𝐃𝐈𝐂𝐈𝐎𝐓𝐓𝐎

2.5K 92 12
                                    

«𝐏à?»

«Cloe, tesoro, come stai?»

«Bene pà... devo dirti una cosa.»

Cloe era rinchiusa nello sgabuzzino fuori dalla casetta di Amici, in collegamento telefonico con suo padre. Aveva un sorriso sul volto che a stento riusciva a trattenere, la maglia oro addosso e una voglia matta di rendere partecipe la sua famiglia del fatto che il suo sogno si era finalmente avverato, e solo due giorni prima aveva raggiunto il tanto desiderato Serale.

«Chi c'è con te?» domandò, sapendo che spesso si riunivano a casa loro anche altri parenti per seguire la puntata, che sarebbe andata in onda a minuti.

«I nonni, la zia Francy con figli, pure la tua amica Greta è venuta qui con sua sorella! - la informò con un tono di voce entusiasta - Solo per te amore, guarda un po'!»

«Allora visto che ci siete tutti, vi comunico una cosa, prima che vediate la puntata...» fece, simulando un tono di voce un po' cupo.

Ci fu silenzio dall'altro lato, poi la voce di Greta parlò, facendole capire che suo padre aveva messo in vivavoce.
«È successo qualcosa?» chiese allarmata.

Silenzio.
«Ehm, sì, è successo... - prese un respiro profondo prima di urlare letteralmente: - È successo che sono al Serale! »

Dall'altro lato del telefono ci furono degli applausi, delle grida, dei fischi, e dei rumori di qualcosa che aveva tutta l'aria di essere le trombette delle feste di compleanno, che potè giurare fossero dei suoi cugini.

«Lo sapevo Cloe, lo sapevo che ce l'avresti fatta!» sentì strillare sua zia.

«Ti vediamo ancora in tivù allora! Sono tanto orgogliosa di te, bella di nonna!» esclamò invece sua nonna, accompagnata da complimenti da parte degli altri nonni.

«Continua a sognare amica mia, ti meriti tutto questo!» aggiunse anche Greta, e Cloe sorrise stringendosi le mani in grembo, scacciando le lacrime di commozione che le facevano capolino agli occhi.

Quando tutti ebbero terminato, suo padre tolse il vivavoce e prese le redini della telefonata, volendo farle un discorso anche lui.
«Sarò breve visto che tra poco inizia la puntata e non vedo l'ora di vederti, ma davvero sono tanto, tanto fiero di te, e non lo dico così, per dare aria alla bocca. Hai fatto molti sacrifici sin da piccola, ti sei impuntata tanto perchè la tua vita prendesse questa piega, non ti sei mai arresa di fronte a nulla e sono felice di vedere che sei stata ripagata di tutto questo lavoro. Mamma sarebbe tanto orgogliosa di te, come lo sono io, e sarebbe contentissima di vederti realizzare il tuo sogno.»

«Se questo è il mio sogno è solo grazie a lei. - mormorò la ragazza, ad occhi chiusi - È stata lei la prima a farmi ballare, la prima a credere in me. Meritava di vedermi arrivare qui

Cloe giurò che suo padre stesse annuendo con un'espressione amara in volto, ad occhi chiusi per non mostrare la debolezza che, volente o nolente, colpiva anche lui al solo pensiero della moglie defunta.
«Lo credo anche io. Ora vai avanti per la tua strada, rendila ancora più orgogliosa. - le disse il padre - Il Serale non è affatto l'arrivo, ma un punto di partenza.»

«Sì. - sussurrò -Ora devo andare, pà, salutami tutti.»

«Lo farò di certo.»

«E d'ora in avanti non prenderti impegni il sabato sera! - lo raccomandò la figlia ridacchiando - Ciao pà, ti voglio bene!»

«Anche io ti voglio bene, a presto!»

Ancora sorridendo, uscì dallo sgabuzzino e tornò in casetta, ricongiungendosi con i ragazzi che, tutti agghindati in maglia oro, stavano iniziando a fare i preparativi per la serata che li avrebbe attesi: Luigi stava portando in casa dei vassoi forniti dalla produzione contenenti pizza, salatini di ogni genere, pasticcini; Leonardo stava scegliendo la musica giusta servendosi del computer poggiato sul bancone, e Nunzio poco distante da lui improvvisava sulle note delle canzoni scelte dall'altro latinista dei passi semplici per i balli di gruppo che si sentiva in dovere di organizzare.

𝐈𝐍 𝐏𝐔𝐍𝐓𝐀 𝐃𝐈 𝐏𝐈𝐄𝐃𝐈 || Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora