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Il mattino seguente mi sveglio con il mal di schiena a causa della posizione in cui ci siamo addormentati la sera precedente. Lui sta ancora dormendo e credo che sia ancora immerso nel mondo dei sogni. Oggi c'è bel tempo: è sereno e soleggiato. I raggi del sole illuminano lievemente il suo volto: mi piace osservarlo mentre dorme, è così docile e indifeso. Siamo tutti più vulnerabili quando dormiamo. Più lo guardo, più osservo le caratteristiche del suo volto, più mi accorgo di quanto in realtà sia un bel ragazzo. Voglio dire, è proprio bello. Quel bello non tipo carino, o "figo", ma quel bello, bello. Non so se mi sono spiegata.
Una ciocca di capelli gli scivola lentamente sul naso e credo gli faccia del solletico perché arriccia il naso in modo buffo. Si strofina addirittura il naso mentre dorme per alleviare il fastidio dato dalla ciocca, ma non riesce e starnutisce. A questo punto si sveglia. I suoi occhi si puntano dritti sui miei, dato che lo stavo fissando. Ci guardiamo così per qualche secondo.
"Buongiorno" gli dico infine sorridendo.
"Buongiorno..." risponde lui, arrossendo e guardando da un'altra parte. Credo che sia imbarazzato per quello che è successo ieri sera, anche perché era la prima volta che ci spingevamo un po' più avanti del bacio. Io però non voglio che ci sia questo tipo di tensione tra noi. Molte coppie si sono lasciate per via di questo e non voglio rientrare nella categoria.
Così mi avvicino a lui e lo abbraccio più forte che posso, nascondendo il mio volto nel suo petto e così lui ricambia l'abbraccio. Sento il suo profumo, è così buono. Non mi staccherei mai dall'abbraccio.
A interrompere l'idillio del momento, ci ha pensato il suo stomaco brontolante. Siamo scoppiati a ridere.
"Con tutto quello che hai mangiato ieri hai ancora fame?" gli chiedo, ancora ridendo.
"Fa' silenzio" risponde anche lui ridendo.
Decidiamo allora di alzarci e andare a fare colazione ma non appena usciamo sentiamo un profumo proveniente dalla cucina.
"Buongiorno, ragazzi!" dice una figura femminile che si trova in piedi dai fornelli. È sua mamma. La mamma di Baji. Proprio lei. In persona. Perché tutte le volte che la incontro è sempre quando esco da camera di suo figlio? È come se l'universo lo facesse apposta.
"Mamma!?" urla Baji sbalordito "non dovevi essere a lavoro stamattina?" .
"Tecnicamente sì, ma la signorina Watanabe oggi è stata così gentile che ha deciso di fare il turno al posto mio." dice sorridendo. Quel sorriso sembra un po' forzato a dire la verità.
"Ah... perché stai preparando la colazione così?" dice Baji, indicando le pentole sui fornelli. Sua mamma sta cucinando riso al vapore e zuppa di miso.
"Abbiamo ospiti, non possiamo far mangiare a questa povera ragazza solo dei biscotti e del latte."
"Ma come facevi a sapere che c'era? Non ti avevo detto che sarebbe venuta a dormire..."
"Vi ho sentiti ieri sera"
Panico. Mi è mancato un battito e sia io che Baji siamo sbiancati. Ha per caso sentito qualcosa di strano?
"In che senso ci hai sentiti, mamma?" gli chiede Baji, cercando di mantenere il controllo e non mostrare l'ansia che stava provando. Devo dire che è un pessimo attore.
"Vi ho sentiti entrare dalla porta di casa. Ho riconosciuto la tua voce, altrimenti vi avrei scambiati per ladri."
Tiriamo un sospiro di sollievo e ricominciamo a respirare tranquillamente.
"Ah. Si giusto." dice lui, cercando di mostrarsi disinvolto invano.
"Avete dormito bene?" ci chiede.
