che il professore mi ha fermata.
Ma aspetta... come reagirà se scopre che da un giorno all'altro io vado a pranzare con il suo unico grande amore? Mi ammazza. Devo trovare una scusa al più presto. Se dicessi che mi ha invitata Chifuyu? Alla fine ci sta, hanno visto con i loro occhi che sono abbastanza vicina a Chifuyu, quindi ci sta. Userò questa scusa. Che alla fine è la verità.
Seguiamo la lezione di storia e poi tutte le altre, fino a quando alle 12 suona la campanella che segna l'inizio della pausa pranzo. Prendo il mio pranzo e mi alzo dal banco.
"De Angelis-san, dove vai?" mi chiede Hayashi, una del trio. Che ridere, loro ancora mi chiamano col mio cognome.
"Vado a pranzo con Chifuyu" dico, poi con molta rapidità esco dalla porta della classe per evitare altre domande come ad esempio: Ci sarà anche Baji? Posso venire con te? Da quando avete deciso di mangiare insieme? e così via.
Fuori dalla porta della classe, aspetto Chifuyu e intanto Baji mi raggiunge.
"Perché sei scappata via così velocemente?" mi chiede ridendo.
"Non volevo che Sato Fumi e le sua amiche mi facessero domande. Sai, a volte quel posto mi scoccia proprio..." dico in tono rassegnato.
"Cambialo" mi dice Baji.
"Si può?" gli chiedo. Si può cambiare posto?
"Solo con il consenso degli insegnanti..." risponde.
Allora no, mi vergognerei a cambiare tutto d'un tratto e poi chissà vicino a chi mi metterebbero.
Ora che siamo soli e Chifuyu non c'è, voglio chiedergli cosa ha detto a sua madre riguardo l'altra sera. Spero non mi abbia messa in cattiva luce.
"Kyosuke, senti..." ormai voglio chiamarlo così.
"KEIsuke" mi corregge.
"Si, va bene" rispondo, anche se continuerò lo stesso a chiamarlo in quel modo. "Senti, volevo chiederti riguardo l'altro giorno cosa hai detto..." stavo finendo la frase, ma un Chifuyu in corsa totalmente affaticato viene verso di noi, scusandosi per il ritardo. Un professore lo aveva trattenuto. Così andiamo tutti insieme a mangiare.
"Cosa stavi dicendo prima?" mi chiede Baji tutto a un tratto.
"Non me lo ricordo... forse non era importante" dico. Non è vero, è solo che non volevo parlarne davanti a Chifuyu. Non so perché, ma volevo tenerla come una questione privata. Non volevo che altri si immischiassero nella nostra conversazione.
Andiamo nelle scale antincendio della scuola, li non c'è nessuno a parte noi tre. È molto tranquillo e intimo. Mangiamo il nostro pranzo e chiacchieriamo del più e del meno, argomenti senza senso, ma ho notato che rido tanto con loro. Sono divertenti, mi piace stare in loro compagnia, non rido mai così tanto in presenza di altre persone. Non parliamo dell'altra sera, venerdì sera. Forse Baji ne ha già parlato con Chifuyu in un altro momento e neanche a loro sembra il caso di tirare in ballo questo argomento.
Torniamo in classe. Io, molto presa dalla conversazione che avevamo sulle scale, mi sono totalmente dimenticata del fatto che non dovevo rientrare in classe con Baji per nessun motivo. Adesso Sato Fumi mi ucciderà.
"Alessia..." Mi dice non appena mi sono seduta al mio banco.
"Dimmi" dico cercando di mantenere una certa tranquillità e nonchalance come se non fosse successo nulla di strano.
"C'era anche Baji con te e Chifuyu?" mi chiede.
"Si" rispondo fredda, sempre cercando di mantenere la messinscena. Per cercare di sembrare più convincente, rivisto nello zaino a caso e sistemo il quaderni e i libri sul banco.
"E...?" vuole sapere qualcosa. Cosa, non lo so.
"E cosa?" le chiedo appunto.
"Tu non me lo hai detto. Credevo fossimo amiche." Amiche? Sta scherzando spero.
