Capitolo 14 pt. 2

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È a dir poco stupendo, ha una vetrata che si affaccia sul mare, all'interno della stanza c'è una scrivania molto ampia, sui toni del grigio e del nero, due sedie nere, un divano e due poltroncine in pelle sempre del medesimo colore e una piccola libreria.

Non è il tipo che legge, quindi penso che abbia messo i libri lì solo per estetica.

"Accomodati" mi indica la sedia dall'altro lato della scrivania.

Faccio come dice.

"Non guardarmi così" dice ad un tratto.

"Così come?" Chiedo con nonchalance.

"Come se fossi un mostro" nonostante fa la parte della vittima tiene comunque il contatto visivo con me.

"Kyle quello che hai fatto ad Asher è sbagliato, non puoi pretendere che io ti guardi come se non fosse successo nulla" sospiro.

Annuisce solamente.

"Dove sono andati i tuoi e Liam?" Chiedo curiosa.

Uno dei miei difetti è che sono curiosa, anche troppo a volte.

"A lavoro" dice solamente.

"Intendi alla Thompson Enterprise?" Esploro la stanza.

"Si" annuisce.

"Di cosa si occupa quest'azienda?"

"Vendono prodotti per la pelle e per i capelli" afferma.

"Dato che sei un chirurgo immagino che tu abbia rifiutato il posto di lavoro nell'azienda di famiglia"

"Esatto. Non è mai stato il mio sogno, volevano che facessi l'amministratore delegato ma ho rifiutato perché volevo dedicarmi alla medicina, così hanno scelto Liam per questo lavoro" fa spallucce.

"Nell'azienda immagino ci siano dei laboratori per approvare se i prodotti sono buoni da vendere sul mercato, perciò ci lavorano anche dei medici lì, come mai invece hai deciso di fare per conto tuo? Insomma avevi già tutto a tua portata di mano" forse sono patetica ma è così che sono quando divento troppo curiosa.

"Vedi Madison, io volevo fare il chirurgo plastico per una ragione, e poi non mi piace che le cose mi cadano dal cielo, devo lottare per averle" mi guarda con un sorrisetto, so a cosa allude.

Ma non penso che io rientri tra queste cose, altrimenti sarei già la sua ragazza.

"Per esempio per quali cose?" Mi sporgo verso di lui.

"Tu" si appoggia allo schienale della sedia con le gambe semiaperte, per far capire chi è che comanda.

La sua risposta mi ha sorpresa.

"Non mi sembra di vedere tutto questo sforzo" gli faccio notare.

"Questo perché non vedi con i miei occhi" si alza dalla sedia e fa alzare pure me.

Si siede sul divano e fa sedere me sulle sue gambe. Mi prende per i fianchi e mi avvicina a lui.

Con questa vicinanza non riesco a ragionare bene.

"Odio quando qualche ragazzo si avvicina pericolosamente a te, vorrei fossi solo mia, ma so che tu non lo vorresti" mi sussurra con voce roca all'orecchio.

Il mio cuore perde un battito.

Non ci sono note sarcastiche nel suo tono di voce, e poi l'ho sempre detto, per quanto possa essere un idiota, lui dice la verità, ma non sempre.

Perché la sera del nostro primo appuntamento era venuto fino a casa mia ma poi è scappato?

Perché mi nasconde delle cose?

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