Chapter 57

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Pov's Rafe

Erano passate due settimana dalla sua scomparsa o dalla sua morte come molti ormai avevano dedotto, non mi capacitavo ancora a credere che se ne fosse andata, andata per sempre.
Il suo corpo e quello di John B non erano stati ritrovati, solo le macerie della Phantom erano state riportate in superficie.

Ricordo le sue ultime parole come se un pennarello indelebile me le avesse scritte in testa, eppure l'avevo lasciata andare, se solo l'avessi tenuta stretta a me sarebbe ancora qui; potrei vedere ancora quel sorriso maledetto che amavo alla follia, quegli occhi verde smeraldo rimproverarmi per i miei comportamenti, le sue mani piccole indossanti anelli e bracciali di ogni genere, il corpo minuto ma così fottutamente perfetto, i capelli biondi scenderle le spalle e arrivarle fino a sotto il seno, amava tenerli lunghi.

Ormai passavo le mie giornate così, a pensare a lei e allo sbaglio che avevo commesso, avrei dovuto impedirle di salire nella Phantom e mi pento ogni singolo secondo di non averlo fatto.
Aprì il cassetto del mio comodino e scorsi la sua collanina con la sua lettera, non so se ricordate ma quando l'avevo spinta dal pontile aveva perso quel ciondolo che amava con tutta se stessa, lo avevamo cercato assieme e le avevo raccontato di non averlo ritrovato, ma le avevo mentito... era un semplice dispetto che gli avevo fatto, avrei voluto ridarglielo ma non feci in tempo.

"Ei Rafe" bussò alla porta mio padre "è ora di andare" mi guardai un'ultima volta allo specchio, indossavo degli abiti neri,

stavo andando al suo funerale.

Spalancai la porta della mia camera e notai la figura di Ward scorgermi con aria triste "hai bevuto ancora?" mi chiese quasi rimproverandomi, lo scansai e proseguì per la mia strada "vaffanculo" esclamai di rimando mentre scendevo le scale e una volta arrivato notai i visi del resto della famiglia, mortificati loro? Dio quanto li odiavo.

In caso ve lo stiate chiedendo, si avevo cominciato a bere. La mia prima scelta era ricaduta sulla droga, ma avevo deciso di no solo per il semplice fatto che avrei deluso Gaia, odiava che io mi facessi e anche se non c'era più non l'avrei comunque fatto, ma l'alcool mi aveva tentato in tutti i sensi.

Raggiungemmo il funerale in macchina, mio padre e gli altri montarono tutti su un auto, io decisi di venire da solo, avevo bisogno di stare per i fatti miei e quindi presi il Range Rover che mi guidò fino alla meta.

Prima di scendere rimasi qualche secondo a osservare la gente che mi passava davanti, nel mentre ne approfittai per sorseggiare l'alcol che mi era rimasto nella bottiglietta da viaggio, sapete quella tascabile? Ecco esatto. La guardai una volta ancora, disprezzavo il mio comportamento ma era l'unica cosa che riusciva ad alleviarmi il dolore.

Scesi dalla macchina e raggiunsi il resto delle persone, notai i suoi amici immersi nella tristezza per via perdita della loro migliore amica; in quell'istante scattai verso quei luridi Pogues, non so per quale motivo lo feci, penso fosse l'effetto di tutto l'alcol assunto. "Ragazzi" li richiamai alzando gli occhi molto lentamente "che cazzo vuoi Rafe?" mi afferrò per il colletto Jj, evidentemente non gradiva la mia visita "è colpa tua se non c'è più!" gridò facendo voltare tutti i presenti.

Quel stupido biondo aveva una cotta da sempre per la mia Gaia, sapevo che l'aveva toccata più di una volta e non riuscivo ancora ad accettarlo, l'immagine di lui su di lei mi faceva venire il ribrezzo, immediatamente lo spinsi all'indietro, dopotutto lui aveva agito per primo.

"Che cosa state facendo?!" ci rimproverò Kia mettendosi in mezzo "pensate che Gaia avrebbe voluto questo? Che il suo migliore amico e il suo fidanzato litigassero?" esclamò stremata, notavo quanta difficoltà ci stesse mettendo per mantenere la calma.

Mi portai verso la bara, gli incaricati di trasportarla eravamo io, Pope e suo padre, Jj e il padre di Kiara. La sollevai sopra la mia spalla e la portammo fino alla fossa, ogni passo diveniva sempre più pesante, avrei dovuto accettare la sua morte e lasciarla andare.

La cerimonia comprese tutte le Outer Banks, Gaia era conosciuta e voluta bene da tutti, molta gente parlò in suo onore e il mio viso rimase impassibile, ma dentro stavo nel vero senso morendo, abbassai lo sguardo sui miei piedi e mi scese una lacrima, forse non ero dopotutto così capace a trattenere il mio dolore.

Dopo quasi quattro ore la gente cominciò ad andarsene, ognuno con grande tristezza e malinconia, rimasi solo io, guardavo la sua foto e più la guardavo più cercavo di convincermi che tutto questo era solo un brutto scherzo.

"Cazzo" sospirai sedendomi alla sua lapide "sai Gaia ho immaginato in moltissimi modi il nostro futuro, ma non in questo..." gettai la testa all'indietro e mi poggiai le mani sul viso, era tutto uno schifo.
"Ti ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti?" sorrisi all'idea di lei e quei ricci biondi che aveva in testa "te e la tua famiglia siete venuti a casa nostra per una cena, ancora quando questa stupida guerra tra Pogues e Kooks non esisteva" sorrisi e continuai a parlare con lei "tu avevi tre anni, io cinque o sei, sinceramente non ricordo di preciso" mi bloccai un secondo, era passato così tanto tempo...

"non ci eravamo mai parlati per tutta la serata dopo che tu mi avevi fatto cadere addosso il bicchiere d'acqua e allora io ti avevo tirato i piccoli codini che avevi" sospirai "e adesso siamo qua" mi tolsi la giacca alzandomi in piedi "io ci sono e tu no" adesso gridavo, il dolore che avevo trattenuto per giorni stava prendendo il sopravvento "cazzo" mi rigettai con la schiena sulla sua lapide.

scelta difficile || rafe cameronWhere stories live. Discover now