"Senti, Sato-san" le dico "io non credevo che fossimo amiche, ma compagne di banco. Perdonami, ma non ti ho mai considerata in questa maniera perché per me le amiche non sono questo." Faccio un secondo di pausa per riprendere il fiato, ma lei prende il controllo della conversazione.
"In che senso non siamo amiche? Io ti parlo della mia cotta, abbiamo passato molto tempo insieme e tu non mi consideri amica? Io non so come sia il concetto di amicizia in Italia, ma di sicuro è molto strano laggiù."
Non ho mai sopportato le persone che discriminano o che ti riducono alla tua nazionalità. Mi fa infuriare, ma faccio un respiro profondo e cerco di essere il più dipolomatica possibile.
"Qua non si tratta di Italia, non Italia, Giappone, Cina, Burundi, Malesia o qualunque nazionalità tu voglia tirare in ballo. Si tratta di maturità. Tu non vai a raccontare a un'estranea quanto sia penosa la tua vita sentimentale, dando per scontato che a quella vada bene e che ti consideri amica. Onestamente, non me ne frega niente di sapere chi ti piace e come vuoi conquistarlo, non me ne importa un accidente. Siete state scontrose e sgarbate con me fin dall'inizio, siete quel tipo di ragazze che, se vuoi saperlo, in Italia chiamiamo "oche" e io non sono mai andata d'accordo con loro. Sai cosa fanno le oche in Italia tutto il giorno? Parlano solo di ragazzi, vanno a prendere un'aperitivo mentre chiacchierano di ragazzi e discutono su come conquistare questo o quell'altro ragazzo. Ti suona familiare per caso? Perché è esattamente quello che voi tre fate in mia presenza. Non so nel privato come vi comportate, posso solo basarmi su quello che vedo, ma non voglio che tu mi consideri amica." Sato Fumi cercava di parlare nel mio discorso, ma ero così concentrata su cosa dire che non l'ho lasciata parlare. "Cosa volevi chiedermi? Se sono andata a mangiare con Baji? La risposta è sì. Ci ho parlato? Risposta affermativa. È un mio amico e mi ci trovo bene? Ancora sì. Gli ho parlato di te? No. Sei stata un argomento delle nostre conversazioni? No. Lui ti ha già rifiutata e se lo ha fatto è perché ha capito che tipo di persona sei e sente che non andreste d'accordo. Lui ti piace solo per l'aspetto fisico, non è così? Per il resto cosa sai di lui? Niente. Fattela andare bene, se non sopporti questa situazione, prendi e te ne vai, ma non puoi obbligare qualcuno ad amarti.
Un'ultima cosa, non trovi estremamente imbarazzante e umiliante assumere che potresti cambiare il tuo carattere solo per una persona? Quale individuo con un minimo di rispetto per se stesso lo farebbe? Sei quella che in Italia chiamiamo "gatta morta". Se vuoi saperne il significato, basta che ti guardi allo specchio perché tu sei l'incarnazione viva di una tipica gatta morta. Sono stanca di mentirti per proteggerti e non farti soffrire, è estenuante. Tu per me sei estenuante. Siamo incompatibili, non potremo mai essere amiche. Sai qual è per me, quello che tu definisci "strano" concetto di amicizia? Per me era essere sempre vicini, potersi fidare, accettare, non ignorare, non guardare dall'alto in basso, non giudicare, non parlare male alle spalle, ma essere sinceri e onesti. Se vuoi vado ancora avanti, ma non ne ho voglia, quindi chiudi quella bocca e non fare quella che in Italia chiamiamo "sottona" per un ragazzo che non ti vuole e dal quale sei solo attratta fisicamente." Ho finto. Ho tirato tutto fuori. Credo che avrei voluto dirglielo da tempo.
Bevo un po' di acqua e noto che tutta la classe è in silenzio. Penso che tutti abbiano ascoltato il mio discorsetto e ora che ci penso, forse ho alzato un po' troppo la voce e mi sono lasciata andare. Dopo un attimo di silenzio, la classe inizia a borbottare, il professore non è ancora arrivato in quanto è ancora in corso la pausa pranzo, così vado al bagno a sciacquare un attimo il viso con dell'acqua fresca. Dio mio, questo non è nel mio genere, cosa ho fatto...

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