Cos'è? Tipo psicologia inversa per farci capire che ci ha sentiti ieri sera? Anche se non ci siamo spinti fino in fondo, è comunque imbarazzante sapere che sua madre potrebbe averci sentiti.
"Si, abbiamo dormito bene" le risponde Baji, sempre con questo comportamento da disinvolto che non riesce veramente a essere.
"Mi fa piacere, sedetevi pure a tavola." dice la madre. Non so perché ma in quel momento, sentivo come se avessi l'obbligo di fare tutto quello che mi diceva. Se mi avesse detto di buttarmi giù dalla finestra, lo avrei fatto.
Mi siedo, ma la sedia diventa molto scomoda e non trovo una posizione in cui sedermi: resto sempre in allerta e le mie gambe tremolano, come succede sempre quando sono in ansia.
"Non essere così tesa... non ti preoccupare, non mangio mica!" mi dice sorridendomi e porgendomi le porzioni di riso e zuppa.
Io faccio un accenno di consenso con la testa, ma le sue parole mi hanno reso ancora più tesa ad essere sincera.
Dopo aver distribuito la colazione, iniziamo a mangiare.
"Allora, tu sei la fidanzatina di mio figlio, giusto?" mi chiede.
"Si, sono io" dico con tono freddo. So che è freddo e poco cordiale, ma sono talmente tanto in ansia!
"E... come ti chiami?"
"Alessia"
"Ales... sia... Ale...sia... Alessia... Alessia..." continua a ripetere. Credo che voglia imparare a pronunciare bene il mio nome. "Allora, Alessia, quali sono le tue origini?"
"Sono italiana."
"Italiana? Davvero? Io amo l'Italia, anche se non ci sono mai stata!" dice con tono entusiasto.
"Sì, è molto bella l'Italia..."
"E... dove ti trovi meglio in Giappone o in Italia?"
"In Giappone"
"Ah! Davvero! Per quale motivo?"
"Beh, qua ci sono molti posti splendidi, la scuola è migliore rispetto all'Italia, la gente e..."
"E..?"
"Ehm, mi sono dimenticata cosa volevo dire..." dico arrossendo. Non so se quello che volevo dire sarebbe potuto apparire in maniera buona o cattiva.
"Non ti preoccupare..." dice, poi ritorna il silenzio e finiamo di mangiare.
Il silenzio tra noi tre è decisamente imbarazzante ma è Baji a romperlo.
"Vado in bagno" si alza e va veramente in bagno, lasciandomi sola con sua madre. Non poteva aspettare un attimo prima di fare i suoi bisogni? Giusto il tempo di fare colazione.
"Ora siamo sole, eh?" mi dice.
"Sì..."
"Ti va se facciamo una chiacchierata tra donne?"
No, non mi va per niente. Baji torna subito qua.
"Sì, va bene"
"Ieri notte vi ho sentiti. Le stanze non sono poi così lontane e le pareti non sono spesse. Non so fino a che punto siete arrivati, ma devo dire che non mi va molto a genio questa storia..." dice con tono severo.
"Sono desolata... non avevo idea che lei fosse in casa, mi dispiace averle recato disturbo..." dico tutto d'un fiato. Ho dovuto processare tutto da sola, è la prima cosa che mi è venuta in mente da dire e mi è sembrata anche una cosa abbastanza intelligente.
"No, non è questo il problema: mio figlio ormai ha 18 anni, è normale che voglia provare queste cose. Quello che non capisco è che lo faccia con una a caso..."
Una a caso? Io e lui stiamo insieme da mesi, non credo proprio di essere una ragazza a caso.
"Mi scusi ma io non sono una ragazza a caso."
"È che mio figlio mi ha sempre parlato di una ragazza che gli piaceva. Da come la aveva descritta sembrava proprio una brava ragazza e mi spiace che le cose siano finite male, anche perché lui le andava dietro da un po'... Non so da quanto avete questa cosa voi due..."
