Chapter 30

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Mi avvicinai al rumore delle voci e notai Rafe con la schiena poggiata contro un albero, mentre si teneva tra le mani il polso. "Buongiorno testa di cazzo" sorrisi mentre mi strizzavo i capelli dall'acqua e lui si voltò a guardarmi confuso. "Solo all'idea che tu e tuo fratello abiterete con noi, mi viene il ribrezzo" esclamò con disgusto.

"Sempre di buon umore vedo" mi piazzai di fronte a lui e lo scrutai, avevo intuito che nascondeva qualcosa e molto probabilmente non voleva mostrarmi cos'era. "Cos'hai Rafe?" chiesi avvicinandomi ancora un po', ma si irrigidì maggiormente. "Niente" roteò gli occhi in giro e poi si posarono sul mio corpo, gli tenne per qualche secondo incollati al mio seno e poi li rialzò, ma nel mentre si passò il pollice sul labbro inferiore.

Rimasi a guardare i suoi movimenti fin quando non notai il suo polso sinistro, quello che mi aveva tenuto nascosto fino a pochi secondi fa, aveva una chiara è palese scottatura appena fatta, era ancora rossa e in alcuni punti sanguinava. "Rafe ma cosa hai combinato?" lo presi tra le mie mani e strizzò gli occhi da dolore, non potevo dubitare che non fosse piacevole.

"Avanti dobbiamo medicarti!" lo incitai a seguirmi, ma non si mosse di un centimetro "seriamente?" mi fermai a guardarlo, era veramente così testardo quel ragazzo "per una buona volta, puoi mettere da parte il tuo orgoglio, il tuo titolo da kooks o qualsiasi cazzo di cosa che ti passi per la testa e mi lasci aiutarti?" esclamai infastidita dal suo comportamento, ma non ottenni altro che un suo sguardo contrariato dalla mia idea.

Io gli avevo offerto il mio aiuto e lui lo aveva rifiutato come un bambino, allora mi limitai a tornarmene dentro casa, abbastanza delusa e sconfortata dal suo atteggiamento, ma alla fine era Rafe Cameron, che potevo aspettarmi?

Arrivai in cucina e anche se non ero del tutto a mio agio, perché quella non era evidentemente casa mia, mi sporsi verso i ripiani superiori per prendere un bicchiere e poi riempirlo con dell'acqua del rubinetto. Mi rigirai e notai quella gran faccia tosta, adesso cosa voleva? Scusarsi? Non penso proprio, non era da Rafe porgere le sue scuse.

Non disse niente e rimase a guardare i miei vari movimenti, "fai quello che devi fare" esordì con tono cupo, poggiandosi con la schiena sull'isola della stanza. In questo momento non sapevo che fare, avrei voluto aiutarlo, ma ricordandomi come mi si era rivolto e come poco prima aveva ignorato il mio aiuto avrei anche potuto evitarlo.

Mi voltai e feci per tornarmene nella mia stanza, me ne stavo andando via sentendomi più in colpa che mai, ma mi ritrasse verso il suo corpo e mi porse il suo polso, sapeva benissimo che avrei ceduto e lo avrei medicato, infatti proprio così successe!

Presi delle garze, del disinfettante e una pomata contro le bruciature, ma per prima cosa bagnai uno straccio e glielo posso sulla ferita, in tal modo volevo assorbire il sangue che ci stava, poi mi rigirai, dandogli ancora le spalle, e lasciai ricadere il canovaccio bagnato sul lavello.

Appena mi voltai, non potei non notare che mi stava osservando, o meglio: stava guardando il mio culo, dopo tutto ero in costume di fronte a lui!
"Chi ti ha fatto questo?" chiesi cercando di dissolverlo dai suoi pensieri e con la mano non dolorante cominciò a gesticolare, mentre i suoi occhi viaggiavano per la stanza "sai Barry?" mi domandò non osando cercare un contatto visivo con me.

"Si certo, chi oltre a lui vende la droga qua?" risposi in maniera sarcastica e scocciata, mentre il suo viso cautamente si posizionò di fronte al mio e mi guardò per qualche secondo "si può sapere che ti ha fatto?" riproposi lo stesso quesito, visto che non mi era stata data risposta a riguardo.

"Gli devo dei soldi per della droga che ho comprato..." si picchiettò la fronte con le dita e nel frattempo io spalmavo quella orrenda crema sul suo braccio, aveva un odore insopportabile "io devo ancora restituirglieli e allora è venuto qua, mi ha preso la moto e mi ha fatto questo" lo ascoltai e mi limitai al silenzio, non avevo nemmeno le parole per esprimere quanto mi facesse schifo! Oltre a drogarsi, quel ragazzo non sapeva cosa fare nella sua così inutile vita da figlio di papà.

"Sei arrabbiata?" mi mise due dita sotto il mento e me lo alzò, in tal modo che potessi guardarlo negli occhi; purtroppo mi conosceva e con un solo mio sguardo poteva capire quale fosse il mio stato d'animo "si sei arrabbiata" sorrise, ma in questo momento lo stavo solo che odiando, ci trovava qualcosa di divertente in tutto questo? Mi chiesi tra me e me.

Mi allontanai velocemente da lui e aprì uno scaffale, dovevo trovare delle forbici per tagliare la garza avanzata nella sua fasciatura; erano abbastanza in alto, ma non troppo per non arrivarci; mi sporsi in punta di piedi, niente non ci arrivavo! Riprovai, ma con ulteriori scarsi risultati, fino a quando non sentì il suo corpo avvicinarsi al mio...

Sentì la sua mano destra passare per tutto il mio fianco e poi arrivare alle forbici, che poi mi porse, ma aveva quello sguardo, quello sguardo che voleva dire tutto. "Sai non mi dispiace affatto che rimarrai da noi, soprattutto se per casa giri così" si riferiva palesemente al fatto che io fossi in costume, ma questa era una casualità, non si sarebbe ripetuto mai più, soprattutto dopo questa sua frase.

"Smettila" ordinai guardandolo in maniera storta e spingendolo lontano da me, le sue labbra formarono un ghigno che mi fece innervosire più di quanto non lo fossi già e feci per andarmene da quella posizione. "Con calma" mi riprese violentemente dai fianchi, facendomi appoggiare contro il suo corpo e il suo sguardo parlava chiaramente, non si staccava da me...

scelta difficile || rafe cameronWhere stories live. Discover now