Chapter 26

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"Non ho bisogno di andare d'accordo con questa testa di cazzo!" sbuffò Jj e alle sue parole rimasi delusa, speravo fosse più maturo di così. "Rafe" mi girai di scatto verso di lui "fai uno sforzo almeno tu" il suo silenzio era peggio di qualsiasi altra cosa che avesse potuto fare.

"Signorina Cameron" qualcuno bussò alla porta visto che l'avevo chiusa quando i due avevano cominciato a picchiarsi, quindi corsi ad aprire. "Scusatemi ragazzi ma lei" una dottoressa indicò Jj, "non essendo maggiorenne dovrà rimanere fuori dalla stanza"
Stranamente, senza ulteriori ripensamenti, si portò verso l'uscita. "Gaia ti aspetto fuori così poi torniamo a casa" mi rassicurò ma intervenì Rafe, rivolgendo la parola al biondo.

"La riporterò io a casa" esordì, era troppo strano il suo comportamento e troppo gentile, ma stranamente Jj accettò l'offerta che gli si propose davanti.
Appena uscì il mio amico, la dottoressa ci fece cenno di seguirla e io involontariamente afferrai la mano di Rafe con entrambe le mie, attaccandomi al suo di corpo; non era una ragazza paurosa, più che altro mi intimoriva non sapere quello mi sarebbe aspettato a breve.

"Dove mi stanno portando?" chiesi guardandolo dal basso e il suo viso era sereno, i suoi occhi fissavano i miei senza spostarsi di un millimetro. "Niente di preoccupante, penso una tac" mi rassicurò facendomi un lieve sorriso, Rafe sorrideva? Aveva detto di non esserne capace...
"Quanto durerà?" domandai un'altra volta. "Un'ora" rispose schietto, mentre entrammo in una sala.

"Signorina Gaia poi lei da sola dovrà entrare in quella stanza, quando si sentirà pronta lo farà, mentre per quanto riguarda te" spostò lo sguardo su Rafe "tu verrai con noi" lui annuì e poi la donna ci lasciò da soli.

"Vuoi legarti i capelli?" mi propose il biondo inaspettatamente, ma era palese che non avessi con me nemmeno un elastico. "Vieni qui" mi fece girare, in tal modo che gli dessi le spalle e con le sue dita fredde cominciò a prendermi tutti i capelli, fino a raggrupparli tutti assieme e li legò con il mio elastico che teneva al polso.

"Bene" mi guardò per qualche secondo, ma i miei occhi erano incollati alla grande porta che avrei dovuto varcare, quanti odiavo gli ospedali. "Hai paura non è vero?" esclamò quasi sicuro della risposta e io scossi la testa in segno di negazione. "So quando menti" mi spinse cautamente contro il muro e mi tenne lì per qualche secondo "non ti accadrà niente" mi sussurrò all'orecchio facendo scorrere le sue mani sui miei fianchi. "Rafe fermo" lo bloccai in modo che non mi toccasse ulteriormente e il suo viso si irrigidì, guardandomi questa volta seriamente, molto seriamente.

"Pogues" mi richiamò mettendosi a pochi centimetri dalle mie labbra "qui decido io, potrei fare qualsiasi cosa con te in questo momento" mi scansai da lui, ma mi rimise alla parete "per favore ascoltami" si picchiettò la testa in segno di agitazione e si spostò velocemente da me "vai Gaia" alzò leggermente la voce, ma rimasi a guardarlo "ti ho detto di andare" aveva le guance rosse dalla rabbia "avanti cazzo" sbatté una mano sul muro e solo in quel momento mi disincantai dai suoi gesti e mi accorsi ad andare verso la porta lievemente spaventata.

"Aspetta" mi riafferrò il braccio e mi portò verso il suo petto "non volevo spaventarti" si portò una mano tra i capelli "hai capito?" si chinò e mi lasciò un leggero bacio umido sulla guancia.

———————
Pov's Rafe

Era così preoccupata che mi inteneriva vederla attaccata alla mia mano così indifesa, provare compassione per una Pogues da parte mia era raccapricciante, ma era pur sempre lei.

Quando ci ritrovammo da soli, il mio primo impatto fu quello di baciarla, ma poi pensai subito che avrei potuto scombussolarla più di quanto non lo fosse già, quindi evitai, visto che mi ero anche già goduto lo spettacolo mentre si cambiava davanti a me...e a Jj.

Il fatto che anche quel stupido del suo amico l'avesse vista così, in intimo, mi dava sui nervi; nessuno oltre a me doveva vederla così, eppure non ho fatto niente per intralciare il tutto, forse non l'ho fatto per lei, non volevo che ci fossero ulteriori casini.

Il suo corpo era così perfetto, ma lei non mi aveva mai permesso di toccarglielo e non lo avrei mai fatto senza il suo consenso, anche se molto probabilmente mai me lo avrebbe dato.

Mentre la preparavano per fare la tac mi avevano messo in sala controllo insieme a loro, dove tramite un vetro potevo osservarla, però nel mentre continuavano a farmi domande. "Colore degli occhi della sua fidanzata?" mi chiesero. "Verdi"

"Soffre di allergie?"

"È allergica alla polvere"

"Pratica sport?"

"Pallavolo, ma ora è in pausa per il periodo estivo"

"Dove è nata?"

"Alle Outer Banks"

"Frequenta ancora la scuola?"

"Si"

"In che scuola va?"

"In un liceo scientifico, fuori dalle Outer"

"Ha fratelli o sorelle?"

"Un fratello maggiore"

Ogni domanda era più semplice di quella prima, continuavo ad osservarla da questa specie di vetro mentre rispondevo con tale nonchalance che al momento spaventò anche me, quindi la conoscevo davvero così bene? Mi domandai tra me e me.
Ebbene sì, quella ragazza la conoscevo da quando era nata e sapevo ogni singola e stupida cosa della sua vita! La conoscevo molto meglio di quanto conoscessi le mie due sorelle minori: Sarah e Wheezie, ma poco mi importava di loro o forse anche nulla.

Sarah è la cocca di nostro padre, ai suoi occhi è la migliore tra noi figli, ma non si è mai posto qualche domanda di come potessi sentirmi inferiore ai suoi occhi eppure sono qua, a cercare di fare sempre il meglio per mio padre, mentre quella sgualdrina di mia sorella non fa niente e mai lo ha fatto.

Poi c'è Wheezie, lei mi è indifferente, poi a parer mio è nata per sbaglio, ma questo nessuno lo ammette;
Le mie due sorelle hanno un certo filing, ma a me questo non cambia niente, mai sono andato d'accordo con loro e non vedo neanche l'occasione per iniziare ad andarci, alla fin fine ormai erano così le cose.

scelta difficile || rafe cameronWhere stories live. Discover now