Che cosa sta dicendo?
"Mi scusi... io e suo figlio ci frequentiamo da un po' ormai... non sapevo ci fosse un'altra ragazza..." è vero quello che dice?
"Si... sono solo rimasta male che tu non fossi lei, ma l'importante è che tu non faccia soffrire mio figlio, poi può uscire con chi vuole..."
"Non ho intenzione di farlo soffrire."
"Ti voglio credere."
Silenzio. Imbarazzante. Scomodo.
"E... cosa stavi dicendo prima?" mi chiede.
"Scusi?" non capisco dove vuole arrivare.
"Quando parlavi dei motivi per cui preferisci il Giappone. Ne stavi dicendo un'ultimo, qual è, se posso sapere." mi chiede.
Glielo dico? Non glielo dico? Che faccio? Glielo dico. Glielo dico e basta. Sembrerà scontato è un po' imbarazzante, ma magari mi crede sul fatto che non sono una a caso.
"Ecco... mi imbarazzo un po' a dirlo..." il solo pensiero di dirlo ad alta voce davanti a sua madre mi fa arrossire tutta. "Ma uno dei, anzi... il motivo principale è che qua in Giappone c'è Baji..." il mio volto va in fiamme. Che imbarazzo. Che imbarazzo. Che imbarazzo.
"Oh che cosa romantica. Quindi ti piace davvero?" mi chiede.
"Sì, e anche molto..." ammetto.
"Bene..." dice, poi comincia a sparecchiare la tavola. Le chiedo se ha bisogno di una mano ma rifiuta.
Finalmente, Baji torna dal bagno. Io lo guardò con uno sguardo che supplicava aiuto. Lui non capiva, come al solito, quindi mi avvicino a lui e gli parlo di quello appena successo.
"Un'altra ragazza?" mi chiede confuso. Dopo un po' di ragionamento gli viene in mente tutto. "In realtà le stavo parlando di te. Le ho detto che la ragazza che mi piace è quella che era venuta a dormire a casa, ma a quanto pare non ti ha riconosciuta... adesso capisco da chi ho preso..." sospira sconsolato, poi va da sua madre e le spiega la situazione.
Sua madre risulta veramente dispiaciuta. Il
fatto è che nella sua testa si era fatta un'immagine di me completamente diversa fisicamente perché mi aveva visto semplicemente di sfuggita. Non credeva che fossi io. Si è scusata molte volte e non faceva altro che continuare a chiedere perdono. È veramente dispiaciuta. Forse adesso è disposta a conoscermi veramente e non solo per gentilezza, come aveva fatto prima.
"Alessia, tesoro, sono così dispiaciuta... tu sei una così brava ragazza... mi dispiace aver pensato male di te..." dice con tono veramente dispiaciuto, venendo ad abbracciarmi. Mi stringe forte che quasi mi toglie il fiato, nonostante sia molto magra e minuta.
Quando si stacca dall'abbraccio, mi chiede se possiamo ricominciare daccapo.
Mi tende la mano, cosa insolita in Giappone, dato che loro usano l'inchino. L'ho interpretato come segno di rispetto nei miei confronti e nei confronti della mia cultura.
"Piacere, Alessia, sono la mamma di Baji, ti prego, tratta bene e metti un po' di sale in zucca a mio figlio!" dice, facendo infine un inchino. Io non ricambio solo la stretta di mano, ma anche l'inchino finale, per mostrarle il mio rispetto nonostante fino ad adesso mi abbia trattata con discrezione. "Il piacere è tutto mio" dico infine.
La mattinata trascorre in fretta, anche perché io e sua madre chiacchieriamo tutto il tempo. È piacevole parlare con lei e si interessava molto a me e alla mia vita. È decisamente più disponibile. Sono contenta che il malinteso si sia risolto. Continua a raccontarmi aneddoti su aneddoti riguardanti il piccolo Baji, perché crede che sia tradizione che una madre li racconti alla ragazza del figlio, giusto per prenderlo un po' in giro. Io e lei andiamo molto d'accordo in realtà e condividiamo anche certi passatempi.
