𝐓𝐑𝐄𝐍𝐓𝐔𝐍𝐎

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𝐀lex se lo aspettava, un pochino, ma udire la sentenza di Maria gli aveva fatto comunque male.
Cloe aveva sorriso alla notizia, felice di andarsene senza alcun rimpianto, ma lui non era riuscito a fare altrettanto: se Sissi non l'avesse trascinato in piedi, sarebbe rimasto seduto a fissare il vuoto in gradinata.
Ma lei e nemmeno Cloe volevano che andasse così e, nel profondo, neanche lui: avrebbe voluto passare gli ultimi minuti in casetta insieme a lei e sarebbe stato un idiota a pensare di non farlo.

Motivo per cui si appoggiò allo stipite della porta che dalla stanza rossa portava alla azzurra mentre Cloe si era avvicinata al letto per poter estrarre la valigia dal contenitore sotto al materasso e iniziare ad inserirvi i vestiti che aveva nell'armadio.

Riuscì a metterci qualche capo prima di fermarsi e tirare un lungo sospiro, portando poi gli occhi su Alex, fermo sull'uscio con le braccia conserte.
Gli sorrise, dispiaciuta per lasciarlo solo ma soddisfatta del suo percorso professionale.
«Mi dispiace lasciarti qua.» mormorò, avvicinandosi un poco.

Il cantante fece spallucce.
«Starò bene, non preoccuparti per me.» la rassicurò.

Cloe storse il naso.
«Vedo la faccia che hai. - ribatté - Mi preoccupo eccome.»

Alex fece quello che probabilmente voleva essere un sorriso, ma gli uscì come una smorfia malinconica.
Abbassò il capo, ma la ragazza gli poggiò due dita sotto il mento per rialzarglielo, guardarlo negli occhi e sorridergli rassicurante.

«C'é una cosa che non ti ho mai detto.» disse il moro, portando le mani lungo i fianchi ed evitando lo sguardo di Cloe.

Lei non smise di sorridere.
«Che mi ami?»

Anche Alex sorrise, a quel punto, tornando a guardarla negli occhi.
«No, questo te l'ho detto.»

«Sai, risentirselo dire non fa mai male.» commentò Cloe.

Il cantante fece spallucce.
«Per dispetto non te lo ripeterò. - ribatté, accennando un sorriso - No, comunque... volevo dirti grazie anche io.»

La ballerina aggrottò le sopracciglia.
«Oggi mi stai sorprendendo non poco. - disse, un po' seria e un po' scherzando - Va' avanti, sono curiosa adesso.»

Alex alzò ancor di più un angolo della bocca, e gli si formò così una fossetta sulla guancia destra.
«É che, non so, da quando abbiamo iniziato ad avvicinarci, poco prima del Serale, io... credo di essere cambiato. In meglio, anche. Sei arrivata nella mia vita piano piano, 𝐢𝐧 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐞𝐝𝐢, sei entrata dalla porta cercando di non farti notare quasi avessi paura di disturbare. Ma quando poi hai capito che ti avevo notata, mi hai investito con la tua gioia e la tua solarità come un uragano, ed è stato impossibile non innamorarsi di te. Quell'uragano, Cloe, mi ha fatto capire che non aveva senso nascondersi da se stessi o respingere chi mi facesse stare bene... non aveva senso evitare di sorridere. É grazie a te, quindi, se sono meno tenebroso di allora.»

La ballerina abbassò gli occhi imbarazzata.
Era strano ricevere ringraziamenti da qualcuno per aver aiutato a ritrovare se stessi, quasi come se fosse stata lei un'ancora, una salvezza. Era strano ma piacevole, specie se tali ringraziamenti fuoriuscivano dalla bocca di Alex.
Si strinse nelle spalle, muovendo un poco il braccio per avvicinarsi alla mano del cantante e intrecciare le loro dita.
«Beh, sai, - iniziò, cacciando poi un sorriso sornione dato che stava facendo l'ennesima insinuazione scherzosa - un po' tenebroso lo sei ancora, comunque.»

Il moro rise.
«Si cambia un po' per volta. - si giustificò - Avrò tempo fuori da qui, stando ancora con te, per rimuovere gli ultimi residui di tenebra che mi circondano.»

𝐈𝐍 𝐏𝐔𝐍𝐓𝐀 𝐃𝐈 𝐏𝐈𝐄𝐃𝐈 || Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora