Chapter 5

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Pov's Gaia

Il sonno pervase in noi per molto tempo, fino a quando qualcuno che bussava alla porta ci interruppe i sogni. Mi svegliai bruscamente e notai stare nel letto matrimoniale con Jj e John B, evidentemente si erano addormentati con me o meglio Jj era rimasto là, mentre mio fratello era solo venuto a dormire visto che quello era il suo letto.

"John B" lo scossi cautamente e notai i suoi occhi aprirsi leggermente "c'è qualcuno alla porta" sentì un suo lamento e captai che quindi si era svegliato, allora mi portai verso Jj che si era praticamente appropriato del mio cuscino "ei" gli spostai i capelli dal viso e gli tappai il naso "svegliati" dopo qualche secondo spalancò gli occhi e mi afferrò il polso, solo notando che ero io allontanò la prese. "Che hai Gaia?" portò la sua testa sulle mie gambe e cercò con lo sguardo la sveglia "cazzo sono solo le 8, torna a dormire" struscio il viso sulla mia coscia e ci si riposò dolcemente.
"C'è qualcuno alla porta" esclamai questa volta con tono di voce più elevato e solo in quel momento i due si resero conto di quello che avessi detto.

Mio fratello si portò verso la porta d'entrata, mentre io e il biondo rimanemmo in camera a spiare chi fosse "è la polizia" sussurrò girandosi con il volto stravolto, in quell'istante la prima cosa che mi venne in mente fu la pistola, se solo avessero fatto una perlustrazione e ci avrebbero trovato in possesso di un'arma, le faccende si sarebbero complicate più di quanto non lo fossero già.
"Jj la pistola" esclamai a bassa voce ed entrambi ci precipitammo verso il comodino, dove le nostre gambe si intralciarono e lui cadde sopra di me.

"Merda" bisbigliai avendo sbattuto fortemente il culo a terra. "Tutto bene?" era posato a cavalcioni su di me e mi stava guardando negli occhi, che cercavano di capire se mi ero fatto male. "Prendi quella cazzo di pistola" lo invitai a farlo visto che a breve sarebbe entrata la polizia "si hai ragione".
Afferrata l'arma, io penetrai le unghie nella fessura del legno del pavimento e facendo pressione riuscì ad alzare una tavola, ci infilammo la pistola dentro e la richiudemmo senza dare sospetto.

"Gaia" irruppe nella stanza John B e vedendoci così fece qualche secondo di silenzio "ti vogliono di là" afferrò violentemente per le spalle Jj e lo gettò nel letto, di conseguenza mi prese la mano e mi trascinò in soggiorno, dove a mia grande sorpresa trovai lo sceriffo Peterkin.

"Ciao Gaia" disse lei con fermezza mentre si sedeva al tavolo da cucina "allora ragazzi sapete entrambi perché sono qui" cominciò a parlare e già le sue parole mi stavano straziando. "Non andremo ai servizi sociali né io né tanto meno mia sorella! Ha capito?!" gridò John B mettendomi paura, odiavo vederlo arrabbiato. "Ascoltatemi sono qui per un accordo, se voi lascerete stare la storia del relitto io potrò chiudere un occhio sulla faccenda degli assistenti sociali, ma questo sta a voi ragazzi e sopratutto tu, piccola Gaia non farti influenzare da tuo fratello, prendi le tue decisioni sei grande" mi incoraggiò, ma mi stava solamente innervosendo soprattutto per il fatto che ci credeva stupidi, secondo lei non avevamo capito che la polizia stava tramando qualcosa.

"Se sono così grande come dice lei" feci una pausa e poi continuai "perché non mi lascia vivere come più stra cazzo voglio! Ci siamo sempre presi cura l'uno dello l'altro, sopravviviamo assieme, io studio, lui lavora, che cosa vuole di più?!" mi ero alterata e fin troppo, terminai di parlare e poi la guardai con dispiacere, non avrei dovuto urlargli in quel modo "insomma, io farò quello che deciderà mio fratello" mi sedetti sulla sedia e mi limitai a guardali.

Dopo una vasta discussione arrivammo all'accordo che più voleva Peterkin, dovevamo dimenticarci del relitto, ma sapevo benissimo che mio fratello stava mentendo, nessuno dei due aveva intenzione di stare lontano da questa storia.

"Allora?" uscì dalla stanza Jj appena lo sceriffo varcò la soglia d'uscita "faremo come dice lei?" chiese stupito che noi avessimo accettato tale accordo, ma appena parlò nel mio viso e in quello di mio fratello si trasformarono due sorrisi pieni di verità, non avremmo lasciato perdere per nulla al mondo quel relitto.

Tutta la giornata si svolse per organizzare il piano del giorno dopo, dovevamo rubare le bombole di aria al ricco Ward Cameron o meglio: John B avrebbe fatto il lavoro sporco ed io la vedetta, alla fin fine non avevo mai avuto bruttissimi rapporti con quella famiglia, soprattutto grazie all'aiuto di Sarah, quindi se mai mi avrebbero visto non si sarebbero scandalizzati tanto.

"No!" ci intercettò Kiara avendoci ascoltati per un intero pomeriggio e noi tutti ci girammo verso di lei con sguardo interrogativo "avete la possibilità di stare lontano dai servizi sociali e voi veramente volete rischiare?" ci domandò stupita dalle nostre scelte e si limitò ad osservare le nostre teste fare un cenno di acconsento. "Io non vi capisco proprio" sbuffò sedendosi su un gradino della veranda.

Il resto fu silenzio, ognuno col suo sguardo e col suo pensiero, nessuno aveva voglia di parlare, ma questo era il bello, non ero qui da nemmeno due giorni e mi ero già imbattuta in un enorme casino.
Ma era giusto così, eravamo pur sempre alle outer banks.

scelta difficile || rafe cameronWhere stories live. Discover now