Baji è palesemente irritato, ma in modo buono, quando parliamo di lui, ma in realtà vedo quanto sia importante per lui che io e sua madre andiamo d'accordo.
Finita la mattinata, devo tornare a casa e la madre di Baji mi saluta e spera di potermi rivedere al più presto: ha molti altri aneddoti divertenti da raccontarmi.
Baji mi vuole riaccompagnare a casa, quindi mentre andiamo a prendere la moto chiacchieriamo un po'.
"Quando avevi intenzione di dirmi che alla bellezza di undici anni, nonostante tu abbia sempre frequentato un dojo e nonostante tu sia sempre stato alto, sei caduto da un ramo di un albero alto due metri e ti sei anche rotto una costola?"
"Era piovuto, il legno era scivoloso." dice vergognato.
"Era piena estate."
"Sai troppo, fa' silenzio" dice, volendo chiaramente cambiare discorso. E così introduco un nuovo argomento.
"Tua madre sa di ieri sera" dico di punto in bianco. Lui si ferma e mi guarda con uno sguardo impallidito all'istante.
"Come lo sai? Ma sul serio?" mi chiede ancora stupito.
"Me lo ha detto lei in persona"
"Stai scherzando?"
"Affatto"
"E... come l'ha presa?"
"Ha detto che hai 18 anni ed è normale che vuoi provare certe cose..."
"Credi che mi farà dell'educazione sessuale?"
"Non lo so, lo scoprirai!"
"Dio, che imbarazzo... Come faccio a guardarla in faccia adesso..."
"Non credo che per lei sia un problema, piuttosto, perché lo hai fatto sapendo che lei era in casa?"
"Non credevo si sentisse!"
"Va bene... la prossima volta però assicuriamoci di essere soli..." dico sospirando... parlo come se lo avessimo già fatto. Tutta la reazione a questa storia è forse un po' esagerata, non abbiamo fatto nulla alla fine. È comunque imbarazzante.
Saliamo in moto e mi accompagna a casa. Finalmente, la tranquillità di casa mia. Sembra di essere stata sulle montagne russe per due giorni di seguito. Non sembra vero che solo ieri era il mio compleanno, sembra come se fosse passata almeno una settimana.
Mi sdraio sul letto e prendo in mano il ciondolo della collana che ho comprato ieri, la chiave. La osservo e penso a come mi sono divertita nel corso della giornata e ho anche pensato a come Baji mi faccia stare bene. Mi sento totalmente connessa con lui: mi posso fidare ciecamente, l'unica persona di cui mi fido ciecamente a parte me stessa. Non so spiegarlo, ma so che posso contare su di lui, allo stesso modo in cui posso contare su me stessa e posso confidarmi, come mi confiderei con me stessa. Non sto con lui perché voglio riempire un vuoto, o sento la solitudine. Sto con lui perché mi piace lui, come persona. Mi piace il fatto di avere le stesse vibrazioni.
Sono così grata di averlo conosciuto.
Mentre penso a questo, mi rannicchio a forma di chiocciola sul mio letto e stringo nella mano la chiave della collana, come se non volessi lasciarla andare da nessuna parte. Come se avessi paura di perderla.

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Ciao a tutti! Scusate, mi sono accorta oggi di quanto sia sballato il tempo del racconto. Il compleanno di Alessia dovrebbe svolgersi verso metà ottobre, ma in realtà Alessia comincia scuola a settembre, quando conosce Baji, quindi sarebbe impossibile che i due siano rimasti insieme per tanti mesi quando in realtà ne è passato a malapena uno e mezzo. Vi chiedo scusa per questo mio errore, immaginate che tra settembre e ottobre ci sia qualche mese in più di mezzo! Me ne sono resa conto troppo tardi! :(

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