𝐋𝐈𝐁𝐑𝐎 𝐔𝐍𝐎【𝐂𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝟏✔️】

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⚠️Storia originale di
MesserMoon
su Ao3⚠️

Questa è solamente una traduzione, i diritti vanno tutti all'autrice/ore.
Fatemi notare errori.
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Capitolo 1✔️



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𓅇 Le persone commettono errori. Il più delle volte, James pensa, bisognerebbe perdonarli. Se sono dispiaciuti. Se lo sono davvero. Lui stesso ha preso delle decisioni discutibili nella sua vita. Alcuni passi falsi. Tutti fanno del loro meglio.

Le persone commettono errori.

Ma fanno anche scelte. È importante per lui, questa differenza. Fa del suo meglio per non confondere le due cose.



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La sera in cui Sirius si presenta alla porta di James riesce a malapena a stare in piedi. Ha la sua bacchetta. Tutto qui. Non indossa nemmeno le scarpe.

"Non ho avuto tempo," dice a James, le parole leggermente confuse. Sirius sorride quando lo dice, ma l'espressione non raggiunge i suoi occhi—incrinandosi agli angoli della bocca. Prima di quella notte, James non aveva mai compreso appieno cosa significasse volere la morte di qualcuno. Ma avrebbe potuto ucciderli. Tutti quanti. Chiunque avesse toccato Sirius.

"Un po' prevedibili vero?" Si ritrova a dire mentre lui fa scivolare un braccio gentile intorno all'amico e inizia a condurlo dentro.

"Cosa, intendi le scarpe?"

"Beh sì, tutti le indossano no? Dov'è la fottuta spontaneità? Abbasso lo sguardo e so già cosa mi aspetta."

"Maledette scarpe."

"Esatto!"

Il sorriso di Sirius stavolta è un po' più genuino, anche se James lo sente tremare sotto le mani.

"Fottuti fascisti," borbotta Sirius, proprio mentre la madre di James scende le scale, la bacchetta accesa, i piedi nelle ciabatte.

"James cosa—oh," si ferma lì, a metà dei gradini, e per un attimo qualcosa di doloroso le sfarfalla sul viso. Ma poi sparisce. "Sirius, amore, è bello vederti—James, in salotto per favore."

James annuisce, dirigendosi lentamente con Sirius verso il divano. Il respiro di Sirius è affannoso e ogni tanto James lo sente reprimere una smorfia.

"Scusate se mi sono presentato così," dice, la voce affaticata mentre James lo abbassa sul divano.

"Non essere sciocco," gli dice, sedendosi accanto a lui, la mano ancora sul suo braccio, che non vuole lasciare.

"Sei sempre il benvenuto, questo lo sai," aggiunge la signora Potter entrando nella stanza dietro di loro, una tazza di tè caldo la segue accanto. La fa levitare delicatamente sul tavolino. "Panna, quattro zollette di zucchero," dice lei, facendo sorridere Sirius.

"Ti sei ricordata."

"È difficile dimenticare un maledetto mal di denti in una tazza," questo fa guadagnare a James un'occhiataccia da parte della madre ma Sirius si limita a ridere, appoggiando la testa sullo schienale del divano come se non avesse l'energia per tenerla su.

"Che posso dire, a me piace dolce," ammicca a James che ricambia il sorriso. Sirius flirterebbe con un lampione se fosse abbastanza annoiato. O spaventato. Sirius si avvolge il fascino intorno a se come un'armatura.

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