𝐕𝐄𝐍𝐓𝐈𝐒𝐄𝐓𝐓𝐄

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𝐂loe aveva capito che stava per accadere qualcosa; aveva visto una parvenza di palloncini appena fuori dal cancellino comparire apparentemente dal nulla, mentre si trovava seduta sul divanetto appena fuori dall'uscio socchiuso per bersi un tè al piacevole fresco che quel pomeriggio di fine aprile aveva deciso loro di donare.

Non fece in tempo ad alzarsi per andare a vedere di persona che Maria la fece sobbalzare.

«Venite tutti sulle gradinate, per favore? - non appena tutti si furono riuniti, la donna parlò poi ad una persona in particolare - Alex, c'é una comunicazione che ti riguarda.»

All'inizio Cloe pensò subito a qualcosa di brutto, qualche guanto strano, qualche provvedimento, insomma qualcosa nemmeno lontanamente paragonabile a ciò di cui in realtà si trattava.
Lui aveva annuito senza mostrare particolari emozioni, ma dal modo in cui Cloe l'aveva visto passarsi i palmi delle mani avanti e indietro sulle cosce e sulle ginocchia, aveva intuito che fosse teso.

Poi aveva sorriso. Non solo lui, tutti avevano sorriso, sentendo uscire dalle casse collegate alla TV il ritornello del suo primo inedito Sogni al cielo e finché sullo schermo non era comparsa la copertina della canzone con la scritta dorata 'disco d'oro'. Da lì in poi Cloe non aveva capito più niente, tutti avevano iniziato ad urlare e ad applaudire, poi si era ritrovata sommersa in un abbraccio di gruppo e dopo intenta a portare dentro quei palloncini che lei stessa aveva adocchiato pochi attimi prima.

I ragazzi passarono quindi la serata festeggiando il primo disco d'oro di Alex che, ancora terribilmente incredulo, continuava a sorridere come un bambino: la produzione, oltre ai palloncini, aveva mandato loro una teglia di pizza che tagliarono a pezzettini e divisero tra loro e una torta celebrativa che pareva essere un vinile d'oro con il centro nero, con sopra una candelina con il numero uno.
Dopo la cena e naturalmente il discorso di Alex, mentre chi doveva lavare i piatti quella sera provvedeva quindi a rispettare il proprio turno di pulizie sulla lavagnetta, gli altri si ritirarono, chi in camera ad ascoltare la musica, chi a fare una partita a carte, chi a fumare e chi a proporre di guardare un film.

Cloe si fece una camomilla - in quegli ultimi tempi, faticava a dormire serenamente forse a causa della pressione che sentiva addosso e che cresceva man mano che ci si avvicinava alla puntata - e poi sorrise a Serena e Albe che stavano pulendo per ritirarsi verso le camere.
Passò nella stanza blu trovando Michele e Luigi impegnati in una sfida a Uno, poi oltrepassò le altre vuote fino ad uscire nel giardino sul retro.
Si sedette sul divano tirandosi le gambe al petto e deliziandosi con il calore della camomilla che le scendeva giù in gola che contrastava senza difficoltà la pelle d'oca che il venticello della tarda serata le procurava.

Alex la raggiunse poco dopo.
«Vuoi restare da sola?» le chiese, sulla soglia della porta, appoggiato con la guancia allo stipite mentre la spiava con occhi curiosi.

Lei si voltò e gli sorrise, scuotendo il capo. Picchiettò una mano sul cuscino al suo fianco, invitandolo a sedersi accanto a lei.
Il ragazzo allora uscì e chiuse la porta, prima di accomodarsi e di gettare sulle spalle a sé e a Cloe, a mo' di mantello, una coperta che aveva preso da dentro casa.
Inevitabilmente si avvicinarono l'un l'altra, finendo spalla contro spalla.

La ballerina bevve ancora un piccolo sorso di camomilla bollente, per poi canticchiare distrattamente:
«Volano giorni qui davanti a me.»

Si voltò verso Alex e lo vide sorridere.

«Complimenti per il disco d'oro. - aggiunse, guardandolo - Vuol dire che la tua musica arriva a qualcun altro, fuori da qui.»

Altro sorso di camomilla, l'ultimo.
Alex si trovò d'accordo.
«Sai, però... non è facile crederci. - mormorò guardando altrove, cercando i particolari nelle foglie delle piante che circondavano la ringhiera che racchiudeva il giardino, fino a che poi realizzò che nulla era così interessante come Cloe che poi, allora, tornò a guardare - L'ho scritta nella mia cameretta. É surreale credere che tutti sappiano cantarla.»

𝐈𝐍 𝐏𝐔𝐍𝐓𝐀 𝐃𝐈 𝐏𝐈𝐄𝐃𝐈 || Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora