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Al mattino mi sveglio con i raggi del sole che entrano dalla finestra. Mi girano perché una giornata come questa non può avere un tempo così sereno. Io voglio la pioggia.
Oggi me ne andrò per sempre e non rivedrò mai più questo tizio scorbutico e scontroso che adesso sta dormendo davanti a me.
Mi mancherà così tanto. In questi ultimi giorni non ho fatto altro che ripetere quanto mi mancherà tutto questo. Ma più vedo cose, più realizzo quanto ne sentirò la mancanza.
Guardo l'orologio, sono le dieci del mattino. Ho pensato che potessimo fare un salto a casa di Baji per salutare sua mamma che torna dal lavoro tra mezz'ora.
Decido di svegliare Baji che in realtà vuole ancora dormire. Si sarà stancato ieri. Non sento ragioni, mi alzo e lo butto giù dal letto. Mugugna qualcosa in una lingua incomprensibile e si tiene la testa. Mi guarda e resta un attimo in silenzio. Il fatto che tenga così tanto il suo sguardo fisso nei miei occhi senza dire niente mi fa sobbalzare leggermente e il mio cuore batte velocissimo. Non riesco a mantenere troppo lo sguardo, quindi li sposti da un'altra parte a caso della stanza. Lui alza finalmente e, appoggiando la mano sulla mia fronte, mi sposta con la forza, dato che doveva passare.
"Ehi!" gli urlo.
"Te lo meriti per come mi hai svegliato." mi risponde.
Ci prepariamo e nel mentre restiamo quasi completamente in silenzio. Scendiamo in cucina e mi prepara i suoi soliti pancake che mangiamo insieme. Preparandoli, abbiamo parlato un po' di più. Questo silenzio è un po' troppo, mi fa sentire a disagio.
Dopo aver finito di mangiare, prendiamo la moto e ci dirigiamo verso casa sua. Io lo abbraccio forte da dietro e sento che per qualche istante appoggia il suo braccio sulle mie, che gli cingevano la vita.
Non è molto bravo a parole, ma quando fa così so che ci tiene.
Arriviamo da sua madre che ci accoglie a braccia aperte. Se all'inizio non avevamo un ottimo rapporto, adesso siamo molto legate. Mi tratta sempre bene, come se fossi una figlia. Dopo aver passato qualche ora con lei, facciamo per andarcene, ma decide di prepararci lei il pranzo, quindi rimaniamo a mangiare con lei.
Dopo il pasto, restiamo ancora a chiacchierare, ma dopo un po' arriva il momento di salutare anche lei, che mi abbraccia molto forte e mi sussurra nell'orecchio che posso considerare quel luogo casa mia e di tornare quando voglio.
Amo il rapporto che ho con lei: mi mancherà.
Baji mi riaccompagna a casa e mi aiuta a caricare tutte le valigie in macchina di Sachiko, dirigendoci tutti insieme poi all'aeroporto.
Il viaggio è silenzioso. Io e Baji siamo seduti agli estremi dei sedili posteriori, guardando entrambi fiori dai rispettivi finestrini, ma tenendo timidamente le mani vicine che si sfiorano semplicemente.
Arrivati all'aeroporto e dopo aver fatto tutto il necessario, facciamo un giro lì intorno. L'aeroporto è pieno di negozi carini: siamo entrati in alcune librerie e abbiamo mangiato dello zucchero filato. Siamo anche entrati in un negozio di abbigliamento ma non c'era niente di carino. O forse sì, sarò stata io con il morale a terra. In una delle librerie mi ha anche comprato l'ultimo libro: Kafka sulla spiaggia di Murakami. Sapeva, come al solito, quanto desiderassi leggere quel libro. Almeno, così dice, so come passare il tempo sull'aereo.
Dopo qualche ora, arriva l'avviso del mio volo. Alla notizia il mio stomaco ha fatto un balzo e il mio cuore ha perso un battito. Voglio veramente andare? Sono veramente sicura?
Voglio studiare veramente in Austria? E se restassi qua cosa succederebbe? Dovrei andare a lavorare, poi? Cambiare lavoro ogni volta solo per cercare di racimolare soldi? Di venire qua all'università non ci penso nemmeno: troppo stress e troppi soldi. Però veramente, se restassi qua? Con Baji? Con tutti gli altri? Ma ormai è troppo tardi, ormai ho già fatto tutto. Devo cominciare questa mia nuova vita e separarmi dalla mia zona comfort: solo così ho la possibilità di crescere.
Durante questo flusso di pensieri, credo di aver tenuto un'espressione strana e corrucciata, perché Baji mi prende per il polso, me lo strige e mi attira a sé, stringendomi in un abbraccio.
"Non ti preoccupare" mi dice "Hai fatto la scelta giusta per te. Vai e spacca i culi ai tuoi futuri compagni di università" afferma, accarezzandomi la nuca.
Lui mi lascia andare. So che lo fa perché anche lui vuole il meglio per me e in questo momento mi sento estremamente egoista a causa della mia scelta.
"Ti amo" gli dico all'improvviso, stringendomi a lui.
Lui sobbalza, non credo se lo aspettasse, ma dopo qualche attimo di silenzio risponde: "Ti amo anche io" e rimaniamo così ancora per qualche secondo. Non voglio staccarmi, il suo abbraccio è così caloroso e sa di casa.
Viene annunciato l'ultimo avviso per il mio volo e ci stacchiamo automaticamente dagli abbracci. Ci guardiamo negli occhi fissi. Un po' per trattenere le lacrime, un po' per goderci l'ultima volta in cui si sarebbero incrociati.
"Sei stata il mio primo amore, non ti posso dimenticare, mai." mi dice con serietà.
Le mie lacrime riempiono lentamente i miei occhi e altrettanto lentamente scendono sulle mie guance, una ad una, senza il mio consenso.
Lui non mi dice mai così così carine. Perché proprio adesso? Volevo godermela di più.

"Questo vale anche per me".

Ci stacchiamo lentamente. Io prendo il mio bagaglio a mano e mi dirigo verso l'aereo. Sono l'ultima della coda nel check-in e ogni volta mi giro a guardare Baji, che se ne sta lì in piedi a guardarmi.
Passati i controlli, mi giro un'ultima volta. È ancora lì. Vado avanti di qualche metro c mi rigiro e mi sta ancora guardando. Con la mano mi fa segno di sbrigarmi ad andare, allora io alzo la mia in segno di saluto e corro. Non voglio più girarmi.
Scherzavo, mi giro a guardarlo ancora. È sempre lì e alza la mano in saluto. Ricambio, di nuovo. Da quel momento, entro e non mi sono più rigirata.

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